Studi professionali: ma siete sicuri che gestite al meglio la vostra struttura?
di Amalia Di Carlo - Ufficio stampa di Marketude Scarica in PDFSecondo l’ultimo rapporto pubblicato dal Censis (Centro Studi Investimenti Sociali), l’VIII sull’avvocatura, il 54,2% degli avvocati definisce molto o abbastanza critica la propria condizione lavorativa.
Nel corso del 2023 sono state registrate 8.043 cancellazioni dall’ordine. Del resto un altro dato, che balza agli occhi dei lettori del rapporto, è che il 34,6% lascerebbe la professione prevalentemente a causa dei costi eccessivi e del basso ritorno economico. E se per il 50,2% degli avvocati le prospettive 2024-2025 restano stabili, per il 27,9% non saranno positive.
Ecco soffermiamoci un momento su questo aspetto, il ritorno economico, la gestione strutturale dello studio, la marginalità relativa ai profitti.
Ma effettivamente quanti professionisti prima di aprire uno studio professionale, singolarmente o in associazione ad altri, adoperano le medesime misure imprenditoriali, pianificando ogni passo con un business plan, proiettando l’andamento dello studio e quantificando dettagliatamente entrate ed uscite?
Ebbene se il dato è quello sovra riportato immagino che la risposta sia in pochi, o quasi nessuno e allora perché non importare alcune buone abitudini tipiche dell’imprenditoria agli studi e creare delle strutture efficienti, efficaci e soprattutto redditizie.
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