SOCIETÀ E FALLIMENTO
La soggezione a fallimento delle società di capitali trasformate in comunione d’azienda
Cass. civ. Sez. I, Sent. 19 giugno 2019, n. 16511. Pres. Genovese- Rel. Amatore Parole chiave: Dichiarazione di fallimento – Trasformazione eterogenea – Comunione d’azienda- Fallibilità Massima La trasformazione eterogenea – caratterizzata dal passaggio da una società di capitali a una comunione di godimento di un’azienda o, comunque, da una società in un’impresa individuale – configura un fenomeno successorio ed estintivo tra soggetti distinti, giacché persona fisica e persona giuridica si distinguono per natura e forma. Ne discende, quindi, che la nascita di una comunione indivisa tra due o più persone fisiche non preclude, ai sensi dell’art. 10, comma 1, l. fall., la dichiarazione di fallimento della società entro il termine di un anno dalla sua eventuale cancellazione dal registro…
Continua a leggere...Il socio cedente quote di società di capitali non è soggetto ad un generico obbligo di non concorrenza
Tribunale di Bologna, Sezione specializzata in materia di imprese, Sentenza del 21 gennaio 2019 Parole chiave: cessione di quote – non concorrenza – cessione di azienda – art. 2557 c.c. – società di capitali Massima: “La disciplina delle società di capitali non prevede, diversamente dalla disciplina della società in nome collettivo ex art. 2301 c.c., un generale divieto di concorrenza per il socio uscente. Di talchè, siffatto divieto può configurarsi solo se contemplato nello statuto sociale, o nell’atto di cessione della quota, ovvero, al ricorrere dei presupposti richiesti per la configurazione dell’ipotesi di cessione d’azienda; ricorrendo quest’ultima ipotesi, troverà applicazione analogica l’art. 2557 c.c.”. Disposizioni applicate: art. 2557 c.c. Con la sentenza in commento il Tribunale di Bologna si pronuncia…
Continua a leggere...Gli assetti adeguati e la business judgment rule
Sentenza n. 5384/2018 pubbl. il 20/11/2018 Tribunale di Torino Sezione Specializzata in materia di Impresa Parole chiave: Assetti Adeguati – Business Jugdment Rule Massima: Rientra nei doveri dell’organo amministrativo predisporre un assetto organizzativo amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa e poi agire – assumere decisioni e curarne l’esecuzione, o vigilare che ne sia curata l’esecuzione da parte dei sottoposti – attenendosi alle regole e procedure predisposte. Le scelte operative dell’amministratore sono insindacabili nel merito, secondo la c.d. business judgement rule, salvo il limite della valutazione di ragionevolezza, da compiersi ex ante, e tenendo conto – sempre nell’ordine del limite – della mancata adozione delle cautele, delle verifiche e delle informazioni preventive, normalmente richieste per una scelta…
Continua a leggere...Il reato di impedito controllo può essere integrato anche da condotte ostruzionistiche che di fatto precludano al socio il controllo della gestione dell’impresa
Cass. pen., Sezione V, Sentenza dell’11 febbraio 2019, n. 13803 Parole chiave: reato di impedito controllo – condotta ostruzionistica – impedito accesso alla documentazione della società – impedita partecipazione alle assemblee Massima: “Il reato di impedito controllo di cui all’art. 2625, comma 2°, c.c. può essere integrato anche da condotte meramente ostruzionistiche tese a impedire o ad ostacolare la partecipazione del socio all’assemblea ovvero dal reiterato e consapevole diniego, anche non esplicitamente manifestato, di fornire al socio, che ne abbia fatto ripetuta richiesta, la documentazione necessaria al controllo della gestione dell’impresa”. Disposizioni applicate: art. 2625 commi 1° e 2° c.c. La Suprema Corte si trova ad affrontare la questione della configurabilità del reato di cui all’articolo 2625 comma 2° c.c….
Continua a leggere...Revocabilità dell’atto istitutivo di trust
Cass. Civ., sez. I, 15 aprile 2019, n. 10498 – Pres. Di Virgilio – Rel. Dolmetta Parole chiave: Azione revocatoria ordinaria –– Atto istitutivo di trust – Atti di disposizione–Trust – Trustee – Beneficiario. Massima Nel caso in cui all’atto istitutivo di trust abbia fatto seguito l’intestazione del bene conferito al trustee, la domanda revocatoria che ha ad oggetto l’atto istitutivo di trust appare idonea a produrre l’esito di inefficacia dell’atto dispositivo successivo. Disposizioni applicate: cod. civ. art. 2901; L. 16 ottobre 1989 n. 364 CASO Un istituto bancario che vantava un rilevante credito nei confronti di una società a responsabilità limitata risultata incapiente, conviene in giudizio il fideiussore che aveva garantito l’adempimento delle obbligazioni della menzionata società e la…
Continua a leggere...L’amministratore di una S.r.l. che violi il vincolo di fiducia coi soci è revocabile per giusta causa
Tribunale Roma, Sezione specializzata in materia di imprese, Sentenza del 28 febbraio 2019 Parole chiave: revoca dell’amministratore – società a responsabilità limitata – giusta causa – pactum fiduciae – fiducia – risarcimento del danno Massima: “La giusta causa per la revoca dell’amministratore, prevista dall’art. 2383, terzo comma, c.c., può consistere non solo in fatti integranti un significativo inadempimento degli obblighi derivanti dall’incarico, ma anche in fatti che minino il pactum fiduciae, elidendo l’affidamento riposto al momento della nomina sulle attitudini e capacità dell’amministratore, sempre che essi siano oggettivamente valutabili come capaci di mettere in dubbio la correttezza e le attitudini gestionali dell’amministratore revocato, e non costituiscano, invece, il mero inadempimento ad una inesistente soggezione dell’amministratore stesso alle direttive del socio…
Continua a leggere...Sulla chiusura del fallimento per assenza di domande di insinuazione
Cass. civ., sez. I, 16 maggio 2019, n. 13270 – Pres. Didone – Rel. Terrusi Parole chiave: Fallimento – Chiusura – Per assenza di domande di insinuazione tempestive – Equiparazione della rinuncia alle domande tempestivamente presentate – Inammissibilità [1] Massima: L’art. 118, comma 1, n. 1), l.fall. prevede come motivo di chiusura del fallimento il solo caso della mancata presentazione di domande nel termine stabilito nella sentenza dichiarativa, cui non possono essere equiparati né il ritiro della domanda tempestivamente presentata, né la rinuncia alla stessa intervenuta prima dell’adunanza di verifica dei crediti. Disposizioni applicate: r.d. 267/1942, artt. 93, 101, 118 CASO Nell’ambito di una procedura fallimentare radicata innanzi al Tribunale di Roma, tutte le ventinove domande di ammissione al passivo…
Continua a leggere...Il diritto di intervento in assemblea è inscindibilmente connesso al diritto di voto: il nudo proprietario non può intervenire all’assemblea di approvazione del bilancio
Intestazione provvedimento: Tribunale di Firenze, Sezione V civile, Sezione specializzata in materia di impresa, Ordinanza del 27 aprile 2019 Parole chiave: società di capitali – diritto di voto – diritto di intervento – diritti amministrativi del socio – diritti parziari – usufrutto su partecipazioni – intervento in assemblea – approvazione del bilancio d’esercizio Massima: “Va affermato il principio per cui in caso di usufrutto su azioni o quote sociali, spetta all’usufruttuario, e non al socio nudo proprietario, il diritto di partecipare all’assemblea per l’approvazione del bilancio. Da una lettura sistematica delle norme si desume la stretta strumentalità tra la partecipazione in assemblea e l’esercizio del diritto di voto che, ai sensi dell’art. 2352 c.c., spetta all’usufruttuario; l’art. 2370 c.c., ai…
Continua a leggere...È da escludersi l’applicabilità dell’art. 1526 c.c. ai contratti di locazione finanziaria risolti in data anteriore alla dichiarazione di fallimento dell’utilizzatore
Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. I, 14 febbraio 2019 n. 12552/19 depositata il 10 maggio 2019 – Pres. A. Didone – Rel. G. Federico Parole chiave: Fallimento – Locazione finanziaria – Leasing traslativo – Effetti della risoluzione per inadempimento dell’utilizzatore – Vendita con riserva di proprietà – Esclusione. Massima: “La disciplina prevista dall’art. 72 quater legge fall, che, seppur dettata in relazione alle ipotesi in cui lo scioglimento del contratto di leasing deriva da una scelta del curatore e non dall’inadempimento dell’utilizzatore, è del tutto coerente con la fisionomia unitaria del leasing finanziario di ci alla legge 124/2017 art. 1 commi 136-140, dovendo ritenersi definitivamente superata la distinzione, di matrice giurisprudenziale, tra leasing c.d. “di godimento” e “leasing traslativo”…
Continua a leggere...Onere della prova del curatore e del fallito nell’azione revocatoria di fondo patrimoniale
Cass. civ., sez. I, 29 marzo 2019, n. 8978 – Pres. Di Virgilio – Rel. Amatore Parole chiave: Fallimento – Azione revocatoria – Atti a titolo gratuito – Fondo patrimoniale – Onere della prova [1] Massima: Nell’azione revocatoria di fondo patrimoniale, il curatore deve dimostrare il compimento dell’atto nel biennio precedente la dichiarazione di fallimento, mentre grava sul fallito la prova della proporzionalità dell’atto rispetto al suo patrimonio ovvero del suo compimento in adempimento di un dovere morale nei confronti della famiglia. Disposizioni applicate: r.d. 267/1942, art. 64; cod. civ., artt. 170, 2697 Parole chiave: Fallimento – Azione revocatoria – Fondo patrimoniale – Legittimazione passiva [2] Massima: Nell’azione revocatoria di fondo patrimoniale, la legittimazione passiva spetta a entrambi i coniugi,…
Continua a leggere...- PRECEDENTE
- 1
- 2
- …
- 48
- 49
- 50
- …
- 70
- 71
- SUCCESSIVO