Sostenibilità digitale
di Giulia Maria Picchi - Senior partner Marketude Scarica in PDFParafrasando: non importa dove, ogni mattina un professionista si sveglia.
Non avrà veramente bisogno di correre perché, immerso in un mondo dove la tecnologia è diventata un’estensione della propria attività, sin dalle prime ore del mattino, sarà già connesso.
La verifica delle e-mail sullo smartphone segna l’inizio delle interazioni digitali che lo accompagneranno lungo tutta la giornata. Arrivato in ufficio, si collegherà alla rete dello studio e parteciperà a videoconferenze, consulterà banche dati online per le sue ricerche giuridiche, navigherà in internet per leggere le ultime notizie, aggiornarsi o magari raccogliere informazioni su prospect e candidati. Redigerà documenti utilizzando software appositi, li salverà nella intranet dello studio, utilizzerà il cellulare per chiamare e inviare messaggi e, non mancherà di scambiare via mail file più o meno corposi con clienti e colleghi.
Inutile sottolineare quanto la tecnologia abbia semplificato numerosi aspetti del lavoro di un professionista, riducendo gli spostamenti fisici e consumi di ingenti quantità di carta.
Ma il suo uso massiccio non è privo di impatti per l’ambiente.
Ogni e-mail inviata, ogni ricerca in un database, ogni documento salvato in cloud comporta un consumo energetico che viene spesso sottostimato.
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