30 Aprile 2024

L’evoluzione digitale del codice di procedura civile nel correttivo Cartabia

di Giuseppe Vitrani, Avvocato Scarica in PDF

Nel mese di febbraio il Governo ha approvato il primo provvedimento correttivo della riforma processuale del 2022, nota anche come “Cartabia”. L’atto del Governo è stato trasmesso in data 6 marzo 2024 a Camera e Senato e assegnato alle Commissioni Giustizia e Bilancio, che hanno termine fino al 5 maggio per esprimere il parere. Le innovazioni recate incidono ad ampio spettro sul codice di procedura civile vigente e appaiono ispirate alla volontà di razionalizzare alcuni punti oscuri della riforma e correggere anche errori di coordinamento tra vecchie e nuove disposizioni.

Inoltre, uno degli scopi espressamente dichiarati dal Governo è quello di proseguire “sulla strada di una sempre più completa e integrale digitalizzazione del processo civile e di eliminazione di adempimenti o oneri a carico delle parti resi ormai superflui dal progresso tecnologico”. In tal senso “si è provveduto ad aggiornare le disposizioni che si rifacevano ad un ormai superato processo “analogico” e prevedevano il deposito di atti presso la cancelleria, la necessità, per l’avvocato, di eleggere domicilio in un comune situato nel circondario dell’ufficio giudiziario adito, la comunicazione o notificazione di atti e provvedimenti mediante deposito presso la cancelleria” (si riportano stralci testuali della relazione di accompagnamento al testo del decreto correttivo).

A tale ultimo proposito val la pena ricordare come una delle questioni che hanno suscitato interrogativi all’indomani dell’entrata in vigore della riforma del processo civile è stata la mancanza di riferimenti alla possibilità di utilizzo del duplicato informatico da parte dell’avvocato.

Come noto, infatti, molte delle disposizioni riguardanti il processo telematico sono migrate da leggi speciali al codice di rito (o alle disposizioni di attuazione); ebbene, in questa fase di passaggio si sono in effetti persi tutti i riferimenti al duplicato informatico, che erano presenti ad esempio del decreto legge n. 179 del 2012.

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