La comunicazione non è una competizione
di Amalia Di Carlo - Ufficio stampa di Marketude Scarica in PDFIn molti casi, e in particolar modo nel corso degli ultimi mesi, ho avuto la sensazione che la comunicazione fosse affrontata da alcuni professionisti, come una competizione tra studi.
Una sorta di start nel quale, proprio come nelle gare di atletica, è solo il più veloce, colui o colei che taglia il traguardo, che si aggiudica la medaglia d’oro.
Mi sono soffermata su questo, a pensare, analizzarne, i motivi, le cause.
Vi chiederete se sono arrivata ad una conclusione? Si.
La comunicazione da alcuni viene trattata proprio come se fosse una competizione, ma questo, in particolar modo, a mio avviso, accade a causa di un appiattimento dei contenuti, di una mancanza di originalità, della carenza di spunti, ma anche per la scarsità di coraggio e della voglia di mettersi in discussione e distinguersi dagli altri utilizzando le armi della competenza e della genialità. E allora?
Allora a quel punto l’unica arma resta la velocità, se batto gli altri sul tempo, arrivo primo e la mia comunicazione sarà più efficace. Errato. Il sillogismo così non regge.
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