SOCIETÀ E FALLIMENTO

Nuovi oneri nel caso di intervento tardivo del creditore sine titulo

Cass. Civ., sez. III, 19 gennaio 2016, n. 774 Pres. Salmè, Rel. De Stefano Scarica la sentenza  Intervento dei creditori – Intervento tardivo –Intervento non titolato – Creditori privilegiati – Istanza di accantonamento – Inammissibilità (Cod. proc. civ., art. 499, 525, 528, 530, 551, 552, 566, 569; Cod. civ., art. 2740, 2741, 2784 ss.)  [1] Il creditore privilegiato privo di titolo esecutivo, intervenuto tardivamente, deve intendersi disconosciuto ab origine e ha diritto all’accantonamento delle somme a lui spettanti soltanto se dimostra di aver agito per conseguire il titolo esecutivo entro trenta giorni dalla data dell’intervento tardivo.  CASO[1] In una procedura di espropriazione presso terzi instaurata avanti al Tribunale di Vicenza, interviene un istituto bancario in qualità di creditore non munito…

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Pluralità di ricorsi per la dichiarazione di fallimento: i ricorsi successivi non devono essere notificati al debitore

Cassazione civile, Sezione VI, Ordinanza, 7 gennaio 2016, n. 98. Pres. Ragonesi. Rel. Genovese Scarica l’ordinanza  Procedimento per la dichiarazione di fallimento – notificazione del ricorso e del decreto di convocazione – notificazione di ricorsi successivi – esclusione (r.d. 16 marzo 1942 n. 267, legge fallimentare, art. 15)  [1] Nel procedimento per la dichiarazione di fallimento al debitore, cui sia stato regolarmente notificato il ricorso nel rispetto delle forme previste dalla legge, non devono essere notificati i successivi ricorsi che si inseriscano nel medesimo procedimento, avendo egli l’onere di seguire l’ulteriore sviluppo della procedura e di assumere ogni opportuna iniziativa in ordine ad essa, a tutela dei propri diritti.  Cancellazione società registro imprese – natura costitutiva – estinzione società di…

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Le recenti disposizioni sulla “chiusura provvisoria” del fallimento in attesa della definizione di giudizi pendenti

Una delle più importanti novità introdotte dal d.l. 27 giugno 2015, n. 83, convertito con modifiche dalla l. 6 agosto 2015, n. 132 riguarda la chiusura del fallimento. Nell’art. 118 l. fall. è stata introdotta la possibilità di chiudere il fallimento anche in pendenza di giudizi in cui è parte la curatela. La novità è stata introdotta per consentire la celere definizione delle procedure fallimentari, che spesso violano i termini di ragionevole durata del processo, con conseguenze risarcitorie a carico dello Stato. Si tratta di un notevole costo per lo Stato, in quanto la violazione del termine di ragionevole durata delle procedure fallimentari può essere fatta valere sia dai creditori (per tutte, Cass. 15.10.2014, n. 28149) sia dallo stesso fallito…

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Sulla nullità della notificazione ex  art. 15 della legge fallimentare

Cass., Sez. I, 2/11/2015 n. 22352 Pres. Forte – Est. Ferro  Scarica la sentenza  Fallimento – procedimento per la dichiarazione di fallimento – notificazione di ricorso e decreto di fissazione udienza a mezzo PEC – erronea attestazione del cancelliere di non certezza della notifica – necessità di notifica a mezzo ufficiale giudiziario – esclusione (r.d. 16 marzo 1942, n. 267, legge fallimentare, art. 15; d.p.r. 11 febbraio 2015, n. 68, art. 6; d. lgs. 7 marzo 2005, n. 82 art. 45; d.p.c.m. 2 novembre 2005, art. 6)  [1] In tema di procedimento per la dichiarazione di fallimento, ai fini del perfezionamento della notifica telematica del ricorso, prevista dall’art. 15, comma 3, l. fall. – nel testo successivo alle modifiche apportate…

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Il D.lgs. 231/201 e la L. 190/202, interazioni e sinergie possibili

Negli ultimi decenni ed in particolare dopo la soppressione del Ministero delle Partecipazioni Statali (1993), che pone di fatto fine all’omonimo “Sistema” si è assistito in Italia alla proliferazione delle società a partecipazione pubblica (nel seguito anche “società” o “ente”). Accanto alla finanza statale, sviluppatasi all’interno degli enti esterni all’organizzazione dello Stato, si è sviluppato il complicato mondo della finanza locale, soprattutto con l’avvento delle “società miste” (L. 142/1990, art.22, co.3, lett. e). Anche la riforma del Titolo v della Costituzione, nel 2001, ha contribuito a tal processo, attribuendo agli enti locali la facoltà di adottare i modelli organizzativi ritenuti più idonei, prevedendo anche la compresenza di capitale pubblico e privato, per l’erogazione dei servizi di propria competenza e in…

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Nullità del precetto per mancato avvertimento sulle procedure da sovraindebitamento

Trib. Frosinone, ord. 28 gennaio 2016 Scarica l’ordinanza Precetto – mancato avviso sulle procedure di sovraindebitamento – nullità -opposizione all’esecuzione – istanza di sospensione – rigetto – mera irregolarità (artt. 480, comma 2, 615 c.p.c.; l. n. 3 del 2012). Il mancato inserimento nel precetto dell’avvertimento sulla possibilità di porre rimedio alla situazione di sovraindebitamento nei modi stabiliti dal novellato art. 480, secondo comma, c.p.c. non determina la nullità del precetto. Trib. Milano, ord. 23 dicembre 2015 Scarica l’ordinanza Precetto – mancato avviso sulle procedure di sovraindebitamento – nullità – opposizione agli atti esecutivi – istanza di sospensione – accoglimento (artt. 480, comma 2, 617 c.p.c.; l. n. 3 del 2012). È nullo il precetto privo dell’avvertimento al debitore che,…

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Profili operativi sull’organizzazione e sulle azioni da attuare nell’attività di vigilanza del Modello 231

Obiettivo del seminario è quello di fornire ai partecipanti una metodologia operativa su come effettuare il monitoraggio documentale e sulle verifica da adottare in fase di vigilanza sull’attuazione e sulla modifica del Modello  231. Particolare attenzione verrà posta sui flussi informativi dall’OdV e verso l’OdV nonchè sulle modalità di pianificazione e di attuazione degli audit alla luce soprattutto dei recenti orientamenti giurisprudenziali e delle principali best practice utilizzate dagli operatori del settore Docente del seminario sarà il Dott. Antonio Candotti uno dei massimi esperti della materia e sarà così articolato L’ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ Il Calendario delle attività e delle riunioni  Come impostare il c.d. “Piano di Azione” Pianificazione Caratteristiche del documento e best practice Dichiarazione di compliance al Modello   Verbale…

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Concordato preventivo e fallimento: ordine di trattazione dei due procedimenti

Corte di Cassazione, Sezioni Unite, sentenza 15 maggio 2015, n. 9935; Pres. Rovelli, Est. Di Amato scarica la sentenza  [1] Concordato preventivo e accordi di ristrutturazione dei debiti – Concordato e fallimento – Prevenzione (Cod. proc. civ., art. 39, 273, 295; r.d. 16 marzo 1942, n. 267, legge fallimentare, art. 15, 161, 162, 173, 179, 180)  [2] Concordato preventivo e accordi di ristrutturazione dei debiti – Concordato e fallimento – Sospensione (Cod. proc. civ., art. 295; r.d. 16 marzo 1942, n. 267, legge fallimentare, art. 15, 161, 162, 173, 179, 180)  [3] Concordato preventivo e accordi di ristrutturazione dei debiti – Concordato e fallimento – Continenza (Cod. proc. civ., art. 39, 273; r.d. 16 marzo 1942, n. 267, legge fallimentare,…

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Modello 231: tecniche di redazione e revisione del Modello e dei protocolli di prevenzione

Il seminario 231 ha l’obiettivo di specializzare il professionista che intende svolgere attività di consulenza tecnico-giuridica nel settore della responsabilità amministrativa ex D.Lgs. 231/01. A tal fine, dopo aver illustrato brevemente il quadro normativo del D.Lgs. 231, verranno affrontati tutti gli steps della procedura per impostare la costruzione del Modello, nonché le problematiche che più di frequente si riscontrano “sul campo”. Il tutto si svilupperà sulla base di un caso concreto che accompagnerà il professionista in tutte le diverse fasi operative. Un focus verrà dedicato anche alle fattIspecie di reato più diffuse, valutando le ipotesi più frequenti di realizzazione e quindi i relativi protocolli specifici da poter adottare.  ELEMENTI ESSENZIALI DELLA RESPONSABILITA’ UTILI PER LA REDAZIONE DEL MODELLO Inquadramento della…

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Il ruolo dell’organismo di vigilanza nel processo di acquisto di servizi professionali

Premessa Come indicato all’Art. 6, comma 1, lett. b) D.Lgs. 231/2001 (“Decreto”), l’Organismo di Vigilanza (“OdV”) è “…un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo… ” che ha il compito di “vigilare sul funzionamento e sull’osservanza dei Modelli, di curare il loro aggiornamento…”, con una finalità sia preventiva – limitare il rischio che siano commessi reati -, sia esimente – dimostrare che l’impresa abbia posto in essere le necessarie misure di controllo e che l’OdV abbia correttamente adempiuto al suo compito. La prassi ha tradotto tale indicazione normativa in una serie di attività che devono caratterizzare l’azione dell’OdV, con riferimento al Decreto e al Modello di Organizzazione, Controllo e Gestione (“Modello”) previsto dal Decreto stesso: Il…

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