SOCIETÀ E FALLIMENTO

Sull’illimitata responsabilità dei soci della Srl estinta

A seguito dell’estinzione della società i debiti di quest’ultima rimasti insoddisfatti possono essere contestati nei confronti dei soci della società stessa, anche nel caso in cui nulla abbiano ricevuto in sede di liquidazione: questa è l’incredibile posizione assunta dai giudici della Cassazione nella sentenza n. 17243 del 02.07.2018. Si tratta di una sentenza che sovverte ogni logica a base del diritto societario, posizione secondo la quale l’estinzione della società farebbe venir meno la responsabilità limitata che contraddistingue le società di capitali. L’estinzione della società In tema di estinzione delle società, l’articolo 2495, comma 2, cod. civ., dispone che “Ferma restando l’estinzione della società, dopo la cancellazione i creditori sociali non soddisfatti possono far valere i loro crediti nei confronti dei soci, fino alla concorrenza delle somme da questi riscosse in base al bilancio…

Continua a leggere...

Srl a base ristretta e costi indeducibili, nessuna tassazione sui soci

Una questione, sovente al centro del dibattito, attiene all’operatività della presunzione di distribuzione ai soci del maggior reddito definitivamente accertato in capo alla srl a ristretta compagine sociale. In virtù di tale presunzione l’Amministrazione finanziaria, in parallelo all’ emissione dell’atto di rettifica dell’imponibile nei confronti della srl, avvia un accertamento complementare nei confronti dei rispettivi soci, imputando a questi l’utile extrabilancio non dichiarato dalla società. Tale ricostruzione presuntiva, del quale l’accertamento sulla società costituisce antecedente logico, trae spunto dal vincolo di solidarietà e reciproco controllo che lega i soci delle piccole srl partecipate da un numero limitato di soggetti. Il ragionamento induttivo si fonda su una regola empirica secondo la quale, in predette realtà aziendali, si può verosimilmente ritenere che i maggior utili non dichiarati vengano distribuiti a…

Continua a leggere...

Gli statuti degli enti del terzo settore

L’articolo 101, comma 2, D.Lgs. 117/2017 recante il codice del terzo settore (di seguito c.t.s.) prevede che per le Onlus, organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e imprese sociali iscritte ai registri istituiti ai sensi delle discipline esistenti alla data di entrata in vigore del c.t.s., potranno continuare ad applicarsi, ai fini e per gli effetti derivanti dalla iscrizione, le norme previgenti purché si adeguino alle nuove disposizioni “entro diciotto mesi” dalla entrata in vigore del c.t.s.. Entro il medesimo termine: “esse possono modificare i propri statuti con le modalità e le maggioranze previste per le deliberazioni dell’assemblea ordinaria”. Questo significa che le associazioni di promozione sociale, le organizzazioni di volontariato, le Onlus e le imprese sociali attualmente operanti…

Continua a leggere...

La Srl evita lo scioglimento da riduzione del capitale

La riduzione del capitale sociale per perdite al di sotto di 10.000 euro non determina lo scioglimento della Srl allorquando i soci deliberino di continuare l’attività “con capitale minimo”. È quanto si evince da un decreto del Tribunale di Udine depositato in cancelleria il 26 settembre 2017. È noto che la riduzione del capitale può essere facoltativa od obbligatoria; nelle Srl diventa un dovere quando: essendo trascorso un intero esercizio dalla rilevazione delle perdite, queste non si sono ridotte ad una misura inferiore al terzo del capitale sociale (articolo 2482-bis civ.); le perdite, sempre superiori ad un terzo del capitale, lo hanno ridotto al di sotto del minimo legale (articolo 2482-ter civ.). In tale ultimo caso, la società deve ridurre…

Continua a leggere...

Assemblea in teleconferenza anche senza previsione statutaria

Una recente Massima pubblicata dal Comitato interregionale dei Consigli notarili delle Tre Venezie (la n. H.B.39) può essere di aiuto nel semplificare l’organizzazione delle assemblee dei soci di società di capitali “chiuse” mediante l’utilizzo di sistemi di teleconferenza, anche ove lo statuto – magari perché non aggiornato da diverso tempo – non prevede e non regola espressamente questa possibilità. La Massima in commento si intitola “Intervento in assemblea mediante mezzi di telecomunicazione in relazione alle possibili diverse clausole statutarie” e contiene il seguente precetto. Nelle società per azioni “chiuse”, anche in assenza di una specifica previsione statutaria, deve ritenersi possibile l’intervento in assemblea mediante mezzi di telecomunicazione, a condizione che siano in concreto rispettati i principi del metodo collegiale. Ove i mezzi di telecomunicazione siano previsti dall’avviso di convocazione, la società deve rispettare il principio di parità…

Continua a leggere...

Le quote di una s.r.l. sono acquistabili per usucapione

La possibilità di acquisire per usucapione, ai sensi dell’articolo 1161 cod. civ., il diritto di proprietà di una quota di una s.r.l. impone, in primo luogo, di esaminare la questione relativa alla natura giuridica della medesima partecipazione. L’orientamento prevalente attribuisce alla quota di partecipazione di una s.r.l. la qualità di bene mobile. La quota nella società a responsabilità limitata, non incorporata in un’azione e quindi in un documento avente natura di cosa materiale, è bene immateriale, che deve essere equiparato, sulla base dell’articolo 812, ultimo comma, cod. civ., ai beni mobili materiali. Tale equiparazione è giustificata dal fatto che l’articolo 812 cod. civ. (sulla distinzione dei beni mobili e immobili) indica, nei primi due commi, quali sono i beni immobili che sono, per loro natura, beni materiali, mentre nel terzo comma dispone che…

Continua a leggere...

Sulla (tardiva) modifica della proposta di concordato preventivo e la (conseguente) revoca dell’ammissione alla procedura

Trib. Busto Arsizio, (decreto), 4 aprile 2018 – Pres. C. Leotta – Est. S. Passafiume Proposta di concordato – mancata approvazione – modifica della precedente proposta – inammissibilità – revoca dell’ammissione alla procedura (L. fall., artt. 161, comma 2 e 3; 162, comma 2;  172, comma 2, 1; 177; 179). [1] La modifica della precedente proposta di concordato è tardiva se formulata dopo il decorso del termine di cui all’art. 172, comma 2, e, pertanto, in caso di non approvazione della prima proposta per mancato raggiungimento delle maggioranze, il tribunale dispone la revoca dell’ammissione del debitore alla procedura. CASO [1] Non essendo stata approvata la proposta di concordato per il mancato raggiungimento delle maggioranze di cui all’ art. 177 l….

Continua a leggere...

Ancora sul rapporto tra concordato (dichiarato inammissibile) e pronuncia di fallimento

Cass. civ., Sez. I, 25 gennaio 2018 n. 1893 (sentenza) – Pres. Didone – rel. Genovese Fallimento – Concordato preventivo – Ammissione – Decreto di inammissibilità – Conseguente dichiarazione di fallimento – Reclamo – Conseguenze – Riesame di tutte le questioni – Necessità (Legge Fall., artt. 18, 162) [1] In tema di procedure concorsuali, nel caso in cui la sentenza dichiarativa di fallimento faccia seguito ad un provvedimento di inammissibilità della domanda di concordato preventivo, l’effetto devolutivo pieno che caratterizza il reclamo avverso la sentenza di fallimento riguarda anche la decisione sull’inammissibilità del concordato, sicché, ove il debitore abbia impugnato con successo la dichiarazione di fallimento ed abbia altresì censurato la decisione del tribunale sulla sua mancata ammissione al concordato,…

Continua a leggere...

Le vendite fallimentari e la loro compatibilità con il modello telematico del codice di rito

Il programma di liquidazione. Stando al 1° comma dell’art. 104 ter, entro sessanta giorni dalla redazione dell’inventario e in ogni caso non oltre centottanta giorni dalla sentenza dichiarativa di fallimento, il curatore predispone il programma di liquidazione dell’attivo; esso, ai sensi del 2° comma dello stesso articolo, «costituisce l’atto di pianificazione e di indirizzo in ordine alle modalità e ai termini previsti per la realizzazione dell’attivo». Se è vero che il curatore ha un ampio margine di movimento per quanto riguarda la programmazione e l’attuazione delle modalità liquidative, è però indiscutibile che dette scelte devono essere orientate alla massima tutela degli interessi dei creditori. Proprio per tale motivo, è attualmente previsto che il comitato dei creditori debba approvare il programma…

Continua a leggere...

Effetti della sopravvenuta dichiarazione di fallimento sull’ordinanza di assegnazione dei crediti nella procedura esecutiva presso terzi

Trib. Palermo, 29.11.2017, G.E. Dott.ssa Marinuzzi, Ordinanza   Espropriazione forzata – Ordinanza assegnazione dei crediti – Natura satisfattiva – Fallimento del debitore – Conseguenze (cod. civ., art. 2928; cod. proc. civ., art. 553) [1] L’ordinanza di assegnazione del credito pignorato rappresenta per la sua natura satisfattiva l’atto finale e conclusivo del procedimento di espropriazione presso terzi che determina il trasferimento del credito pignorato dal debitore esecutato al creditore procedente.  Ordinanza assegnazione dei crediti – Fallimento – Efficacia pagamento – opposizione (cod. civ., art. 2928; cod. proc. civ., artt. 553 e 617; r.d. 16 marzo 1942 n. 267, legge fallimentare, artt. 44 e 51) [2] L’ordinanza di assegnazione conserva la efficacia di titolo esecutivo nei confronti del terzo anche nel caso…

Continua a leggere...