Procedure concorsuali e Diritto fallimentare

Ammissibile l’insinuazione ultratardiva in caso di crediti sopravvenuti

Cass. civ., sez. I, 10 luglio 2019, n. 18544 – Pres. Didone – Rel. Dolmetta Parole chiave: Dichiarazione di fallimento – Domanda di ammissione al passivo – Crediti sopravvenuti – Termine annuale – Decorrenza [1] Massima: Le domande di ammissione al passivo di crediti sorti dopo la dichiarazione di fallimento devono essere presentate entro un anno dal momento in cui sono maturate le condizioni per la partecipazione al passivo. Disposizioni applicate: Cost., artt. 3 e 24; r.d. 267/1942, art. 101  CASO Una società presentava domanda di ammissione al passivo del credito vantato nei confronti della società fallita a titolo di restituzione di caparra confirmatoria, in conseguenza dello scioglimento del contratto preliminare provocato dal curatore ai sensi dell’art. 72 l.fall. La…

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Il nuovo imprenditore agricolo e l’assoggettamento al fallimento

Tribunale di Rimini, 25.2.2020 – Est. S. Rossi – Pres. F. Miconi Parole chiave: imprenditore agricolo – fallibilità – attività connesse – prevalenza Massima: Il carattere intensivo dell’allevamento in batteria non nuoce alla qualificazione dell’attività come agricola, essendo la stessa legata solo alla cura di un ciclo biologico della vita dell’animale o anche di una fase del ciclo stesso, a prescindere dalla quantità di animali allevati. Disposizioni applicate: 1 L. Fall. – 5 L.F. – 2135 c.c. Il provvedimento del Tribunale di Rimini (25.2.2020) pone nuovamente l’attenzione sulla necessità di individuare i criteri oggettivi della sfera dell’agrarietà, al fine di maggiormente definirne i confini rispetto l’impresa commerciale, rapportando e rilevando la possibile fallibilità dell’imprenditore agricolo, quando per tipologia di attività,…

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La Corte di Cassazione conferma la possibilità di assoggettare a fallimento la società scissa

Cass. civ., Sez. I, Sent. 21.2.2020, n. 4737 – Pres. Didone – Rel. Dolmetta Massima: “Nel vigente sistema normativo, un fenomeno di riorganizzazione societario – quale, tra gli altri, è la scissione – come pure, più in generale, di modificazione della struttura conformativa del debitore, non può, come principio, realizzare una causa di sottrazione dell’impresa dalla soggezione alle procedure concorsuali.”. Disposizioni applicate: art. 2506 c.c. – art. 10 l. fall. Parole chiave: scissione – fallimento – riorganizzazione societaria CASO La Corte d’Appello di Torino, confermando il provvedimento reso dal giudice di prime cure, dichiarava il fallimento della società Alfa s.p.a., società cancellata dal registro delle imprese a seguito di scissione totale e assegnazione del patrimonio alle società Beta s.r.l. e…

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Solo al credito di rivalsa Iva vantato dai professionisti spetta il privilegio generale mobiliare ex art. 2751 bis n.2 c.c.

Sentenza Corte Costituzionale, n. 1/2020, depositata il 3 gennaio 2020 Parole chiave Credito di rivalsa Iva dei professionisti – spettanza del privilegio generale mobiliare – questione di legittimità costituzionale Massima l’art. 2751 bis n.2 c.c. è costituzionalmente legittimo nella parte in cui estende anche al credito per rivalsa Iva il privilegio generale mobiliare ivi attribuito al credito per le retribuzioni dei professionisti Disposizioni applicate art. 2751 bis n.2 c.c. (come modificato dall’art. 1 comma 474 Legge 27/12/2017 n.205), art. 3 Cost. La Corte Costituzionale è stata investita di questione di legittimità costituzionale sollevata dal Tribunale di Udine in relazione alla previsione, introdotta nell’art. 2751 bis n.2 c.c. dalla Legge 205/2017, dell’estensione ai soli crediti di rivalsa Iva dei professionisti la…

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La non prededucibilità del credito del subappaltatore di opera pubblica in caso di fallimento dell’appaltatore

Cass. SSUU. 2 marzo 2020, n. 5685 Parole chiave: Fallimento – prededuzione – appaltatore – credito del subappaltatore – opere pubbliche Massima La possibilità per la stazione appaltante di sospendere i pagamenti, ex art. 118 comma 3, D.lgs. 163/2006, in favore dell’appaltatore di opera pubblica in attesa delle fatture dei pagamenti effettuati da quest’ultimo al subappaltatore deve intendersi operare per imprese in bonis con le quali il rapporto sia in corso e non, invece, nel caso in cui la dichiarazione di fallimento abbia determinato lo scioglimento del contratto di appalto. Una volta intercorso il fallimento, deve essere esclusa la prededuzione dei crediti del subappaltatore e, pertanto, la stazione appaltante è tenuta a corrispondere al curatore il corrispettivo delle prestazioni eseguite fino…

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Conflitto tra crediti prededucibili e crediti prelatizi reali nelle procedure di composizione del sovraindebitamento

Trib. Como 18 dicembre 2019 CASO In una procedura di liquidazione del patrimonio, il creditore ipotecario propone istanza di sospensione avverso il progetto di riparto finale che prevede la soddisfazione – dal ricavato dell’unico bene appreso alla procedura, un immobile gravato da ipoteca – dei crediti prededucibili, per spese di procedura (compensi dell’occ e degli ausiliari, imposte specifiche), con preferenza rispetto al credito garantito da ipoteca. Il creditore fonda la sua pretesa sul disposto dell’art. 14-duodecies, comma 2, l. 27.1.2012, n. 3, a tenore del quale “i crediti sorti in occasione o in funzione … di uno dei procedimenti di cui alla precedente sezione sono soddisfatti con preferenza rispetto agli altri, con esclusione di quanto ricavato dalla liquidazione dei beni…

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Responsabilità degli amministratori nel concordato preventivo liquidatorio: profili di legittimazione

Tribunale di Firenze, Sez. Impr., 3 ottobre 2019 – Pres. Rel. N. Calvani Parole chiave: Concordato preventivo con cessione dei beni – Azione sociale di responsabilità – Amministratori – Liquidatore giudiziale – Automatica cessione al liquidatore giudiziale – Mancata previsione nel piano concordatario – Preclusione Massima Nel concordato preventivo con cessione di beni l’azione di responsabilità verso gli organi sociali che compete alla società non può intendersi automaticamente ceduta al liquidatore giudiziale se non è prevista nel piano concordatario. Disposizioni applicate Art. 146 l. fall.; art. 152 l. fall.; art. 167 l. fall.; art. 2394-bis cod. civ.; art. 2409 cod. civ. Con la sentenza in commento, il Tribunale di Firenze affronta il tema della legittimazione del liquidatore giudiziale a promuovere…

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L’iscrivibilità nel Registro delle Imprese degli atti e delle domande giudiziali

Decreto di rigetto n. Cron. 11783/2019 del 30.10.2019 R.G. 3634/2019 Tribunale Ordinario di Vicenza, Prima Sezione Civile Parole chiave: Ufficio di registro – Principio di tipicità Massima: Non è iscrivibile nel Registro delle imprese la domanda giudiziale volta all’ottenimento della revocatoria ex art. 2901 c.c. di atto di trasferimento di quote di partecipazione, non rinvenendosi disposizione normativa alcuna che lo preveda, non trovando applicazione, nel caso di specie, il principio di completezza delle iscrizioni e, in ogni caso, non essendo idonea l’iscrizione richiesta ad escludere la buona fede dei terzi successivamente acquirenti (avendo, peraltro, a disposizione il reclamante altri strumenti giuridici di tutela). Riferimenti normativi: art. 2188 c.c., 2189 c.c.; 2193 c.c., 2901 c.c.; art. 7, 8, comma 6 e…

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Insinuazione al passivo dei crediti sorti nel corso della procedura fallimentare

Cass. Civ., sez. I, 17 febbraio 2020, n. 3872 – Pres. Didone – Rel. Pazzi Parole chiave: fallimento, termini di decadenza, domanda di insinuazione al passivo, domanda di insinuazione tardiva, credito sopravvenuto, credito sorto nel corso della procedura, indebito. MASSIMA La domanda di insinuazione al passivo dei crediti sorti nel corso della procedura fallimentare, ancorché non soggetta al termine di decadenza previsto dall’art. 101, commi primo ed ultimo, L. Fall., deve essere proposta nel termine di un anno dal momento in cui si verificano le condizioni di partecipazione al passivo fallimentare, in armonia con l’intero sistema di insinuazione che è attualmente in essere sulla scorta dei principi costituzionali di cui agli articoli 3 e 24 della Costituzione Disposizioni applicate: R.D….

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La concessione di ipoteca per un debito già scaduto è un negozio di disposizione patrimoniale e pertanto è revocabile

Corte di Cassazione, Sez. VI, Ordinanza n. 1414/2020 del 22/01/2020 (Ud. 25/09/2019), Pres. Frasca, Rel. Dell’Utri Parole chiave: ipoteca – concessione di ipoteca – adempimento di debito scaduto – revocatoria – revocatoria ordinaria – effetti della mora. Massima: “La disposizione contenuta nel terzo comma dell’art. 2901 cod. civ., in forza della quale non è soggetto a revoca l’adempimento di un debito scaduto, ha la sua ragione nella natura di atto dovuto della prestazione del debitore, una volta che si sono verificati gli effetti della mora, ex art. 1219 cod. civ., e non nell’assenza di una diminuzione della sua garanzia patrimoniale generale. Tale norma, pertanto, non è applicabile, né in via di interpretazione estensiva, né per analogia, alla concessione di ipoteca…

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