SOCIETÀ E FALLIMENTO

Crediti prededucibili e attivo fallimentare insufficiente

In molte occasioni, l’attivo fallimentare è di importo talmente esiguo da non riuscire a soddisfare totalmente i creditori prededucibili, o, addirittura, da non consentire il pagamento del compenso liquidato al curatore fallimentare. Sul punto si rende preliminarmente opportuno ricordare che possono essere considerati prededucibili, ai sensi dell’articolo 111 L.F., i crediti “così qualificati da una specifica disposizione di legge, e quelli sorti in occasione o in funzione delle procedure concorsuali”. Il successivo articolo 111-bis L.F. chiarisce quindi che i crediti prededucibili liquidi, certi e non contestati per collocazione e per ammontare possono essere soddisfatti al di fuori del procedimento di riparto se l’attivo è presumibilmente sufficiente a soddisfare tutti i titolari di detti crediti. Il successivo comma 4 del medesimo…

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Se l’assemblea non delibera la società si scioglie

Le società con esercizio coincidente con l’anno solare hanno ormai approvato il bilancio di esercizio, pur nei casi in cui si è beneficiato del maggior termine di 180 giorni. Purtuttavia, vi potrebbero essere delle situazioni nelle quali l’assemblea dei soci non riesce a deliberare l’approvazione del bilancio. In questi casi gli amministratori non possono essere ovviamente sanzionati per il mancato deposito del bilancio di esercizio, ma non possono comunque disinteressarsi della situazione che si è venuta a creare nella compagine societaria. Ai sensi dell’articolo 2484, comma 1, n. 3, cod. civ., gli amministratori devono infatti verificare se ricorre una causa di scioglimento della società, “per l’impossibilità di funzionamento o per la continuata inattività dell’assemblea”. Con specifico riferimento all’impossibilità di funzionamento, si pensi a tutti quei casi in cui l’assemblea si riunisce e si costituisce validamente, ma non riesce a deliberare a causa…

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La Cassazione chiarisce cosa deve intendersi per «pagamenti nei termini d’uso» ai fini dell’esenzione dalla revocatoria fallimentare

Cassazione Civile, sez. I, 7 dicembre 2016 n. 25162; Pres. Nappi; Est. Di Virgilio; P.M. Renzis (concl. diff.). Fallimento – Azione revocatoria fallimentare – Atti a titolo oneroso – Esenzione – Pagamenti «nei termini d’uso» di cui all’art. 67, comma 3, lett. a), l.fall. – Nozione (r.d. 16 marzo 1942 n. 267, legge fallimentare, art. 67) [1] Il rinvio dell’art. 67, comma 3, lett. a), l.fall. ai «termini d’uso», ai fini dell’esenzione dalla revocatoria fallimentare per i pagamenti di beni e servizi effettuati nell’esercizio dell’attività d’impresa, attiene ai tempi ed alle modalità di pagamento proprie del rapporto tra le parti e non già alla prassi del settore economico di riferimento. CASO [1] La curatela del fallimento di una s.r.l. chiedeva…

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Estinzione della società e intrasmissibilità delle sanzioni

Con la recente sentenza n. 9094 depositata in data 7 aprile 2017, la Quinta Sezione Tributaria della Corte di Cassazione è tornata a occuparsi del tema relativo alla trasmissibilità delle sanzioni tributarie nei confronti dei soci di una società estinta. In particolare l’oggetto della controversia riguardava la notifica di avvisi di accertamento derivanti da un accertamento induttivo scaturito dall’Agenzia delle Entrate per l’omessa presentazione della dichiarazione dei redditi da parte della società contribuente per gli anni 2003 e 2005. Nel caso in esame la ricorrente, nella propria impugnazione, eccepiva la tardiva presentazione delle dichiarazioni e rappresentava che il ritardo fosse ascrivibile al professionista incaricato della trasmissione telematica. La CTP recepiva il ricorso proposto dalla contribuente. Nel giudizio di appello, la…

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I poteri del giudice di merito tra controllo sull’attestazione del professionista e sindacato sulla fattibilità del piano di concordato preventivo

Cass., Sez. I, 28 marzo 2017, n. 7959 [1] Concordato preventivo – Domanda di concordato – Valutazione di ammissibilità – Attestazione del professionista – Sindacato giudiziale – Verifica di adeguatezza e completezza – Tutela dei creditori (r.d. 16 marzo 1942, n. 267, disciplina del fallimento, del concordato preventivo e della liquidazione coatta amministrativa, art. 161, 162, 163) [2] Fallimento – Sentenza dichiarativa – Reclamo – Effetto devolutivo pieno – Nuove questioni – Ammissibilità (r.d. 16 marzo 1942, n. 267, art. 18) [3] Concordato preventivo – Proposta di concordato – Fattibilità – Ambito del sindacato giurisdizionale – Compatibilità con norme inderogabili – Realizzazione della causa concreta (r.d. 16 marzo 1942, n. 267, art. 161, 162, 163) [1] Al fine di pronunciarsi…

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Le nuove norme antiriciclaggio e la responsabilità amministrativa delle società ex D.lgs. 231/2001

Abstract Il 4 luglio 2017 entra in vigore il Decreto Legislativo 25 maggio 2017, n. 90 che recepisce la Direttiva 2015/849/UE (cd. IV Direttiva) dettando disposizioni più severe in materia di antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento delle attività terroristiche. Il nuovo Provvedimento è stato pubblicato lo scorso 19 giugno in Gazzetta Ufficiale e sostituisce, modificandola profondamente, gran parte della disciplina contenuta nel Decreto Legislativo n. 231/2007. Tra le novità più rilevanti, introdotte dalle nuove norme, vi è la previsione della possibilità di utilizzare i dati acquisiti dalla GdF a fini fiscali, mentre i controlli effettuati dai militari delle Fiamme Gialle diventeranno efficaci anche ai fini dell’accertamento tributario. Da un lato, dunque, la nova normativa impone maggiori obblighi di informazione…

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Arbitrato rituale e società di persone

Trib. Milano, 14 febbraio 2016 – Est. Galioto Arbitrato – Clausola compromissoria – Società – Scioglimento – Diritti disponibili (controversie in tema di) – Esclusione (Cod. civ., art. 2272; cod. proc. civ., art. 806). [1] Non sono compromettibili in arbitri le controversie aventi ad oggetto lo scioglimento di società di persone. CASO [1] Con ricorso ex art. 702 bis e ss. c.p.c., la socia di una s.n.c. adisce il Tribunale di Milano affinché  dichiari lo scioglimento della relativa società, in ragione dell’impossibilità di conseguire l’oggetto sociale. Nel costituirsi in giudizio, la convenuta, socia paritaria della ricorrente, eccepisce l’incompetenza del Tribunale adito in ragione della sottoscrizione di una clausola compromissoria che, inserita nel contratto sociale, demandava alla cognizione arbitrale ogni controversia…

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Luci e ombre della convenzione SIAE/Finanze

Con la riforma del settore degli spettacoli, introdotta dal D.Lgs. 60/1999, sono state confermate le disposizioni contenute nell’articolo 17 D.P.R. 640/1972 che prevedono la possibilità di affidare, da parte del Ministero delle finanze, alla Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE) l’attività di acquisizione e di reperimento degli elementi utili all’accertamento in materia di imposta sugli intrattenimenti e imposta sul valore aggiunto sugli spettacoli. Tale facoltà è stata esercitata dal Ministero con una prima convenzione SIAE/Finanze stipulata in data 24 marzo 2000, approvata con Decreto direttoriale del 7 giugno 2000 (G.U. n. 195 del 22 agosto 2000), e valida per il periodo 1° gennaio 2000 – 31 dicembre 2009. In data 15 dicembre 2009 è stata rinnovata, con validità per il periodo 1° gennaio 2010 ‐ 31 dicembre 2019, l’attuale convenzione tra la…

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Conferimenti in natura e di crediti: difformità tra Spa e Srl

Come noto, nella disciplina concernente le società per azioni, ai sensi dell’articolo 2343 del codice civile, è necessario che i soggetti che intendono conferire beni in natura o crediti presentino una relazione giurata di un esperto designato dal tribunale nel cui circondario ha sede la società, la quale deve essere allegata all’atto costitutivo. Tale documento oltre ad enucleare i criteri di valutazione seguiti, descrive i beni o i crediti conferiti ed inoltre asserisce che il loro valore è almeno pari a quello ad essi attribuito ai fini della determinazione del capitale sociale e dell’eventuale soprapprezzo. Un’ipotetica negligenza da parte dell’esperto è trattata con l’applicazione delle disposizioni dell’articolo 64 del codice di procedura civile e altresì la stessa darà origine a responsabilità in capo allo stesso per i danni…

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La compatibilità delle norme sull’esecuzione forzata con la liquidazione dell’attivo fallimentare

L’autore esamina le disposizioni in materia di espropriazione immobiliare introdotte dalle recenti riforma al fine di verificare se queste nuove disposizioni possono essere applicate anche nelle vendite fallimentari. Breve premessa. In seguito alle riforme del biennio 2005-2007 i connotati della liquidazione dell’attivo fallimentare hanno subito profondi mutamenti. Per potenziare il ruolo e la funzione del curatore il legislatore ha altresì disancorato le vendite fallimentari dalle tecniche e dalle modalità previste dal codice di rito, eliminando il richiamo contenuto nell’art. 105 l.fall., che salvaguardava la compatibilità con le regole proprie della legge fallimentare, unitamente al rinvio contenuto nel secondo comma dell’art. 108 l.fall. all’art. 578 c.p.c. Queste modifiche, unitamente alla significativa limitazione del potere di direzione e di decisione del giudice…

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