Procedure concorsuali e Diritto fallimentare

Il giudice dell’opposizione agli atti esecutivi ha il potere – dovere di acquisire il fascicolo del processo esecutivo

Cass. civ., Sez. VI, 25 gennaio 2017, n. 1919 – Pres. Amendola – Rel. Frasca [1] Opposizione agli atti esecutivi – Disponibilità delle prove – Fascicolo dell’esecuzione – Acquisizione – Fattispecie (cod. proc. civ., artt. 612, 617, 484, 488, 630, 115) [1] Nel giudizio di opposizione agli atti esecutivi il giudice ha il potere – dovere di acquisire il fascicolo del processo esecutivo: è pertanto illegittimo il rigetto della opposizione sulla base della mancata produzione in giudizio, da parte dell’opponente, degli atti e dei documenti inerenti la procedura esecutiva. CASO [1] Il giudice dell’esecuzione presso il tribunale di Napoli – Sezione distaccata di Portici – con ordinanza dichiarava l’estinzione di una procedura esecutiva e rigettava l’istanza di parte procedente di…

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Crediti prededucibili e attivo fallimentare insufficiente

In molte occasioni, l’attivo fallimentare è di importo talmente esiguo da non riuscire a soddisfare totalmente i creditori prededucibili, o, addirittura, da non consentire il pagamento del compenso liquidato al curatore fallimentare. Sul punto si rende preliminarmente opportuno ricordare che possono essere considerati prededucibili, ai sensi dell’articolo 111 L.F., i crediti “così qualificati da una specifica disposizione di legge, e quelli sorti in occasione o in funzione delle procedure concorsuali”. Il successivo articolo 111-bis L.F. chiarisce quindi che i crediti prededucibili liquidi, certi e non contestati per collocazione e per ammontare possono essere soddisfatti al di fuori del procedimento di riparto se l’attivo è presumibilmente sufficiente a soddisfare tutti i titolari di detti crediti. Il successivo comma 4 del medesimo…

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La Cassazione chiarisce cosa deve intendersi per «pagamenti nei termini d’uso» ai fini dell’esenzione dalla revocatoria fallimentare

Cassazione Civile, sez. I, 7 dicembre 2016 n. 25162; Pres. Nappi; Est. Di Virgilio; P.M. Renzis (concl. diff.). Fallimento – Azione revocatoria fallimentare – Atti a titolo oneroso – Esenzione – Pagamenti «nei termini d’uso» di cui all’art. 67, comma 3, lett. a), l.fall. – Nozione (r.d. 16 marzo 1942 n. 267, legge fallimentare, art. 67) [1] Il rinvio dell’art. 67, comma 3, lett. a), l.fall. ai «termini d’uso», ai fini dell’esenzione dalla revocatoria fallimentare per i pagamenti di beni e servizi effettuati nell’esercizio dell’attività d’impresa, attiene ai tempi ed alle modalità di pagamento proprie del rapporto tra le parti e non già alla prassi del settore economico di riferimento. CASO [1] La curatela del fallimento di una s.r.l. chiedeva…

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I poteri del giudice di merito tra controllo sull’attestazione del professionista e sindacato sulla fattibilità del piano di concordato preventivo

Cass., Sez. I, 28 marzo 2017, n. 7959 [1] Concordato preventivo – Domanda di concordato – Valutazione di ammissibilità – Attestazione del professionista – Sindacato giudiziale – Verifica di adeguatezza e completezza – Tutela dei creditori (r.d. 16 marzo 1942, n. 267, disciplina del fallimento, del concordato preventivo e della liquidazione coatta amministrativa, art. 161, 162, 163) [2] Fallimento – Sentenza dichiarativa – Reclamo – Effetto devolutivo pieno – Nuove questioni – Ammissibilità (r.d. 16 marzo 1942, n. 267, art. 18) [3] Concordato preventivo – Proposta di concordato – Fattibilità – Ambito del sindacato giurisdizionale – Compatibilità con norme inderogabili – Realizzazione della causa concreta (r.d. 16 marzo 1942, n. 267, art. 161, 162, 163) [1] Al fine di pronunciarsi…

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La compatibilità delle norme sull’esecuzione forzata con la liquidazione dell’attivo fallimentare

L’autore esamina le disposizioni in materia di espropriazione immobiliare introdotte dalle recenti riforma al fine di verificare se queste nuove disposizioni possono essere applicate anche nelle vendite fallimentari. Breve premessa. In seguito alle riforme del biennio 2005-2007 i connotati della liquidazione dell’attivo fallimentare hanno subito profondi mutamenti. Per potenziare il ruolo e la funzione del curatore il legislatore ha altresì disancorato le vendite fallimentari dalle tecniche e dalle modalità previste dal codice di rito, eliminando il richiamo contenuto nell’art. 105 l.fall., che salvaguardava la compatibilità con le regole proprie della legge fallimentare, unitamente al rinvio contenuto nel secondo comma dell’art. 108 l.fall. all’art. 578 c.p.c. Queste modifiche, unitamente alla significativa limitazione del potere di direzione e di decisione del giudice…

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L’aliud pro alio nella vendita fallimentare

Trib. Como, 17 marzo 2017; G.D. Petronzi. Fallimento – Vendita forzata – Vizi – Aliud pro alio – Configurabilità – Limiti – Fattispecie (Cod. proc. civ., art. 617; legge fallimentare, art. 36; cod. civ., art. 2922) [1] L’istituto dell’aliud pro alio trova applicazione anche nel caso di vendita forzata di un bene nel corso di una procedura fallimentare, ma con presupposti più stringenti rispetto al caso di vendita negoziale, e va ravvisato soltanto quando la cosa oggetto della vendita forzata abbia carenze tali da renderla del tutto inidonea ad assolvere alla funzione economico-sociale, quale risultante dagli atti del procedimento. CASO [1] Con ricorso presentato ai sensi dell’art. 617 c.p.c., l’aggiudicatario di un compendio immobiliare chiede che venga dichiarata la nullità…

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Sulla responsabilità del debitor debitoris per dichiarazioni false o reticenti rese nel pignoramento presso terzi

Cass., Sez. III, 28 febbraio 2017, n. 5037   [1] Esecuzione forzata per obbligazioni pecuniarie – Pignoramento presso terzi – Dichiarazione del terzo reticente ed elusiva – Pregiudizio per il creditore esecutante – Responsabilità – Limiti (Cod. proc. civ., art. 96, 543, 547, 548, 549; cod. civ., art. 2043) [1] Nell’espropriazione presso terzi, la dichiarazione del terzo reticente od elusiva è fonte di responsabilità per illecito aquiliano e la mancata instaurazione del giudizio di accertamento dell’obbligo del terzo non esclude tale responsabilità, potendo rilevare soltanto come del fatto colposo del creditore, ai sensi dell’art. 1227 c.c.  CASO [1] La Corte di appello di Genova rigettava la domanda di risarcimento proposta dal creditore procedente nei confronti del debitor debitoris in ragione…

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La Corporate Social Responsibility e i nuovi scenari di sviluppo dell’impresa

Premessa Diventa sempre più attuale nel mondo dell’economia aziendale il tema della cosiddetta “responsabilità sociale d’impresa” (Corporate Social Responsibility: CSR”). Si tratta di un approccio strategico-culturale alla gestione dell’impresa che considera il rispetto della persona e dell’ambiente presupporti fondamentali per la crescita duratura dell’impresa stessa. La CSR promuove uno sviluppo dell’impresa coerente con una dimensione valoriale ed etica, che recupera il ruolo centrale della persona e dell’ambiente. Sotto questo punto di vista un’impresa si dice eccellente quando è in grado di contemperare il suo fine economico (che non viene perciò distorto) con le esigenze di tutela della società, cioè quando attraverso il suo operare realizza un mix positivo tra risultati economico-finanziari e partecipativo-sociali, restituendo alla comunità parte dei benefici che…

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Il programma di liquidazione redatto dal curatore fallimentare

Il curatore fallimentare, entro sessanta giorni dalla redazione dell’inventario, ed in ogni caso non oltre centottanta giorni dalla sentenza dichiarativa di fallimento, predispone un programma di liquidazione da sottoporre all’approvazione del comitato dei creditori, che costituisce l’atto di pianificazione ed indirizzo in ordine alle modalità ed ai termini previsti per la realizzazione dell’attivo fallimentare; si tratta pertanto di una relazione nella quale viene esplicitata la strategia che lo stesso curatore intende applicare al fine di ottimizzare i tempi ed i risultati della liquidazione degli attivi fallimentari. Non sarà quindi sufficiente soffermarsi solamente sugli atti di natura liquidatoria che il curatore intende realizzare ma dovranno essere assolutamente indicate anche le azioni di recupero (si pensi per esempio alle azioni revocatorie ovvero risarcitorie) finalizzate alla ricostruzione del patrimonio della società fallita, al fine di poter permettere…

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La proposizione di insinuazioni tardive impedisce la chiusura del fallimento (anche in assenza di insinuazioni tempestive)

Cass., sez. I civ., 15 febbraio 2017 n. 4021, Pres. Nappi, – Est. Bernabai; – P.M. Soldi (diff.). Fallimento – Chiusura – Decreto di chiusura – Dichiarazioni tardive – Preclusione – Esclusione – Ostacolo alla chiusura – Sussistenza (R.d. 16 marzo 1942 n. 267, legge fallimentare, art. 118 comma primo n.1) [1] Il fallimento non può essere chiuso ai sensi dell’art. 118 comma primo n.1 l. fall. per la mancata proposizione di domande di ammissione al passivo, se, prima dell’emissione decreto di chiusura, sono state presentate domande tardive di insinuazione al passivo. CASO [1] Il Tribunale di Treviso dichiarava il fallimento di una società a responsabilità limitata assegnando il termine di trenta giorni prima dell’adunanza dei creditori per la presentazione…

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