26 Maggio 2020

Studi in cerca di governance e ruolo

di Giulia Maria Picchi - Senior partner Marketude Scarica in PDF

Tutti sanno dov’è Davos.

Sembra sia passato un secolo ma anche quest’anno, come avviene già da 50 anni, la piccola cittadina svizzera ha ospitato il WEF – World Economic Forum accogliendo, tra capi di Stato e di Governo, innovatori, miliardari, imprenditori di rilievo, artisti, atleti, attivisti, scrittori e altre figure culturalmente influenti, le personalità più potenti del globo.

Tutti riuniti per discutere delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare.

Ogni anno il World Economic Forum si apre con un tema diverso. Quello di Davos 2020 è stato lo sviluppo sostenibile, con lo slogan “Stakeholders for a Cohesive and Sustainable World.”

Di questo slogan sottolineo “stakeholders” che sta per “portatori di interesse” -ancora più bella questa definizione “individui o gruppi che hanno un interesse legittimo nei confronti dell’impresa e delle sue attività, passate, presenti e future e il cui contributo (volontario o involontario) è essenziale al suo successo (D’Orazio, 2004)- e “cohesive” che significa “unito e che lavora insieme”.

Tutti sanno chi è Ursula von der Leyen.

La Presidente della Commissione Europea ha presentato lo scorso 11 dicembre lo European Green Deal: un articolato piano di misure che, come ha dichiarato “da un lato è la nostra visione per un continente climaticamente neutrale per il 2050 e dall’altro una ‘roadmap’ interamente dedicata a questo obiettivo che prevede 50 azioni per il 2050”.

Di questa dichiarazione sottolineo “visione” e “obiettivo”.

Che cosa c’entrano queste due circostanze -il WEF e lo European Green Deal- con gli studi professionali? C’entrano per una serie di ragioni che si intersecano tra loro fino a comporre una matrice utile a definire l’identità di uno studio rispetto a due set di decisioni che attengono rispettivamente alla governance e al ruolo che esso intende avere nel proprio contesto di riferimento.

E mai come in questo periodo è diventato urgente ripensare alla propria realtà mettendo -anche profondamente- in discussione chi si è veramente, perché si opera in un certo modo e come si fanno le cose.

Tornando alle decisioni prime da prendere, la prima, la governance, ha per sua stessa natura l’obiettivo di disciplinare la gestione di un’organizzazione (impresa, studio o altro che sia), essendo quel complesso di principi, meccanismi, regole e relazioni che hanno come obiettivo la gestione produttiva dell’organizzazione stessa e il raggiungimento dei risultati indicati nell’oggetto sociale.

Chi è preposto a sedere negli organi di governo, quindi, deve per definizione, governare, ossia decidere un giorno dopo l’altro non solo il che cosa ma anche il come.

CONTINUA A LEGGERE