SOCIETÀ E FALLIMENTO
Soglie di non fallibilità. L’onere della prova “torna” sull’imprenditore quando i bilanci sono inattendibili
Corte di Cassazione Civile, Sez. I, sentenza 25 ottobre 2018 n. 30516 (pubblicata il 23 novembre 2018) Parole chiave: soglie di fallibilità – non fallibilità – onere della prova dell’imprenditore – bilanci inattendibili – prudente apprezzamento del giudice Massima: “In tema di fallimento, ai fini della prova della sussistenza dei requisiti di non fallibilità di cui all’art. 1, comma 2, l.fall., i bilanci degli ultimi tre esercizi che l’imprenditore è tenuto a depositare, ai sensi dell’art. 15, comma 4, l.fall., costituiscono strumento di prova privilegiato dell’allegazione della non fallibilità, in quanto idonei a chiarire la situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa, senza assurgere però a prova legale, essendo soggetti alla valutazione, da parte del giudice, dell’attendibilità dei dati contabili in essi…
Continua a leggere...La vendita sottocosto dell’azienda da parte dell’amministratore in conflitto d’interessi può configurare il reato di infedeltà patrimoniale
Cassazione penale, sezione V, sentenza n. 57077 del 7 novembre 2018 (dep. 18 dicembre 2018) Parole chiave: infedeltà patrimoniale – vendita sottocosto dell’azienda – conflitto d’interessi – accollo – amministratore di società – querela – procedibilità – soci di minoranza – crisi aziendale Massima: “Rischia una condanna per infedeltà patrimoniale l’amministratore che vende sottocosto l’azienda a una società nella quale ha interessi o partecipazioni. Di più: è del tutto irrilevante che l’impresa alienata debba far fronte a molti debiti”. Disposizioni applicate: 1273, 2558 e ss., 2634, c.c. e 124 c.p. Con l’ordinanza emessa dalla Quinta Sezione penale, la Corte di Cassazione si è espressa sul reato societario, invero non così comune, di infedeltà patrimoniale (art. 2634 c.c.), introdotta con il…
Continua a leggere...Qual è il soggetto legittimato a presentare l’istanza di fallimento in proprio ex art. 6 L.F.?
Corte di Cassazione, Sez. I civile, Ordinanza n. 30542 del 25 ottobre 2018 (pubb. 26 novembre 2018). Parole chiave: revoca amministratore – nomina amministratore – istanza di fallimento in proprio – efficacia iscrizione nomina registro delle imprese – potere di rappresentanza società Massima: “Nel caso di revoca assembleare dell’amministratore di una società a responsabilità limitata, con contestuale nomina del nuovo amministratore, spetta a quest’ultimo, e non già al primo, proporre istanza di fallimento in proprio ex articolo 6 legge fallimentare, nonostante la nomina e la revoca relative non siano ancora state iscritte nel registro delle imprese”. Disposizioni applicate: artt. 2383 commi 4 e 5; 2448; 2475 c.c. – artt 5 – 6 L.f. La prima sezione civile della Suprema Corte…
Continua a leggere...Quando l’approvazione dei creditori non basta: la storia di un concordato preventivo trasformatosi in fallimento
Corte di Cassazione civile, Sez. I, Sentenza n. 31478 del 9 novembre 2018 (dep. 5 dicembre 2018) Parole chiave: concordato preventivo – inammissibilità – approvazione proposta – maggioranza dei creditori – sindacato del tribunale – fattibilità giuridica della proposta – valutazione positiva dell’attestatore Massima: “In tema di concordato preventivo, il giudice ha il dovere di esercitare il controllo di legittimità sul giudizio di fattibilità della proposta di concordato, non restando questo escluso dall’attestazione del professionista, mentre rimane riservata ai creditori la valutazione in ordine al merito del detto giudizio, che ha ad oggetto la probabilità di successo economico del piano ed i rischi inerenti. II menzionato controllo di legittimità, peraltro, si realizza facendo applicazione di un unico e medesimo parametro…
Continua a leggere...La mancata richiesta del compenso da parte dell’amministratore integra una remissione del debito?
Corte di Cassazione, Sez. VI civile, Ordinanza n. 24139 del 22 maggio 2018 (dep. 3 ottobre 2018) Parole chiave: compensi – amministratore di società – svolgimento incarico – presunzione di onerosità – rinuncia tacita – remissione del debito “Quello di amministratore di società è un contratto che la legge presume oneroso; non v’è dunque ragione di ritenere che il diritto a percepire il compenso rimanga subordinato a una richiesta che l’amministratore rivolga alla società amministrata durante lo svolgimento del relativo incarico. Il diritto a percepire il compenso, peraltro, è disponibile e può anche essere oggetto di rinuncia attraverso una remissione del debito anche tacita, la quale tuttavia può desumersi soltanto da un comportamento concludente del titolare che riveli in modo…
Continua a leggere...Revocatoria ordinaria nei confronti di un fallimento: una netta chiusura delle Sezioni Unite
Cassazione Civile, Sezioni Unite n. 30416 del 25 settembre 2018 (pubblicata il 23/11/2018) Parole chiave: revocatoria ordinaria – actio pauliana – revocatoria fallimentare – natura costitutiva sentenza revocatoria – inammissibilità della revocatoria Massima: “La sentenza che accoglie la domanda revocatoria, sia essa ordinaria o sia fallimentare, in forza di un diritto potestativo comune, al di là delle differenze esistenti tra le medesime, ma in considerazione dell’elemento soggettivo di comune accertamento da parte del giudice, quantomeno nella forma della scientia decoctionis, ha natura costitutiva, in quanto modifica ex post una situazione giuridica preesistente, sia privando di effetti, atti che avevano già conseguito piena efficacia, sia determinando, conseguentemente, la restituzione dei beni o delle somme oggetto di revoca alla funzione di generale…
Continua a leggere...Trasformazione da S.r.l. in S.p.A. : diritto di recesso. Regole della “partenza” o dell’“arrivo”?
Corte di Cassazione Civile, Sezione I, sentenza 19 giugno 2018 n. 28987 pubblicata il 12 novembre 2018 Parole chiave: trasformazione societaria – trasformazione omogenea – disciplina applicabile al recesso – recesso S.r.l. – recesso S.p.A. – termine di esercizio del recesso – applicazione analogica “Anche in caso di trasformazione da società a responsabilità limitata a società per azioni, la disciplina del diritto di recesso applicabile ai soci a seguito della trasformazione è quella dettata dall’art. 2473, primo comma, c.c. per le s.r.l., che non prevede termini di decadenza. Pertanto, in detta ipotesi, il diritto di recesso del socio di s.r.l. trasformata in s.p.a. va esercitato nel termine previsto nello statuto della s.r.l., prima della sua trasformazione in s.p.a., e, in…
Continua a leggere...La tutela del marchio di rinomanza tra principi comunitari e interni
Corte di Cassazione Civile, Sez. I, ordinanza 8 giugno 2018, n. 26000, (dep. 17 ottobre 2018) Parole chiave: marchi – registrazione marchio – requisiti registrazione – novità – contraffazione di marchio rinomato – rischio di confusione – rischio di associazione – nullità marchio – risarcimento danni “Il pregiudizio arrecato al carattere distintivo del marchio che gode di notorietà indicato anche con il termine di “diluizione”, si manifesta quando risulta indebolita la sua idoneità ad identificare i prodotti o servizi per i quali è stato registrato… La nozione di “vantaggio indebitamente tratto dal carattere distintivo o dalla notorietà del marchio”, detto anche “parassitismo”, va invece ricollegato non al pregiudizio subito dal marchio quanto piuttosto al vantaggio tratto dal terzo dall’uso del…
Continua a leggere...Conoscenza della sottocapitalizzazione e postergazione
Corte di Cassazione Civile Sez. I – Sentenza n. 16291 del 20 giugno 2018 Parole chiave: postergazione – finanziamenti – estensione art. 2467 c.c. – sottocapitalizzazione “È estensibile ad altri tipi di società di capitali il disposto di cui all’art. 2467 c.c. che, nelle s.r.l., prevede la postergazione del rimborso del finanziamento del socio concesso in situazioni che renderebbero necessario un conferimento, perché la “ratio” della norma consiste nel contrastare i fenomeni di sottocapitalizzazione nominale delle società “chiuse”. Tale disciplina deve trovare pertanto trovare applicazione anche al finanziamento del socio di una s.p.a., qualora le condizioni della società siano a quest’ultimo note, per lo specifico assetto dell’ente o per la posizione da lui concretamente rivestita, quando essa sia sostanzialmente equivalente…
Continua a leggere...L’auto attribuzione di compensi congrui da parte del liquidatore, di società poi dichiarata fallita, configura bancarotta patrimoniale per distrazione o bancarotta preferenziale?
Corte di Cassazione Penale Sez. V sentenza 13 luglio 2018 n. 32378 Parole chiave: bancarotta fraudolenta per distrazione – bancarotta preferenziale – liquidatore della società – congruità compensi del liquidatore “Risponde di bancarotta preferenziale e non di bancarotta fraudolenta per distrazione l’amministratore o il liquidatore della società che in assenza di una delibera ad hoc si liquida compensi congrui rispetto alla qualità e alla quantità di lavoro svolto dovendosi osservare che l’amministratore, come il liquidatore, è un creditore della società, che ha diritto ad un adeguato compenso per l’attività svolta: ne consegue che l’autoliquidazione di somme a proprio favore altera la par condicio creditorum, ma non depaupera la società.” Disposizioni applicate: art. 216 comma 1 l.f. – art. 216 comma…
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