Sostenibilità: nuova reportistica e comunicazione
di Giulia Maria Picchi - Senior partner Marketude Scarica in PDFLo scorso 10 novembre il Parlamento europeo ha adottato la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) ossia la direttiva contenente le nuove regole di reportistica della sostenibilità, voluta per definire le responsabilità e gli obblighi a cui saranno tenute le imprese rispetto alla regolare divulgazione di informazioni sull’impatto sociale e ambientale da loro prodotto.
L’intento di questo sforzo è chiaro: la rendicontazione obbligatoria è un sistema decisamente efficace per spingere le imprese ad occuparsi del tema della sostenibilità e a farlo in modo trasparente, affidabile e onesto -visto che la direttiva prevede anche un intervento di assurance da parte di revisori esterni.
La direttiva segna una svolta rispetto alla precedente Non Financial Reporting Directive (NRFD) del 2014 non solo perché ne colma alcune carenze ma soprattutto perché amplia la platea delle imprese interessate che da circa 11.000 diventano 50.000 -anche se, secondo le stime, tale numero sale a circa 1 milione per comprendere quelle che, pur non essendo tenute per norma, se ne dovranno comunque occupare facendo parte della catena di fornitura di quelle obbligate.
Un dato questo che ci tengo particolarmente a sottolineare perché se è vero che la direttiva -come si evince dalla tabella presentata di seguito- si rivolge alle imprese, è altrettanto vero che gli studi professionali sono tra gli attori di quella supply chain che dovrà comunque rendicontare il proprio impegno verso la sostenibilità, pena essere sostituita da chi dimostra comportamenti più virtuosi.