SOCIETÀ E FALLIMENTO

La sostituzione della delibera impugnata ex art. 2377, comma 8, c.c. e la tipologia dei relativi provvedimenti processuali

Sentenza del 01.03.2016 nr. 360 Tribunale di Venezia Sezione Specializzata in materia di Impresa Parole chiave: Delibera Impugnata – Sostituzione – Poteri del Giudice – Cessazione della materia del Contendere – Difetto di interesse ad agire Massima: Nell’ambito del giudizio avente ad oggetto l’impugnazione della delibera poi sostituita va effettuata una verifica della assenza di vizi suscettibile di provocare l’annullamento o la declaratoria di nullità della delibera che ha determinato la sostituzione e, ciò, a prescindere dalla autonoma impugnazione della seconda. La norma di cui all’art. 2379 ultimo comma c.c., si estende alle ipotesi di nullità della delibera impugnata in quanto compatibili. Riferimenti normativi: art. 2377, comma 8, c.c.; art. 2379, ultimo comma, c.c., art. 2479 ter, ultimo comma, c.c….

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La morte di tutti i soci di una società in accomandita semplice, in assenza di sostituzione, non determina l’estinzione della società, ma il suo scioglimento

Corte d’Appello di Perugia, Sentenza del 15 ottobre 2019. Parole chiave: società di persone – società in accomandita semplice – mancanza di soci – estinzione – liquidazione – scioglimento Massima: “In tema di società di persone, la mancata ricostituzione della pluralità di soci nel termine di sei mesi non determina l’estinzione, ma solamente lo scioglimento della società e la liquidazione e, pertanto, la massa dei rapporti attivi e passivi che facevano capo alla compagine sociale prima dello scioglimento conserva il proprio originario centro di imputazione”. Disposizioni applicate: artt. 2323, 2308, 2272 c.c.; artt. 78, 79 c.p.c. La Corte di Appello di Perugia, rifacendosi ad orientamenti consolidati della Corte di cassazione, chiarisce quali siano le conseguenze della mancata ricostituzione della pluralità…

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Riflessioni sui rapporti di pregiudizialità e coordinamento tra la procedura prefallimentare e la procedura per l’omologazione di un accordo di ristrutturazione ex art. 182bis L.F.

Cass. Civ., sez. I, 22 maggio 2019, n. 13850 – Pres. Didone – Rel. Vella Parole chiave: fallimento, dichiarazione di fallimento, accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182bis L.F., omessa risoluzione dell’accordo omologato, creditore estraneo, procedibilità. Massima: “Nulla osta alla procedibilità di una domanda di fallimento presentata dopo l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis L.F. da un creditore estraneo all’accordo rimasto insoddisfatto, anche qualora l’accordo sia in corso di esecuzione e non formalmente risolto” Disposizioni applicate: R.D. 16 marzo 1942, n. 267: art. 6, art. 15, art. 182bis e art. 184; D.Lgs. 12 gennaio 2019 n. 14 CASO La società a responsabilità limitata Alfa presentava avanti il Tribunale di Avellino ricorso per l’omologazione di…

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E’ illegittimo il recesso del socio se la durata della S.p.A. supera l’aspettativa di vita del socio

Tribunale di Milano, Sezione specializzata in materia di imprese, Sentenza n. 5972 del 19 giugno 2019. Parole chiave: recesso del socio – società per azioni – durata della società – exit del socio di minoranza Massima: “Il socio di una società per azioni costituita per una durata pari a 105 anni non può recedere dalla stessa a norma dell’art. 2437, comma 3, c.c., non potendo tale ipotesi essere equiparata a quella di una società per azioni costituita a tempo indeterminato.”. Disposizioni applicate: artt. 2437 c.c., 2473 c.c., Con la sentenza in esame il Tribunale delle Imprese di Milano si è pronunciato in merito al diritto di recesso del socio di una società per azioni, ai sensi dell’art. 2437 c. 3°…

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La “reviviscenza” o meno del rango privilegiato del credito oggetto di revocatoria e successivamente ammesso al passivo fallimentare

Tribunale di Milano,Sez. II civile Fallimentare, Decreto n. 2363/2019 dell’8/03/2019, Pres. Paluchowski, Rel. Giani Parole chiave: ammissione al passivo – garanzie – crediti pignoratizi – crediti chirografari – revocatoria fallimentare – effetti. Massima: “Non risulta condivisibile l’idea che la norma della L. Fall., art. 70, comma 2, esprima un principio generale di reviviscenza delle garanzie a servizio del credito il cui pagamento è stato revocato. Ed anzi l’escussione costituisce l’atto finale della garanzia e, pertanto, pone fine all’esistenza stessa di quest’ultima”. Disposizione applicate: Artt. 53, 67 e 70, II° co., l. fall.. Caso Subita l’azione revocatoria ex art. 67 l. fall. avente ad oggetto la realizzazione della garanzia pignoratizia, un istituto di credito ha presentato domanda di ammissione al passivo…

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Quando è necessario l’accertamento delle cause di decadenza del sindaco?

Corte d’Appello di Catania, Sez. I, Sentenza n. 2175 del 30 settembre 2019 Parole chiave: Società di capitali – Amministratori di società e organi di controllo – Collegio Sindacale Massima: Nei casi di decadenza cd. sanzionatoria ex artt. 2404 e 2405 c.c. per mancata partecipazione del sindaco, senza giustificato motivo, a due riunioni del collegio, alle assemblee, a due adunanze consecutive del consiglio di amministrazione o del comitato esecutivo, l’operatività della decadenza non può essere automatica, ma deve sussistere un accertamento della decadenza che diventa requisito indispensabile per la sua operatività (sulla base dell’argomentazione che nella specie sussistono ineludibili esigenze garantiste che impongono l’attivazione di un procedimento formale volto alla comminatoria della decadenza). Disposizioni applicate: artt. 2404 c.c., 2405 c.c…..

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Legittimità del versamento post fallimento effettuato dal garante, o da suo delegato, sul conto corrente del fallito

Cass. civ. Sez. VI, Sent. 12 marzo 2019, n. 13458, Pres. Di Virgilio – Est. Pazzi Parole chiave: Effetti del fallimento sui rapporti giuridici – Adempimento del Garante del Fallito – Modalità di adempimento diretta e indiretta. Massima: Non viola il principio di cristallizzazione dei rapporti facenti capo al fallito, il versamento effettuato dal garante su un rapporto di conto corrente del garantito dichiarato fallito in essere presso la banca creditrice, anche se effettuato in maniera indiretta per il tramite di terzo, perché la creditrice medesima se ne giovi. Riferimenti normativi: artt. 44 secondo comma, 67 Legge Fallimentare ed art. 1180 cod. civ. Caso: Successivamente alla dichiarazione di fallimento di un imprenditore, il genitore del fideiussore provvedeva a versare, in…

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Non è nullo l’atto solutorio che estingua il debito postergato in violazione dell’art. 2467 c.c.

Trib. Milano, Sez. spec. in materia di imprese, sentenza del 2 luglio 2019 Parole chiave: postergazione – finanziamento soci – vendita – aliud pro alio – risoluzione del contratto. Massima: “Dal dato letterale dell’articolo 2467 c.c., che pone un principio fondamentale in tema di assunzione in capo al socio del rischio di impresa, emerge che la scelta sistematica del legislatore è stata, nelle ipotesi in cui i soci effettuano finanziamenti alla società che versa in situazione di squilibrio finanziario e di crisi qualificata, di prevedere non la nullità dell’atto solutorio, ma un meccanismo che incide direttamente sugli effetti del negozio di finanziamento e sull’ordine di soddisfazione dei crediti, postergando, come effetto sostanziale automatico, il diritto alla restituzione dell’investito nella società…

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Credito prededucibile anche in caso di consecuzione di procedure concorsuali omologhe

Cass. civ., sez. I, 11 giugno 2019, n. 15724 – Pres. Didone – Rel. Pazzi Parole chiave: Fallimento – Prededuzione – Privilegio – Identità degli effetti – Non sussiste [1] Massima: La prededuzione, a differenza del privilegio, non attribuisce una causa di prelazione, ma una precedenza processuale, in ragione della strumentalità dell’attività da cui il credito consegue agli scopi della procedura, onde renderla più efficiente. Disposizioni applicate: r.d. 267/1942, art. 111; cod. civ., artt. 2741 e 2745 Parole chiave: Fallimento – Consecuzione di procedure concorsuali – Finalità di risolvere la medesima situazione di crisi economica – Accertamento – Traslazione della prededuzione da una procedura all’altra – Configurabilità [2] Massima: La consecuzione di procedure concorsuali è un fenomeno generalissimo, consistente nel…

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Cessione di quote: sulla legittimità della clausola statutaria che demanda ad arbitro la quantificazione del prezzo di trasferimento

Trib. Bologna, sentenza dell’11 luglio 2019, n. 1601. Parole chiave: clausola di prelazione – prelazione impropria – trasferimento delle quote – arbitratore – nullità delibera assembleare. MASSIMA “È legittima la delibera assembleare che introduca nello statuto societario una clausola di prelazione che preveda, per il caso di disaccordo tra i soci sul prezzo del trasferimento delle quote, la possibilità di nominare un arbitratore, con la conseguenza che: se il prezzo indicato dal proponente sia superiore al valore stabilito dall’arbitratore, la proposta si intenderà fatta per un prezzo pari a quest’ultimo valore; se il prezzo indicato dal proponente sia inferiore, la proposta si intenderà fatta per tale prezzo”. Disposizioni applicate: art. 2355 bis c.c. – art. 1349 c.c. – art. 2437…

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