Procedure concorsuali e Diritto fallimentare

Sovraindebitamento: il principio di economicità è parametro necessario per valutare l’adeguatezza del compenso per prestazioni intellettuali prodromiche alla procedura

Trib. Verona, 19 agosto 2024 – Pres. Attanasio, Est. Lanni Parole chiave Sovraindebitamento – principio economicità – compenso del non professionista – contratto di prestazione d’opera intellettuale. Massima: “Le procedure di sovraindebitamento sono ispirate ad un principio di economicità che risponde all’ esigenza di non ridurre in modo sensibile, attraverso contratti d’opera intellettuale strumentali all’apertura della procedura, l’attivo destinato ai creditori. Questo principio è un parametro da considerarsi necessariamente al fine di valutare l’adeguatezza del compenso per prestazioni intellettuali prodromiche alla presentazione dell’istanza di nomina del gestore della crisi da sovraindebitamento”. Riferimenti normativi Art. 273 CCII – 2233 co. 2 c.c. CASO E QUESTIONI La pronuncia in esame risulta di particolare interesse perché ci impone di soffermare l’attenzione sulla portata…

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EC presenta: i corsi abilitanti per Gestore della Crisi d’Impresa

La gestione delle crisi aziendali è un settore affascinante e in continua evoluzione, che richiede competenze specifiche e costantemente aggiornate. Per rispondere a questa esigenza formativa e consentire l’iscrizione, o il mantenimento dell’iscrizione, all’Elenco tenuto dal Ministero della Giustizia, l’Università degli Studi Guglielmo Marconi, in collaborazione con Euroconference, ha sviluppato due corsi distinti: il Corso di Formazione per la prima iscrizione e il Corso di Aggiornamento per Gestori della Crisi d’Impresa. Questi corsi sono pensati per preparare e aggiornare i professionisti che operano nel campo della gestione e risoluzione delle crisi aziendali. Corso di Formazione per la prima iscrizione nell’Elenco Il Corso Gestore della Crisi d’Impresa è un’opportunità ideale per chi desidera ottenere le competenze e i requisiti necessari per…

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Inadempimento degli accordi di ristrutturazione dei debiti omologati, dichiarazione di apertura del fallimento o della liquidazione giudiziale e sorte del credito

Tribunale di Milano, Sez. II civile, 4 aprile 2024 – Pres. L. De Simone, Est. V. Agnese Parole chiave: Accordo di ristrutturazione dei debiti – Omologazione – Inadempimento del debitore agli obblighi assunti – Dichiarazione di fallimento – Omessa risoluzione degli accordi negoziali – Insinuazione del credito al passivo Massima: “L’inadempimento degli obblighi derivanti dai contratti negoziati nell’ambito di una procedura di accordi di ristrutturazione dei debiti omologati legittima il creditore insoddisfatto a chiedere, sussistendone i presupposti ordinari, l’apertura della procedura liquidatoria maggiore (ora, di liquidazione giudiziale). Il creditore, il quale non abbia previamente ottenuto la risoluzione dell’accordo concluso, non ha titolo per chiedere l’ammissione al passivo della procedura del suo credito originario, ma soltanto del credito negoziato e rimasto…

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Fallimento in estensione del socio accomandatario: è ammissibile la liquidazione controllata del medesimo socio privo di qualsiasi bene?

Tribunale di Milano, 7 agosto 2024, Presidente relatore Vasile Parole chiave Sovraindebitamento – Liquidazione controllata – Assenza di beni – Inammissibilità Massima: “Nel caso in cui una persona fisica si trova in stato di sovraindebitamento ma non ha alcun bene che possa essere destinato ai creditori, non è ammissibile la procedura di liquidazione controllata, non potendo questa svolgere alcuna funzione utile alla massa dei creditori, essendo anzi generatrice di costi ulteriori”. Disposizioni applicate Art. 268 c.c.i.i. (liquidazione controllata), art. 282 c.c.i.i. (esdebitazione di diritto), art. 283 c.c.i.i. (esdebitazione del sovraindebitato incapiente) CASO Una persona fisica che si trova in stato di sovraindebitamento chiede di essere ammesso alla procedura di liquidazione controllata prevista dal codice della crisi. Il debitore non dispone…

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Il rapporto tra misure protettive e misure cautelari nel contesto della composizione negoziata della crisi

Tribunale Imperia, Ord., 20/02/2024 – Est. Cappello Parole chiave: Composizione negoziata – Misure protettive – Misure cautelari – Durata misure protettive – Compatibilità misure protettive e cautelari  Massima: “In tema di composizione negoziata della crisi d’impresa, è ammissibile la concessione di misure cautelari volte a inibire ai creditori l’avvio o la prosecuzione di azioni esecutive, cautelari o concorsuali, qualora tali misure risultino necessarie per garantire il buon esito delle trattative e per evitare pregiudizi irreparabili. Tali misure, sebbene atipiche, devono essere proporzionate e funzionali al raggiungimento degli obiettivi di risanamento aziendale, tenendo conto della fase avanzata delle trattative e del consenso dei creditori più significativi”. Disposizioni applicate D.Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14, artt. 2, lett. p e q, 8,…

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Il surplus finanziario generato dalla continuità aziendale non è liberamente distribuibile

Cass. civ., sez. I, 8 agosto 2024, n. 22474 – Pres. Ferro – Rel. Amatore Parole chiave Concordato preventivo – Continuità aziendale – Flussi reddituali – Alternativa liquidatoria – Surplus finanziario – Garanzia patrimoniale – Distribuzione – Par condicio creditorum – Cause legittime di prelazione – Divieto di alterazione – Absolute Priority Rule – Relative Priority Rule – Parametro ermeneutico – Discontinuità normativa Massima: “In caso di concordato con continuità aziendale ex art. 186 bis l.fall., l’eventuale surplus finanziario determinato dalla prosecuzione utile dell’attività d’impresa è da intendersi quale mero incremento di valore dei fattori produttivi aziendali, rientrando nell’oggetto della garanzia generica del credito prevista dall’art. 2740 c.c.; ne consegue che esso non è perciò liberamente distribuibile dal debitore, ma…

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Costituzione di fondo patrimoniale e capacità processuale del fallito

Cass., sez. III, 22 maggio 2024, n. 14349, Pres. Scarano – Est. Condello [1] Fallimento – Effetti sul debitore – rapporti processuali. I rapporti relativi alla costituzione di un fondo patrimoniale non sono da ritenersi compresi nel fallimento, trattandosi di beni che, pur appartenendo al fallito, rappresentano un patrimonio separato, destinato al soddisfacimento di specifici scopi che prevalgono sulla funzione di garanzia per la generalità dei creditori, cosicché permane rispetto ad essi la legittimazione del debitore. CASO [1] Un istituto di credito promuoveva, davanti al Tribunale di Lecco, domanda ex art. 2901 c.c. allo scopo di far dichiarare l’inefficacia dell’atto costitutivo di fondo patrimoniale stipulato da due coniugi. Tale richiesta veniva accolta dal Tribunale adito, con provvedimento prontamente appellato dai…

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Nullità urbanistica in materia di divisione endoesecutiva e divisione endoconcorsuale

Corte di Cassazione: Decreto ex art. 363-bis cod. proc. civ. del 10 aprile 2024, n. 9808[1] Riferimenti normativi: Cod. Proc. Civ.: art. 363-bis; Codice Civile: art. 2392; Legge 27 febbraio 1985, n. 52: art. 29, comma 1-bis[2]; disposizioni attuative  del D.P.R. 380/2001: disposizioni attuative ex art. 46, comma 5[3]; Legge n. 47 1985, art. 40,  commi 5 e 6. CASO La questione sulla quale verte il Provvedimento di legittimità trova fondamento in un Provvedimento del Tribunale di Napoli, emesso ai sensi dell’art. 363-bis del codice di procedura civile, in merito all’applicabilità o meno, anche alle divisioni endofallimentari, dell’art. 29, comma 1-bis, della legge 27 febbraio 1985, n. 52 quanto al contenuto degli atti pubblici e delle scritture private autenticate ed,…

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Fallimento del datore di lavoro e insinuazione al passivo per le quote del trattamento di fine rapporto non versate al fondo di previdenza complementare

Cass. civ., sez. I, 7 giugno 2023, n. 16116 – Pres. Cristiano – Rel. Vella Parole chiave: Trattamento di fine rapporto – Conferimento nel fondo di previdenza complementare – Delegazione di pagamento – Cessione di credito – Mancato versamento – Fallimento del datore di lavoro – Insinuazione al passivo – Legittimazione [1] Massima: “In tema di previdenza complementare, il conferimento del trattamento di fine rapporto maturando in un fondo di previdenza complementare può configurare una delegazione di pagamento (art. 1268 c.c.), piuttosto che una cessione di credito futuro (art. 1260 c.c.), sicché, in caso di fallimento del datore di lavoro, la legittimazione a insinuarsi al passivo per le quote maturate e accantonate ma non versate al fondo spetta, di regola,…

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Il patrocinio a spese dello Stato nella procedura di liquidazione controllata: un istituto possibile?

Corte Costituzionale 4 luglio 2024 Parole chiave: Sovraindebitamento – Procedure – Liquidazione giudiziale – Liquidazione controllata – Patrocinio a Spese dello Stato – Esclusione Massima: «L’accesso al patrocinio a spese dello Stato serve a rimuovere, in armonia con l’art. 3, secondo comma Cost. (sentenza n. 80 del 2020) “le difficoltà di ordine economico che possono opporsi al concreto esercizio del diritto di difesa” (sentenza n. 46 del 1957, di seguito citata dalla sentenza n. 149 del 1983; in senso analogo, le sentenze n. 35 del 2019, n. 175 del 1996 e n. 127 del 1979), assicurando l’effettività del diritto ad agire e difendersi in giudizio, che il secondo comma del medesimo art. 24 Cost. espressamente qualifica come diritto inviolabile (sentenza…

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