Procedure concorsuali e Diritto fallimentare
Il curatore fallimentare è legittimato a chiedere la revoca del sequestro preventivo a fini di confisca e ad impugnare i provvedimenti cautelari reali
Cass. Pen., sez. un., 16 novembre 2019, n. 45936 Parole chiave Curatore fallimentare – Legittimazione attiva – Sequestro preventivo – Impugnazione misure cautelari reali – Dichiarazione fallimento – Disponibilità beni fallimentari Massima Il curatore fallimentare è legittimato a domandare la revoca del sequestro preventivo finalizzato alla confisca e ad impugnare i provvedimenti in materia cautelare reale. Tale legittimazione deriva dal combinato disposto dell’art. 322-bis c.p.p., che individua i soggetti legittimati a chiedere la revoca del sequestro preventivo, e dell’art. 42 L.F., secondo il quale dalla dichiarazione di fallimento la disponibilità dei beni del fallito, esistenti alla dichiarazione di fallimento, si trasferisce agli organi della procedura fallimentare. Riferimenti normativi Art. 322 c.p.p.; Art. 322-bis c.p.p.; Art. 618 comma 1-bis c.p.p.; Art….
Continua a leggere...Omesso versamento d’imposte e meritevolezza del sovraindebitato
Tribunale di Como – Prima Sez. Civile – Fallimentare – R.g. OCC. 4/2019 Il caso Un libero professionista sovraindebitato presenta domanda di omologazione di un piano del consumatore; all’omologazione del piano si oppone una società finanziaria deducendo il difetto del requisito della meritevolezza, per avere il debitore contratto nuovi debiti chiedendo un finanziamento in presenza di un pregresso, notevolissimo, indebitamento fiscale, derivante dalla prolungata omissione degli obblighi tributari. Il Tribunale, osservato che l’indebitamento complessivo si era formato principalmente per effetto della costante omissione di versamenti d’imposta a partire dai primi anni 2000, esprime un giudizio di non meritevolezza del debitore, escludendo che il formarsi dell’indebitamento possa dirsi intervenuto senza colpa e, conclusivamente, revoca l’apertura del procedimento e rigetta l’istanza di…
Continua a leggere...Contenuto della domanda di ammissione a passivo fallimentare – Ipotesi di declaratoria di nullità
Cass. civ. Sez. I, Sent. 4 settembre 2019, n. 22080, Pres. Genovese – Relatore Dolmetta Parole chiave: Domanda di ammissione a passivo fallimentare – mancata ammissione del credito per sua inammissibilità – sufficienza dell’esposizione dei fatti e degli elementi di diritto. Massima: nella valutazione del grado di incertezza della domanda di insinuazione al passivo fallimentare non può prescindersi dalla natura del relativo oggetto e dalla relazione in cui, con esso, si trovi eventualmente la controparte. Riferimenti normativi: artt. 93, 96 e 99 Legge Fallimentare. Caso: Una domanda di ammissione allo stato passivo di una Amministrazione Straordinaria non ha trovato accoglimento, ai sensi dell’art. 93, comma 3, numero 3 in quanto “non contiene alcuna esposizione dei fatti e degli elementi di…
Continua a leggere...La sostituzione della delibera impugnata ex art. 2377, comma 8, c.c. e la tipologia dei relativi provvedimenti processuali
Sentenza del 01.03.2016 nr. 360 Tribunale di Venezia Sezione Specializzata in materia di Impresa Parole chiave: Delibera Impugnata – Sostituzione – Poteri del Giudice – Cessazione della materia del Contendere – Difetto di interesse ad agire Massima: Nell’ambito del giudizio avente ad oggetto l’impugnazione della delibera poi sostituita va effettuata una verifica della assenza di vizi suscettibile di provocare l’annullamento o la declaratoria di nullità della delibera che ha determinato la sostituzione e, ciò, a prescindere dalla autonoma impugnazione della seconda. La norma di cui all’art. 2379 ultimo comma c.c., si estende alle ipotesi di nullità della delibera impugnata in quanto compatibili. Riferimenti normativi: art. 2377, comma 8, c.c.; art. 2379, ultimo comma, c.c., art. 2479 ter, ultimo comma, c.c….
Continua a leggere...Riflessioni sui rapporti di pregiudizialità e coordinamento tra la procedura prefallimentare e la procedura per l’omologazione di un accordo di ristrutturazione ex art. 182bis L.F.
Cass. Civ., sez. I, 22 maggio 2019, n. 13850 – Pres. Didone – Rel. Vella Parole chiave: fallimento, dichiarazione di fallimento, accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182bis L.F., omessa risoluzione dell’accordo omologato, creditore estraneo, procedibilità. Massima: “Nulla osta alla procedibilità di una domanda di fallimento presentata dopo l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis L.F. da un creditore estraneo all’accordo rimasto insoddisfatto, anche qualora l’accordo sia in corso di esecuzione e non formalmente risolto” Disposizioni applicate: R.D. 16 marzo 1942, n. 267: art. 6, art. 15, art. 182bis e art. 184; D.Lgs. 12 gennaio 2019 n. 14 CASO La società a responsabilità limitata Alfa presentava avanti il Tribunale di Avellino ricorso per l’omologazione di…
Continua a leggere...La “reviviscenza” o meno del rango privilegiato del credito oggetto di revocatoria e successivamente ammesso al passivo fallimentare
Tribunale di Milano,Sez. II civile Fallimentare, Decreto n. 2363/2019 dell’8/03/2019, Pres. Paluchowski, Rel. Giani Parole chiave: ammissione al passivo – garanzie – crediti pignoratizi – crediti chirografari – revocatoria fallimentare – effetti. Massima: “Non risulta condivisibile l’idea che la norma della L. Fall., art. 70, comma 2, esprima un principio generale di reviviscenza delle garanzie a servizio del credito il cui pagamento è stato revocato. Ed anzi l’escussione costituisce l’atto finale della garanzia e, pertanto, pone fine all’esistenza stessa di quest’ultima”. Disposizione applicate: Artt. 53, 67 e 70, II° co., l. fall.. Caso Subita l’azione revocatoria ex art. 67 l. fall. avente ad oggetto la realizzazione della garanzia pignoratizia, un istituto di credito ha presentato domanda di ammissione al passivo…
Continua a leggere...Legittimità del versamento post fallimento effettuato dal garante, o da suo delegato, sul conto corrente del fallito
Cass. civ. Sez. VI, Sent. 12 marzo 2019, n. 13458, Pres. Di Virgilio – Est. Pazzi Parole chiave: Effetti del fallimento sui rapporti giuridici – Adempimento del Garante del Fallito – Modalità di adempimento diretta e indiretta. Massima: Non viola il principio di cristallizzazione dei rapporti facenti capo al fallito, il versamento effettuato dal garante su un rapporto di conto corrente del garantito dichiarato fallito in essere presso la banca creditrice, anche se effettuato in maniera indiretta per il tramite di terzo, perché la creditrice medesima se ne giovi. Riferimenti normativi: artt. 44 secondo comma, 67 Legge Fallimentare ed art. 1180 cod. civ. Caso: Successivamente alla dichiarazione di fallimento di un imprenditore, il genitore del fideiussore provvedeva a versare, in…
Continua a leggere...Credito prededucibile anche in caso di consecuzione di procedure concorsuali omologhe
Cass. civ., sez. I, 11 giugno 2019, n. 15724 – Pres. Didone – Rel. Pazzi Parole chiave: Fallimento – Prededuzione – Privilegio – Identità degli effetti – Non sussiste [1] Massima: La prededuzione, a differenza del privilegio, non attribuisce una causa di prelazione, ma una precedenza processuale, in ragione della strumentalità dell’attività da cui il credito consegue agli scopi della procedura, onde renderla più efficiente. Disposizioni applicate: r.d. 267/1942, art. 111; cod. civ., artt. 2741 e 2745 Parole chiave: Fallimento – Consecuzione di procedure concorsuali – Finalità di risolvere la medesima situazione di crisi economica – Accertamento – Traslazione della prededuzione da una procedura all’altra – Configurabilità [2] Massima: La consecuzione di procedure concorsuali è un fenomeno generalissimo, consistente nel…
Continua a leggere...Concordato preventivo con cessio bonorum: risoluzione per scarso inadempimento?
Cassazione civile, sez. I, 31.7.2019, n. 20652 – Est. A. Pazzi – Pres. F. A. Genovese Parole chiave: concordato preventivo – inadempimento – risoluzione MASSIMA In tema di procedure concorsuali, il concordato preventivo deve essere risolto, a norma della L. Fall., art. 186, qualora emerga che esso sia venuto meno alla sua funzione di soddisfare i creditori nella misura promessa, a meno che l’inadempimento non abbia scarsa importanza. Infatti, per tale verifica, la percentuale di soddisfacimento, che sia stata eventualmente indicata dal debitore, non è vincolante, salva l’assunzione di una specifica obbligazione intesa a garantirla; e tuttavia essa funge da criterio di riferimento utile ad apprezzare l’importanza dell’inadempimento: ne consegue che il concordato preventivo deve essere risolto, L. Fall., ex…
Continua a leggere...La disciplina dei contratti pendenti in caso di contratti con comunione di scopo. L’inapplicabilità al concordato preventivo dell’art. 72, comma 6, L.F.
Tribunale di Venezia, Sez. I civ., 24 giugno 2019 – Giudice Unico Dott. Fabio Doro [1] Massima: “Gli articoli 72 e 169-bis l. fall. hanno un ambito di applicazione sovrapponibile e disciplinano la sorte dei contratti a prestazioni corrispettive in cui le prestazioni siano rimaste ineseguite o non siano state compitamente eseguite da entrambe le parti. Ne consegue che queste due disposizioni non sono applicabili qualora non si sia al cospetto di contratti sinallagmatici, ma di contratti di diversa natura, quali i contratti con comunione di scopo”. Disposizioni applicate: art. 161 – art. 72 – art. 169-bis l.f. Parole chiave: concordato preventivo – consorzio – contratti pendenti – contratti sinallagmatici [2] Massima: “Sussistono effettivamente ragionevoli dubbi sulla possibilità di applicare…
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