Procedure concorsuali e Diritto fallimentare

L’iscrivibilità nel Registro delle Imprese degli atti e delle domande giudiziali

Decreto di rigetto n. Cron. 11783/2019 del 30.10.2019 R.G. 3634/2019 Tribunale Ordinario di Vicenza, Prima Sezione Civile Parole chiave: Ufficio di registro – Principio di tipicità Massima: Non è iscrivibile nel Registro delle imprese la domanda giudiziale volta all’ottenimento della revocatoria ex art. 2901 c.c. di atto di trasferimento di quote di partecipazione, non rinvenendosi disposizione normativa alcuna che lo preveda, non trovando applicazione, nel caso di specie, il principio di completezza delle iscrizioni e, in ogni caso, non essendo idonea l’iscrizione richiesta ad escludere la buona fede dei terzi successivamente acquirenti (avendo, peraltro, a disposizione il reclamante altri strumenti giuridici di tutela). Riferimenti normativi: art. 2188 c.c., 2189 c.c.; 2193 c.c., 2901 c.c.; art. 7, 8, comma 6 e…

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Insinuazione al passivo dei crediti sorti nel corso della procedura fallimentare

Cass. Civ., sez. I, 17 febbraio 2020, n. 3872 – Pres. Didone – Rel. Pazzi Parole chiave: fallimento, termini di decadenza, domanda di insinuazione al passivo, domanda di insinuazione tardiva, credito sopravvenuto, credito sorto nel corso della procedura, indebito. MASSIMA La domanda di insinuazione al passivo dei crediti sorti nel corso della procedura fallimentare, ancorché non soggetta al termine di decadenza previsto dall’art. 101, commi primo ed ultimo, L. Fall., deve essere proposta nel termine di un anno dal momento in cui si verificano le condizioni di partecipazione al passivo fallimentare, in armonia con l’intero sistema di insinuazione che è attualmente in essere sulla scorta dei principi costituzionali di cui agli articoli 3 e 24 della Costituzione Disposizioni applicate: R.D….

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La concessione di ipoteca per un debito già scaduto è un negozio di disposizione patrimoniale e pertanto è revocabile

Corte di Cassazione, Sez. VI, Ordinanza n. 1414/2020 del 22/01/2020 (Ud. 25/09/2019), Pres. Frasca, Rel. Dell’Utri Parole chiave: ipoteca – concessione di ipoteca – adempimento di debito scaduto – revocatoria – revocatoria ordinaria – effetti della mora. Massima: “La disposizione contenuta nel terzo comma dell’art. 2901 cod. civ., in forza della quale non è soggetto a revoca l’adempimento di un debito scaduto, ha la sua ragione nella natura di atto dovuto della prestazione del debitore, una volta che si sono verificati gli effetti della mora, ex art. 1219 cod. civ., e non nell’assenza di una diminuzione della sua garanzia patrimoniale generale. Tale norma, pertanto, non è applicabile, né in via di interpretazione estensiva, né per analogia, alla concessione di ipoteca…

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La trasformazione della società in comunione d’azienda non preclude la dichiarazione di fallimento

Cass. civ., sez. I, 19 giugno 2019, n. 16511 – Pres. Genovese – Rel. Amatore Parole chiave: Società – Trasformazione in comunione d’azienda – Cancellazione della società dal registro delle imprese – Dichiarazione di fallimento – Ammissibilità [1] Massima: Poiché nelle ipotesi di trasformazione eterogenea si determina sempre un rapporto di successione tra soggetti distinti per natura oltre che per forma, la nascita di una comunione di azienda a scopo di godimento ai sensi dell’art. 2248 c.c. cui l’ente collettivo trasferisca il proprio patrimonio non preclude la dichiarazione del fallimento della società entro il termine di un anno dalla sua eventuale cancellazione dal registro delle imprese. Disposizioni applicate: r.d. 267/1942, art. 10; cod. civ., artt. 2248, 2500-septies, 2500-novies e 2495…

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Estendibilità del fallimento alla holding personale di fatto

Tribunale di Vicenza, 21.1.2020 – Est. G. Limitone – Pres. G. Campo Parole chiave: fallimento – eterodirezione – holding – estensione del fallimento Massima: Non può dirsi integrato un fenomeno di holding quando non vi sia prova del completo assoggettamento alla volontà dell’holder da parte degli organi sociali (amministratori ed assemblea) delle controllate di fatto, le quali, nel caso che occupa, non sembrano essere dei semplici prestanome o comunque dei meri figuranti, come dovrebbe essere nel caso della holding. Disposizioni applicate: 1 L. Fall. – 146 L.F. – 2497 c.c. Il Tribunale di Vicenza attraverso il decreto 16.1.2020 (pubbl. il 21.1.2020), affronta nuovamente la delicata ed annosa questione della fallibilità per estensione della società di fatto capogruppo, così come individuata…

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Il piano del consumatore sovraindebitato: questioni sostanziali e processuali

Cass. civ. Sez. I, Sent. 10 aprile 2019, n.10095,  Pres.  Didone- Est. Dolmetta Parole chiave: Sovraindebitamento del consumatore- Procedura di piano- Ricorribilità per Cassazione- Meritevolezza soggettiva Massima: È ammissibile il ricorso per Cassazione avverso il decreto di accoglimento del reclamo proposto nei confronti del provvedimento di omologazione del piano del consumatore ai sensi dell’art. 12 bis L.3/2012, tenuto conto del carattere contenzioso del procedimento e dell’idoneità del provvedimento che lo definisce ad incidere su diritti soggettivi. È corretto non ammettere alla procedura di piano del consumatore il debitore che ha tenuto un comportamento contrario all’ordinaria diligenza. Riferimenti normativi:  art. 111 Cost.; artt. 9 e 12 bis l. 3/2012; art. 69 CCI. Caso Un consumatore sovraindebitato ricorre in Cassazione, ai sensi…

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Falcidiabile l’Iva anche nelle procedure di sovraindebitamento

Sentenza Corte Costituzionale, 22 ottobre 2019, n. 245/19, depositata il 29 novembre 2019 Parole chiave Crisi da sovraindebitamento– ammissibilità della riduzione dell’Iva – questione di legittimità costituzionale Massima L’art. 7, comma 1, Legge n. 3/2012, che vieta la falcidia dell’Iva, consentendone unicamente la dilazione del pagamento, contrasta con il principio di uguaglianza di cui all’art.3 Cost. Disposizioni applicate art. 7, comma 1, Legge n. 3/2012, art. 3 Cost. La sentenza in commento è stata pronunciata dalla Corte Costituzionale nel giudizio di legittimità costituzionale dell’art. 7 comma 1, terzo periodo, Legge 27 gennaio 2012, n. 3, promossa dal Tribunale di Udine con riferimento agli art. 3 e 97 Cost., in un giudizio avente ad oggetto un ricorso per l’omologa di un…

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Il curatore fallimentare è legittimato a chiedere la revoca del sequestro preventivo a fini di confisca e ad impugnare i provvedimenti cautelari reali

Cass. Pen., sez. un., 16 novembre 2019, n. 45936 Parole chiave Curatore fallimentare – Legittimazione attiva – Sequestro preventivo – Impugnazione misure cautelari reali – Dichiarazione fallimento – Disponibilità beni fallimentari Massima Il curatore fallimentare è legittimato a domandare la revoca del sequestro preventivo finalizzato alla confisca e ad impugnare i provvedimenti in materia cautelare reale. Tale legittimazione deriva dal combinato disposto dell’art. 322-bis c.p.p., che individua i soggetti legittimati a chiedere la revoca del sequestro preventivo, e dell’art. 42 L.F., secondo il quale dalla dichiarazione di fallimento la disponibilità dei beni del fallito, esistenti alla dichiarazione di fallimento, si trasferisce agli organi della procedura fallimentare.  Riferimenti normativi Art. 322 c.p.p.; Art. 322-bis c.p.p.; Art. 618 comma 1-bis c.p.p.; Art….

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Omesso versamento d’imposte e meritevolezza del sovraindebitato

Tribunale di Como – Prima Sez. Civile – Fallimentare – R.g. OCC. 4/2019 Il caso Un libero professionista sovraindebitato presenta domanda di omologazione di un piano del consumatore; all’omologazione del piano si oppone una società finanziaria deducendo il difetto del requisito della meritevolezza, per avere il debitore contratto nuovi debiti chiedendo un finanziamento in presenza di un pregresso, notevolissimo, indebitamento fiscale, derivante dalla prolungata omissione degli obblighi tributari. Il Tribunale, osservato che l’indebitamento complessivo si era formato principalmente per effetto della costante omissione di versamenti d’imposta a partire dai primi anni 2000, esprime un giudizio di non meritevolezza del debitore, escludendo che il formarsi dell’indebitamento possa dirsi intervenuto senza colpa e, conclusivamente, revoca l’apertura del procedimento e rigetta l’istanza di…

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Contenuto della domanda di ammissione a passivo fallimentare – Ipotesi di declaratoria di nullità

Cass. civ. Sez. I, Sent. 4 settembre 2019, n. 22080, Pres. Genovese – Relatore Dolmetta Parole chiave: Domanda di ammissione a passivo fallimentare – mancata ammissione del credito per sua inammissibilità – sufficienza dell’esposizione dei fatti e degli elementi di diritto. Massima: nella valutazione del grado di incertezza della domanda di insinuazione al passivo fallimentare non può prescindersi dalla natura del relativo oggetto e dalla relazione in cui, con esso, si trovi eventualmente la controparte.  Riferimenti normativi: artt. 93, 96 e 99 Legge Fallimentare. Caso: Una domanda di ammissione allo stato passivo di una Amministrazione Straordinaria non ha trovato accoglimento, ai sensi dell’art. 93, comma 3, numero 3 in quanto “non contiene alcuna esposizione dei fatti e degli elementi di…

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