Procedure concorsuali e Diritto fallimentare
Qual è il soggetto legittimato a presentare l’istanza di fallimento in proprio ex art. 6 L.F.?
Corte di Cassazione, Sez. I civile, Ordinanza n. 30542 del 25 ottobre 2018 (pubb. 26 novembre 2018). Parole chiave: revoca amministratore – nomina amministratore – istanza di fallimento in proprio – efficacia iscrizione nomina registro delle imprese – potere di rappresentanza società Massima: “Nel caso di revoca assembleare dell’amministratore di una società a responsabilità limitata, con contestuale nomina del nuovo amministratore, spetta a quest’ultimo, e non già al primo, proporre istanza di fallimento in proprio ex articolo 6 legge fallimentare, nonostante la nomina e la revoca relative non siano ancora state iscritte nel registro delle imprese”. Disposizioni applicate: artt. 2383 commi 4 e 5; 2448; 2475 c.c. – artt 5 – 6 L.f. La prima sezione civile della Suprema Corte…
Continua a leggere...Quando l’approvazione dei creditori non basta: la storia di un concordato preventivo trasformatosi in fallimento
Corte di Cassazione civile, Sez. I, Sentenza n. 31478 del 9 novembre 2018 (dep. 5 dicembre 2018) Parole chiave: concordato preventivo – inammissibilità – approvazione proposta – maggioranza dei creditori – sindacato del tribunale – fattibilità giuridica della proposta – valutazione positiva dell’attestatore Massima: “In tema di concordato preventivo, il giudice ha il dovere di esercitare il controllo di legittimità sul giudizio di fattibilità della proposta di concordato, non restando questo escluso dall’attestazione del professionista, mentre rimane riservata ai creditori la valutazione in ordine al merito del detto giudizio, che ha ad oggetto la probabilità di successo economico del piano ed i rischi inerenti. II menzionato controllo di legittimità, peraltro, si realizza facendo applicazione di un unico e medesimo parametro…
Continua a leggere...Revocatoria ordinaria nei confronti di un fallimento: una netta chiusura delle Sezioni Unite
Cassazione Civile, Sezioni Unite n. 30416 del 25 settembre 2018 (pubblicata il 23/11/2018) Parole chiave: revocatoria ordinaria – actio pauliana – revocatoria fallimentare – natura costitutiva sentenza revocatoria – inammissibilità della revocatoria Massima: “La sentenza che accoglie la domanda revocatoria, sia essa ordinaria o sia fallimentare, in forza di un diritto potestativo comune, al di là delle differenze esistenti tra le medesime, ma in considerazione dell’elemento soggettivo di comune accertamento da parte del giudice, quantomeno nella forma della scientia decoctionis, ha natura costitutiva, in quanto modifica ex post una situazione giuridica preesistente, sia privando di effetti, atti che avevano già conseguito piena efficacia, sia determinando, conseguentemente, la restituzione dei beni o delle somme oggetto di revoca alla funzione di generale…
Continua a leggere...Quando si realizza il concorso del professionista extraneus nei fatti di bancarotta fraudolenta dell’intraneus amministratore della società fallita?
Corte di Cassazione V Sezione Penale – Sentenza n. 49499 del 5 luglio 2018 (pubblicata il 29 ottobre 2018) Parole chiave: bancarotta fraudolenta patrimoniale – bancarotta documentale – concorso – condotta anteriore dell’intraneus – terzo extraneus – comportamento postumo “Deve quindi addivenirsi alla conclusione che un comportamento postumo del terzo extraneus non è idoneo a configurare la fattispecie del concorso con il delitto di bancarotta fraudolenta patrimoniale commesso dall’intraneus, dovendo la condotta del terzo essere anteriore o comunque concomitante a quella distrattiva dell’imprenditore fallito (o dell’amministratore della società fallita)” Disposizioni applicate: art. 110 c.p. – art. 216 e 223 l.f. La Quinta Sezione della Corte di Cassazione Penale con la sentenza n. 49499 del 5 luglio 2018 si è occupata…
Continua a leggere...La vexata quaestio della revocatoria della scissione e della tassatività dei rimedi endosocietari
Sentenza n. 13871/2018 Tribunale Roma, Sez. Fallimentare, pubblicata il 5 luglio 2018 Parole chiave: scissione societaria – operazione di riorganizzazione – fattispecie a formazione progressiva – invalidità della scissione – tassatività dei rimedi endosocietari – inefficacia della scissione – revocatoria fallimentare – inesperibilità “In tema di fallimento, non rinvenendosi con la scissione alcuna cessione a titolo gratuito, né alcun atto dispositivo incidente sul patrimonio della società scissa, ma soltanto una nuova organizzazione societaria, attraverso l’attribuzione ai soci della scissa della partecipazione nelle società beneficiarie, non è ammissibile l’azione revocatoria prevista dall’articolo 64 della legge fallimentare.” Disposizioni applicate: artt. 64, 67 l.f., artt. 2503, 2504-quater, 2506, 2506 bis, 2506-ter, 2506-quater, 2901 c.c. Il Tribunale di Roma con la sentenza n. 13871/2018…
Continua a leggere...La revocatoria delle rimesse su conto corrente scoperto
Corte di Cassazione Ordinanza n. 21694 del 6 settembre 2018 Parole chiave: Revocatoria fallimentare – Rimesse bancarie – Anticipo su fatture – Mandato all’incasso – Cessione del credito “Deve ritenersi legittima la revocatoria fallimentare delle rimesse effettuate nel periodo sospetto in quanto aventi natura solutoria laddove l’anticipazione dell’importo delle fatture da parte della banca non è stata accompagnata dalla cessione dei crediti a garanzia dei relativi finanziamenti ma solo dal conferimento di un mandato all’incasso: la carenza di ritrascrizione, almeno per punti essenziali, delle singole pattuizioni consente di ritenere che quegli incassi da terzi in realtà siano stati direttamente utilizzati dalla banca per ridurre l’esposizione generale ed unitaria raggiunta dal cliente e contabilizzata in altra sede, dunque a prescindere dalla…
Continua a leggere...Sovraindebitamento: il fideiussore può essere considerato “consumatore”
Il Tribunale di Padova apre al fideiussore-consumatore. Si tratta di un arresto importante (sentenza 27 giugno 2018) reso nell’ambito di un giudizio civile, che può essere utilmente applicato anche in tema di sovraindebitamento. Nel caso di specie, un istituto di credito ha ottenuto un decreto ingiuntivo nei confronti del debitore principale e dei garanti. Nel costituirsi in giudizio la parte opponente ha eccepito l’incompetenza territoriale del tribunale per avere residenza in territorio ricadente sotto la competenza territoriale del Tribunale di Rovigo, invocando l’applicazione del foro del consumatore in forza del principio di diritto espresso dalla Corte di Giustizia Europea con le decisioni nn. 74 e 534 del 2015; la giurisprudenza comunitaria infatti ha riconosciuto la prevalenza del foro del consumatore anche per il caso in cui soggetti privi di collegamento patrimoniale con la società abbiano rilasciato una garanzia per la medesima. La…
Continua a leggere...Sovraindebitamento: l’insostenibile durata del piano del consumatore
Acque chete e tempi lunghi in riva al Lago. Con una argomentata e convincente decisione il Tribunale di Como ha omologato un piano del consumatore con dilazione a 20 anni (decreto 24 maggio 2018, Est. Petronzi). Invero, in assenza di un univoco dato normativo che stabilisca in maniera chiara il perimetro temporale nel quale si debbono snodare le procedure di sovraindebitamento, non può che supplire – si legge nella pronuncia del Tribunale di Como – l’interpretazione giurisprudenziale del dato normativo, che presuppone, muovendosi nel tracciato dei principi di rango costituzionale, il bilanciamento di contrapposti interessi di rango costituzionale (la ragionevole durata dei procedimenti nonché la effettività della tutela giurisdizionale). Sulla materia si sono formati due orientamenti giurisprudenziali. Il primo che, nell’ammettere procedure di sovraindebitamento di durata anche assai rilevante, non ha mancato di…
Continua a leggere...Sovraindebitamento e cessione del quinto dello stipendio
Uno dei temi di maggiore attualità in materia di sovraindebitamento del consumatore è costituito dalla opponibilità delle cessioni del quinto dello stipendio. È noto che la L. 3/2012 concede la possibilità ai soggetti non fallibili, incapaci di ripagare i propri debiti per cause sopravvenute non attribuibili alla loro volontà (quindi, meritevoli), di vedere falcidiati i propri impegni. Nell’ambito di queste procedure il problema che si pone è se il finanziamento assistito da “cessione di quote di stipendio/pensione” debba essere rimborsato secondo il piano di ammortamento originariamente concordato o possa essere falcidiato. Con una condivisibile pronuncia, il Tribunale di Pescara (decreto del 16.2.2017, Est. Capezzera) ha ritenuto evidente che, quando la L. 3/2012 fa riferimento alla situazione debitoria, richiama “qualunque obbligazionefaccia capo ad un soggetto, scaduta o da scadere, relativa ad un…
Continua a leggere...Alcuni «punti fermi» sul tema della (non) fallibilità degli enti pubblici in forma societaria
Trib. Como, Sez. I, 27 marzo 2018, Pres. Introini, Est. Petronzi Fallimento e procedure concorsuali – Enti pubblici – Organismo di diritto pubblico – Società in house – Società legale – Fallibilità – Esclusione – Fondamento – Limiti (L. fall., art. 1, 7, 160, 161; cod. proc. civ., art. 105, 267; r.d.l. 2 marzo 1933, n. 201; d.l. 10 ottobre 2012, n. 174 conv. in l. 7 dicembre 2012, n. 213, art. 10 bis; l. 20 marzo 1975, n. 70, art. 4; d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163; d.lgs. 19 settembre 2016, n. 175, art. 1, 12, 14; d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50, art. 3, 5) [1] Non è qualificabile come ente pubblico – ed è quindi fallibile ai…
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