SOCIETÀ E FALLIMENTO

Recenti precisazioni della Suprema Corte di Cassazione in merito all’annullabilità delle delibere assembleari

Quasi  “in sordina “, la  Seconda Sezione Civile della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n.23903, pubblicata il 23 novembre 2016 (relatore Antonio Scarpa), ha affrontato una serie di questioni sulla validità delle delibere assembleari, traendo spunto dalla censura sottopostale: se nel verbale di assemblea, ai fini della validità della delibera  occorre o meno dare conto non solo del cognome del condomino (assenziente, dissenziente, astenuto e della quota millesimale), ma anche del suo nome proprio di battesimo… La vicenda portata all’attenzione della Corte traeva origine dall’impugnazione proposta da un  “bellicoso” condomino nei confronti della compagine condominiale, rispettivamente avverso n.2 sentenze  pronunziate dalla Corte di Appello di Torino, in esito a distinte impugnazioni di due differenti verbali di altrettanto distinte…

Continua a leggere...

Le Sezioni Unite e l’inammissibilità del ricorso straordinario avverso i provvedimenti di rigetto del concordato preventivo

Cass. Sez. Un., 28 dicembre 2016, n. 27073; Pres. Rordorf, est. De Chiara. Decreto di inammissibilità (o di revoca) del concordato preventivo – ricorso straordinario ex art. 111, comma 7, Cost. – inammissibilità (l. fall., artt. 162, 173, 179, 180; Cost., art. 111, 7° comma) [1] Il decreto con cui il tribunale, senza emettere sentenza di fallimento del debitore, dichiara inammissibile la proposta di concordato, ex art. 162, comma 2, l. fall. (anche a seguito della mancata approvazione ai sensi dell’art. 179, comma 1), ovvero revoca l’ammissione alla procedura concordataria, giusta l’art. 173 l.fall., non è impugnabile per cassazione ex art. 111 Cost., non avendo carattere decisorio. CASO La società debitrice ha proposto ricorso straordinario in Cassazione avverso il decreto…

Continua a leggere...

La crisi dell’impresa e la gestione delle procedure d’insolvenza transfrontaliere secondo il regolamento UE n. 848/2015

Il legislatore comunitario è intervenuto con il regolamento UE n. 848/2015 del 20 maggio 2015 in materia di procedure di insolvenza transfrontaliere delle imprese. Il nuovo regolamento, che contiene la rifusione del regolamento CE n. 1346/2000, ha il fine di promuovere il risanamento delle imprese in difficoltà ed evitare la loro liquidazione nel rispetto delle garanzie dei creditori. Premessa Il regolamento UE n. 848/2015 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2015, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 5 giugno 2015 ed è entrato in vigore il 26 giugno 2015. Il testo normativo, che riscrive il precedente regolamento CE n. 1346/2000 del 29 maggio 2000, disciplina le procedure d’insolvenza transfrontaliere. Il regolamento UE n. 848/2015…

Continua a leggere...

Il ruolo dell’organismo di vigilanza nelle procedure di accertamento dell’illecito

Per poter assolvere ai propri compiti, l’Organismo di Vigilanza (ODV) deve essere dotato, come specifica l’art. 6, 1° comma, lett. b), d.lgs. n. 231/2001, di autonomi poteri di iniziativa e di controllo, quindi di strumenti adeguati per poter verificare l’idoneità e la concreta attuazione delle procedure codificate, all’interno del Modello adottato dall’ente, per la prevenzione degli illeciti in ciascuna delle aree di rischio individuate. Il corretto ed efficace svolgimento di detta attività, necessariamente legata all’adozione del Modello, assieme alla prova che non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’ODV, potrà permettere all’ente l’esonero dalla responsabilità in caso di procedimento che lo veda indagato o imputato per un reato presupposto commesso nel suo presunto interesse e/o vantaggio. L’ODV,…

Continua a leggere...

La responsabilità del consulente per concorso in bancarotta

  Con la sentenza n. 42572 del 7 ottobre 2016, la V Sezione Penale della Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su un tema che interessa da vicino quanti, a vario titolo, prestano assistenza professionale ad imprese in procinto di fallire o comunque ad alto rischio di insolvenza: la responsabilità, se il fallimento viene dichiarato, per concorso esterno in bancarotta fraudolenta (documentale e patrimoniale). Partiamo col dire che la bancarotta fraudolenta per distrazione è un reato fallimentare proprio dell’imprenditore fallito (degli amministratori, di direttori generali, di sindaci e liquidatori di società fallite) per il quale è possibile il concorso di un soggetto terzo “estraneo” al fallimento ed all’impresa quale, appunto, può essere il consulente esterno: in particolare, la condotta agevolativa…

Continua a leggere...

Organismo di vigilanza ruolo centrale ai fini della “tenuta” del modello

  Premessa L’art. 6 comma 1 del D.Lgs. 231/2001 (“Decreto”), stabilisce che “…l’ente non risponde del reato commesso se prova che: l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi; il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli ed il compito di curare il loro aggiornamento è stato affidato a un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo; le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione; non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’organismo di cui alla lettera b…” Da quanto emerge dall’impianto normativo, il legislatore…

Continua a leggere...

Indagini preliminari e ruolo dell’ente – l’attività dell’organismo di vigilanza

Il d.lgs. n. 231 del 2001 contiene le norme per regolare quello che può essere definito un vero e proprio “processo all’ente”, sebbene le disposizioni che il d.lgs. 231/2001 dedica alle indagini preliminari siano piuttosto scarne. In particolare, le disposizioni di cui agli artt. 34 e 35, stabiliscono il principio per cui nel procedimento relativo agli illeciti dipendenti da reato si osservano, in quanto compatibili, oltre che le norme espressamente dettate, le disposizioni del codice di procedura penale, e in particolare, per quanto d’interesse per l’argomento qui trattato, quelle in tema di mezzi di ricerca della prova (artt. 244 e seguenti) e di disciplina dell’attività del pubblico ministero (artt. 358 e seguenti) nonché le disposizioni del medesimo codice riferite all’imputato…

Continua a leggere...

Nel concordato c.d. misto non è necessaria la nomina del liquidatore

Corte d’Appello di Roma, prima sezione civile, decreto 23 maggio 2016; Pres. Reali; Rel. Fanti Fallimento – Concordato preventivo – concordato misto – organi – nomina liquidatore giudiziale – necessità – esclusione (R.d. 16 marzo 1942 n. 267, legge fallimentare, artt. 182, 186 bis) [1] Nell’ipotesi di concordato c.d. misto, in cui la prosecuzione dell’attività d’impresa si affianca alla liquidazione di alcuni beni aziendali, non è necessaria la nomina di un liquidatore giudiziale che proceda alla liquidazione. È pertanto ammissibile una proposta di concordato misto che preveda che la liquidazione  venga condotta dagli stessi amministratori della società sotto il controllo del commissario giudiziale. Concordato preventivo – concordato con cessione dei beni – organi – nomina liquidatore giudiziale – necessità –…

Continua a leggere...

Creditori chirografari e creditori privilegiati: appunti sulla graduazione dei creditori nella distribuzione del ricavato

L’articolo esamina le cause di prelazione e i privilegi processuali, che regolano l’ordine di distribuzione delle somme ricavate dalle vendite forzate.  La distribuzione del ricavato. L’art. 510 c.p.c. regola la distribuzione delle somme ricavate nell’espropriazione forzata. La norma disciplina due ipotesi diverse: – nel primo comma, è esaminato il caso in cui vi è un solo creditore; – il secondo comma si occupa dell’ipotesi più complessa, che si verifica quando vi è una pluralità di creditori. L’espropriazione forzata comporta, infatti, il concorso dei creditori, che si realizza mediante l’intervento nel processo esecutivo. Nel momento in cui il patrimonio del debitore è aggredito da uno dei creditori, per gli altri la partecipazione al concorso è necessaria, perché il creditore che non…

Continua a leggere...

Introduzione del reato di “Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” tra i reati presupposto della Responsabilità 231

  La Legge 29 ottobre 2016, n. 199, entrata in vigore il 4.11.2016, rappresenta un nuovo emblematico esempio dell’incessante estensione dei reati presupposto della Responsabilità 231. Il dato di esperienza nella produzione normativa, che dal 2001 ad oggi non ha conosciuto soluzione di continuità, induce ormai a ritenere consolidato nel nostro ordinamento un modus operandi del legislatore volto ad inserire nel testo del D.Lgs. 231/01 un reato, di nuova introduzione od oggetto di riforma alla luce del particolare allarme sociale che ingenera, estendendo ad esso la Responsabilità amministrativa degli enti quale principale strumento di contrasto. Nel caso di specie, la Legge 199/2016 ha operato un intervento volto a rafforzare il contrasto al cosiddetto “caporalato”, modificando il testo dell’art. 603-bis c.p….

Continua a leggere...