14 Maggio 2024

Una nuova cultura del lavoro nello studio legale: dallo stakanovismo al work-life balance

di Mario Alberto Catarozzo - Coach, Formatore, Consulente – CEO di MYPlace Communications Scarica in PDF

Prendiamo le ultime generazioni per capire come sta cambiando la percezione del lavoro, con un focus specifico sulle dinamiche del lavoro negli studi legali.

QUESTIONE DI GENERAZIONI

Partiamo dalla generazione che si è meritata la denominazione di “Boomers” in quanto corrispondente al periodo storico del dopoguerra in cui le nascite (c.d. baby boom) sono state esponenziali. Sono gli anni di coloro che sono nati dal 1945 al 1964, la cui cultura è il lavoro senza troppe parole e scuse: si lavora per produrre benessere, punto e stop. Fare l’avvocato è una missione, uno stile di vita. Si passa poi alla generazione successiva, la Generazione X (nati tra il 1965 e il 1981) dove lo stakanovismo diventa un must: si lavora per fare soldi e per fare carriera. Il lavoro assorbe tutta la vita, in sostanza, e il superlavoro è ben considerato. Lo studio legale si chiude a tarda ora la sera e spesso il lavoro si porta a casa. Lavorare 12 ore al giorno è per molti la norma e sembra strano il contrario; il termine “stacanovismo” fu coniato negli anni ’30 in riferimento all’operaio Alexei Stakhanov, noto per la sua straordinaria produttività, poi diventato emblematico di un modello lavorativo basato sul superlavoro e sulla dedizione assoluta al lavoro.

La generazione successiva è già quella dei Millenials (Gen Y), di coloro che sono nati tra il 1982 e il 1996. Il tema del benessere, dell’equilibrio work-life, della qualità di vita, comincia a farsi largo e ad essere considerato nei fattori di scelta dello studio professionale. Fare le ore piccole la sera non piace ai millenials, così come non apprezzano la dedizione totale al lavoro. Ma è la generazione successiva la Gen Z, che porta davvero elementi di novità anche nel settore professionale. Coloro che sono nati tra il 1997 e il 2011 sono oggi i neolaureati. Costoro sono nativi digitali davvero e sono abituati a gestire le attività anche da remoto. Per questo richiedono flessibilità degli orari, smart working, well being nello studio professionale. Questi giovani professionisti cambiano facilmente studio, vogliono fare esperienze diverse, si vogliono sentire coinvolti e sono disposti a fare sacrifici solo se esiste una buona ragione per farlo.

I CAMBIAMENTI IN ATTO

Per molto tempo, dunque, la cultura del lavoro nello studio legale in Italia e all’estero è stata caratterizzata dall’immagine dello stakanovismo professionale, che ha significato lavorare molto e costantemente senza badare alla qualità della vita o al benessere psicofisico. La quantità del lavoro ha avuto la precedenza sulla qualità della vita e degli ambienti professionali.

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