SOCIETÀ E FALLIMENTO

231: Reati commessi all’estero e reati commessi in Italia da Enti esteri – Cass. Pen. Sez. VI n. 11442 del 17.3.2016

La questione della giurisdizione del giudice italiano e della applicabilità del D.Lgs. 231/01 in caso di reato presupposto commesso all’estero e di reato commesso in Italia da Enti esteri riveste da sempre grande interesse, sia in ambito processuale, sia in sede di realizzazione dei Modelli di Organizzazione e Gestione. Sotto tale secondo aspetto, infatti, da un lato la rilevanza dei fatti reato presupposto commessi all’estero deve necessariamente essere considerata nella costruzione dei Modelli di prevenzione, dall’altro l’applicabilità della norma italiana ad Enti esteri operanti in Italia deve essere dagli stessi considerata ai fini della valutazione di eventuale adozione del Modello esimente ex D.Lgs. 231/01. Se l’applicabilità della norma agli Enti aventi in Italia la sede principale per fatti commessi all’estero…

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Il piano attestato non esclude la bancarotta per distrazione

Cassazione Penale sez. V, 8 gennaio 2016 n. 892 Scarica la sentenza Fallimento – Reati – Bancarotta fraudolenta — Distrazione, occultamento, dissimulazione, distruzione, dissipazione di beni – Piano attestato di risanamento Configurabilità – Sussistenza (R.d. 16 marzo 1942 n. 267, legge fallimentare, art. 67, 216)  [1] La previsione di atti di disposizione del patrimonio sociale contenute in un piano attestato di risanamento ex art. 67, 3° comma, lett. d) l. fall, non esclude il reato di bancarotta fraudolenta, se tali atti abbiano lo scopo di distogliere beni sociali dalla finalità di garanzia per i creditori.  CASO[1] Il giudice per le indagini preliminari di Chieti, ritenuto che alcuni atti di disposizione del patrimonio sociale posti in essere da una società prima…

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Contratti di distribuzione extra-UE e divieto di re-importazione nei mercati UE

Nell’ambito dell’Unione Europea l’impresa che, in un dato Stato membro, detenga un qualche diritto di proprietà intellettuale in relazione a prodotti ivi commercializzati, non può impedire l’importazione in tale Stato dei medesimi prodotti provenienti da un secondo Stato membro ove essi siano stati commercializzati dalla stessa impresa o comunque con il suo consenso, il che accade quando i prodotti dell’impresa siano stati commercializzati da un concessionario autorizzato. L’”oggetto specifico” dei diritti di privativa si sostanzierebbe dunque nel diritto, esclusivo e discrezionale, attribuito al titolare di tali diritti di privativa, di decidere se e quando porre in commercio in un dato Stato membro i beni ed i prodotti coperti da tali diritti di privativa (Centrafarm BV v. Sterling Drug (Caso 15/74 (1974)…

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Dichiarazione stato di insolvenza della banca in liquidazione coatta amministrativa: efficacia probatoria degli accertamenti di Banca d’Italia e del commissario straordinario

 Tribunale di Sciacca, Sentenza, 16 febbraio 2016,  n. 3. Pres. Genna. Rel. Cerrone Scarica la sentenza Liquidazione coatta amministrativa – dichiarazione dello stato di insolvenza – accertamenti della Banca d’Italia e del commissario straordinario – rilevanza probatoria – necessità di accertamenti ulteriori – esclusione (d.lgs. 1 settembre 1993 n.385 Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, art. 82, co. 2)  [1] Nel procedimento per la dichiarazione dello stato di insolvenza della banca in liquidazione coatta amministrativa, promosso i sensi dell’art. 82 comma 2 del T.U.B., gli accertamenti eseguiti dalla Banca d’Italia e dal commissario straordinario, per la qualità degli organi dai quali provengono e per la specificità dei dati evidenziati, sono connotati da un pregnante grado di attendibilità…

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Consigli per l’internazionalizzazione: “mind the step”, non dare niente per scontato

Ormai “Internazionalizzarsi” non è soltanto un termine di moda ma per molte Imprese Italiane è ormai proprio un’esigenza, capace di porre rimedio o, quantomeno, di controbilanciare la debolezza del mercato domestico e il calo dei consumi interni. E allora ecco la decisione “The Italian companies goes abroad!” che comporta in via preliminare la necessità di rispondere ad una semplice domanda: perché abbiamo deciso di internazionalizzarci e di essere presenti proprio su quel dato mercato straniero? E come vogliamo “internazionalizzarci”? Se vogliamo soltanto delocalizzare la produzione, peraltro destinata al mercato Italiano, in realtà il nostro è soltanto un progetto di riduzione costi. Internazionalizzazione significa invece entrare in un mercato estero per produrre/vendere i nostri prodotti ai clienti e ai consumatori locali….

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L’applicazione del D.Lgs 231/2001 e la Corporate Social Responsibility

Premessa Diventa sempre più attuale nel mondo dell’economia aziendale il tema della cosiddetta “responsabilità sociale d’impresa” (Corporate Social Responsibility: CSR”). Si tratta di un approccio strategico-culturale alla gestione dell’impresa che promuove uno sviluppo coerente con la dimensione valoriale ed etica della stessa e che recupera il ruolo centrale della persona ed il rispetto per l’ambiente. Sotto questo punto di vista un’impresa si dice eccellente quando è in grado di contemperare il suo fine economico – che non viene perciò distorto, ma al contrario ulteriormente valorizzato – con le esigenze di tutela della società e dell’ambiente, cioè quando attraverso il suo operare realizza un mix positivo tra risultati economico-finanziari e obiettivi di sostenibilità socio-ambientale, condividendo, nel contesto in cui si trova…

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Il programma di liquidazione di cui all’art. 104 ter l.f. e la nuova “chiusura” del fallimento in seguito alle modifiche del 2015

PREMESSA La recente novella di cui al d.l. 27 giugno 2015, n. 83, convertito con modificazioni con l. 6 agosto 2015, n. 132 (pubblicata sulla G.U. 20 agosto 2015 n. 192), che per gran parte ha avuto oggetto, con ampie ed approfondite modifiche, la procedura di concordato preventivo, ha modificato altresì una serie di disposizioni normative che toccano importanti aspetti della procedura fallimentare. Tali interventi risultano accomunati dal medesimo comune denominatore rappresentato dalla necessità di accelerare la chiusura e la definizione della maggiore procedura concorsuale. In estrema sintesi, le principali modifiche riguardanti detta procedura hanno ad oggetto: a) la velocizzazione dell’attività liquidatoria con un potenziamento del programma di liquidazione di cui all’art. 104 ter l.f., b) la possibilità di chiusura…

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I lavoratori possono ottenere il riconoscimento dei loro crediti anche nei procedimenti per misure di prevenzione pendenti alla data del 13 ottobre 2011

Corte Costituzionale; sentenza 28 maggio 2015, n. 94; Pres. Criscuolo; Rel. Frigo. Scarica la sentenza  Misure di prevenzione – Tutela dei creditori – crediti di lavoro – Legge di stabilità 2013 – riconoscimento del credito – esclusione – incostituzionalità (Cost., art. 36; legge 24.12.2012, n. 228, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, Legge di stabilità 2013, Art. 1, c. 198, 199, 200, 201, 202, 203, 204, 205, 206) [1] L’art. 1, comma 198, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013)» è incostituzionale, nella parte in cui non include tra i creditori che sono soddisfatti nei limiti e con le…

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Nuovi oneri nel caso di intervento tardivo del creditore sine titulo

Cass. Civ., sez. III, 19 gennaio 2016, n. 774 Pres. Salmè, Rel. De Stefano Scarica la sentenza  Intervento dei creditori – Intervento tardivo –Intervento non titolato – Creditori privilegiati – Istanza di accantonamento – Inammissibilità (Cod. proc. civ., art. 499, 525, 528, 530, 551, 552, 566, 569; Cod. civ., art. 2740, 2741, 2784 ss.)  [1] Il creditore privilegiato privo di titolo esecutivo, intervenuto tardivamente, deve intendersi disconosciuto ab origine e ha diritto all’accantonamento delle somme a lui spettanti soltanto se dimostra di aver agito per conseguire il titolo esecutivo entro trenta giorni dalla data dell’intervento tardivo.  CASO[1] In una procedura di espropriazione presso terzi instaurata avanti al Tribunale di Vicenza, interviene un istituto bancario in qualità di creditore non munito…

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Le recenti disposizioni sulla “chiusura provvisoria” del fallimento in attesa della definizione di giudizi pendenti

Una delle più importanti novità introdotte dal d.l. 27 giugno 2015, n. 83, convertito con modifiche dalla l. 6 agosto 2015, n. 132 riguarda la chiusura del fallimento. Nell’art. 118 l. fall. è stata introdotta la possibilità di chiudere il fallimento anche in pendenza di giudizi in cui è parte la curatela. La novità è stata introdotta per consentire la celere definizione delle procedure fallimentari, che spesso violano i termini di ragionevole durata del processo, con conseguenze risarcitorie a carico dello Stato. Si tratta di un notevole costo per lo Stato, in quanto la violazione del termine di ragionevole durata delle procedure fallimentari può essere fatta valere sia dai creditori (per tutte, Cass. 15.10.2014, n. 28149) sia dallo stesso fallito…

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