L’anacronismo della comunicazione professionale
di Amalia Di Carlo - Ufficio stampa di Marketude Scarica in PDFMentre il mondo corre e la comunicazione aziendale sperimenta nuove forme di comunicazione, azzarda, osa, percorre nuovi canali. I professionisti, e in particolare gli avvocati, si trovano ancora a dover fare i conti con delle regole deontologiche assolutamente fuori dal tempo e di certo non appropriate all’anno 2022. In un’epoca in cui la competizione tra studi professionali si fa sempre più ferrata, a causa anche dell’alto numero di professionisti, la comunicazione, che potrebbe essere uno strumento utile a fare la differenza all’interno di questo enorme mercato, arranca ancora, ed è costretta ad arenarsi, imbrigliata da regole del Codice deontologico che non consentono una comunicazione “libera”.
I paradossi
Capita, infatti, che sempre più spesso siano proprio i clienti, le aziende, a tirare la volata della comunicazione, agli studi professionali, introducendo nei propri testi dei comunicati stampa gli studi e i team di professionisti, che hanno contribuito alla realizzazione dell’operazione. Ma non è allo stesso tempo consentito a quegli stessi avvocati, di rilanciare tramite i propri canali social, la medesima comunicazione sottolineandone la propria partecipazione. Ormai e nella maggior parte dei casi questa è diventata prassi comune, e consuetudine quotidiana, ma non tutti gli ordini e consigli dell’ordine apprezzano tale consuetudine, redarguendo in alcuni casi i professionisti che utilizzano tale strumento. Strumento che se sdoganato e reso libero, potrebbe e fa la differenza nella scelta di un advisor piuttosto che di un altro.
Centro Studi Forense - Euroconference consiglia
31 Maggio 2022 a 12:05
Gent.ma,
mi permetta di aggiungere alle Sue osservazioni critiche sulle limitazioni alla comunicazione nell’ambito della deontologia Forense, che a mio parere, non ci si deve limitare a rilevarne l’incongruenza sotto il profilo del marketing, o, della non corretta gestione pubblicitaria di questa o quella attività svolta dagli studi legali: la sfida per un futuro che è ormai attualità, è quella di consentire anche in ambito giudiziale, così come in quello a questo alternativo, o, stragiudiziale, la più ampia utilizzazione delle attività comunicative inerenti lo svolgimento del mandato difensivo. Solo così, si consentirà ai legali di affrontarsi in ogni Sede deputata alla risoluzione delle controversie, senza anacronistiche barriere derivanti da intralcianti e poco credibili formule di rito (personale, riservata, non producibile in giudizio). Nel conferimento del mandato, si dovranno precisare i limiti dell’utilizzabilità di documenti e comunicazioni riferibili alla parte assistita; con le espresse limitazioni inerenti il divieto di utilizzo, indicate dal proprio assistito (a tutela della privacy o del segreto epistolare, secondo un apprezzamento nel merito, cui non si potrà rimanere professionalmente estranei). Per il resto si giochi a carte scoperte. Grazie per il Suo contributo e per l’attenzione che Vorrà riservare alla presente. I migliori saluti.
Rodolfo Ranzani