Emergenza, maestra di vita
di Giulia Maria Picchi - Senior partner Marketude Scarica in PDFAndava tutto bene (forse) quando improvvisamente ci siamo trovati di fronte a un’emergenza senza precedenti. In attesa di sapere che cosa sta insegnando a voi, vi dico cosa sta insegnando a me.
Responsabilità
L’assunzione della responsabilità personale -ossia la volontà di prendere decisioni autonome facendosi carico delle conseguenze senza aspettare che sia qualcun altro a prendere in mano la situazione al posto nostro- è un’attitudine che nei momenti di emergenza viene fortemente sollecitata, a tutti i livelli.
Esiste una responsabilità nello stabilire le priorità -delle azioni da intraprendere per esempio-, una responsabilità nel decidere che cosa, come e quando comunicare, una responsabilità nel rispettare oggi gli impegni presi in passato pur non avendo più una visione chiara (ammesso che mai si possa avere) di quel che succederà domani, una responsabilità nello stabilire che cosa è compatibile con il futuro che si vuole contribuire a disegnare e che cosa non lo è.
Senz’altro la lista non si esaurisce qui ma vorrei provare a sintetizzarla in un unico concetto: la responsabilità è un approccio orientato al lungo periodo che restituisce sistematicamente coerenza e unità di intenti alle proprie decisioni. Un modo di essere che permette di lasciare un segno positivo, di costituire un esempio a cui riferirsi nei momenti di difficoltà per ritrovare le forze e le energie per andare avanti.
Ecco, l’emergenza a me ha insegnato che, pur dopo un comprensibile e umano senso di totale smarrimento, non può più essere procrastinato il momento di assumersi le proprie responsabilità a tutto tondo.
Mi ha insegnato che non è mai e per nessuna ragione accettabile non pensare al ruolo che si vuole avere e a come si può fare la differenza, nello svolgimento della propria attività e con i propri comportamenti.
L’emergenza mi ha regalato il tempo per pensarci, l’urgenza di trovare una risposta, la paura che serve per agire.