SOCIETÀ E FALLIMENTO

Sulla chiusura del fallimento per assenza di domande di insinuazione

Cass. civ., sez. I, 16 maggio 2019, n. 13270 – Pres. Didone – Rel. Terrusi Parole chiave: Fallimento – Chiusura – Per assenza di domande di insinuazione tempestive – Equiparazione della rinuncia alle domande tempestivamente presentate – Inammissibilità [1] Massima: L’art. 118, comma 1, n. 1), l.fall. prevede come motivo di chiusura del fallimento il solo caso della mancata presentazione di domande nel termine stabilito nella sentenza dichiarativa, cui non possono essere equiparati né il ritiro della domanda tempestivamente presentata, né la rinuncia alla stessa intervenuta prima dell’adunanza di verifica dei crediti. Disposizioni applicate: r.d. 267/1942, artt. 93, 101, 118 CASO Nell’ambito di una procedura fallimentare radicata innanzi al Tribunale di Roma, tutte le ventinove domande di ammissione al passivo…

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Il diritto di intervento in assemblea è inscindibilmente connesso al diritto di voto: il nudo proprietario non può intervenire all’assemblea di approvazione del bilancio

Intestazione provvedimento: Tribunale di Firenze, Sezione V civile, Sezione specializzata in materia di impresa, Ordinanza del 27 aprile 2019 Parole chiave: società di capitali – diritto di voto – diritto di intervento – diritti amministrativi del socio – diritti parziari – usufrutto su partecipazioni – intervento in assemblea – approvazione del bilancio d’esercizio Massima: “Va affermato il principio per cui in caso di usufrutto su azioni o quote sociali, spetta all’usufruttuario, e non al socio nudo proprietario, il diritto di partecipare all’assemblea per l’approvazione del bilancio. Da una lettura sistematica delle norme si desume la stretta strumentalità tra la partecipazione in assemblea e l’esercizio del diritto di voto che, ai sensi dell’art. 2352 c.c., spetta all’usufruttuario; l’art. 2370 c.c., ai…

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È da escludersi l’applicabilità dell’art. 1526 c.c. ai contratti di locazione finanziaria risolti in data anteriore alla dichiarazione di fallimento dell’utilizzatore

Sentenza Corte di Cassazione Civile, Sez. I, 14 febbraio 2019 n. 12552/19 depositata il 10 maggio 2019 – Pres. A. Didone – Rel. G. Federico Parole chiave: Fallimento – Locazione finanziaria – Leasing traslativo – Effetti della risoluzione per inadempimento dell’utilizzatore – Vendita con riserva di proprietà – Esclusione. Massima: “La disciplina prevista dall’art. 72 quater legge fall, che, seppur dettata in relazione alle ipotesi in cui lo scioglimento del contratto di leasing deriva da una scelta del curatore e non dall’inadempimento dell’utilizzatore, è del tutto coerente con la fisionomia unitaria del leasing finanziario di ci alla legge 124/2017 art. 1 commi 136-140, dovendo ritenersi definitivamente superata la distinzione, di matrice giurisprudenziale, tra leasing c.d. “di godimento” e “leasing traslativo”…

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Onere della prova del curatore e del fallito nell’azione revocatoria di fondo patrimoniale

Cass. civ., sez. I, 29 marzo 2019, n. 8978 – Pres. Di Virgilio – Rel. Amatore Parole chiave: Fallimento – Azione revocatoria – Atti a titolo gratuito – Fondo patrimoniale – Onere della prova [1] Massima: Nell’azione revocatoria di fondo patrimoniale, il curatore deve dimostrare il compimento dell’atto nel biennio precedente la dichiarazione di fallimento, mentre grava sul fallito la prova della proporzionalità dell’atto rispetto al suo patrimonio ovvero del suo compimento in adempimento di un dovere morale nei confronti della famiglia. Disposizioni applicate: r.d. 267/1942, art. 64; cod. civ., artt. 170, 2697 Parole chiave: Fallimento – Azione revocatoria – Fondo patrimoniale – Legittimazione passiva [2] Massima: Nell’azione revocatoria di fondo patrimoniale, la legittimazione passiva spetta a entrambi i coniugi,…

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La “Super società di fatto”: un fallimento possibile?

Cassazione civile, sez. VI, ordinanza 11.6.2019 (Ud. 19.3.2019), n. 15620 – Pres. A. Scaldaferri – Rel. G. Iofrida Parole chiave: società di fatto – direzione e coordinamento – holding – fallimento in estensione Massima: L’art. 147, L. Fall., comma 5, trova applicazione non solo quando, dopo la dichiarazione di fallimento di un imprenditore individuale, risulti che l’impresa è, in realtà, riferibile ad una società di fatto tra il fallito ed uno o più soci occulti, ma, in virtù di sua interpretazione estensiva, anche laddove il socio già fallito sia una società, anche di capitali, che partecipi, con altre società o persone fisiche, ad una società di persone (cd. supersocietà di fatto) – non assoggettata ad altrui direzione e coordinamento la…

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Il COMI del debitore ed il trasferimento all’estero della sede sociale

Cass. civ. Sez. I, Sent.  30 ottobre 2018, n. 27686. Pres. Didone- Est. Vella Parole chiave: Dichiarazione di fallimento- Giurisdizione fallimentare –  COMI- Trasferimento sede sociale Massima: E’ valutazione in fatto non sindacabile in sede di legittimità l’accertamento, ad opera del giudice di merito, di indici probatori idonei a vincere la presunzione iuris tantum di corrispondenza tra la sede legale e la sede effettiva, che comporta che  la competenza giurisdizionale ad aprire la procedura di insolvenza spetti al giudice dello Stato membro nel cui territorio è situato il centro degli interessi principali del debitore (cd. COMI), da individuare fino a prova contraria, in caso di società, in quello del luogo della sede statutaria. Riferimenti normativi:  artt. 26 CCI;  Reg UE…

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Profili generali e prescrizione quinquennale dell’azione individuale di responsabilità, ex art. 2476 comma 6 cc, dal giorno “in cui il fatto si è verificato”

Intestazione provvedimento: Tribunale di Roma, Sezione specializzata in materia di imprese Sentenza n. 7050/2019 del 19 febbraio 2019 (pubblicata il 1° aprile 2019) Parole chiave: azione di responsabilità dei creditori sociali – natura extracontrattuale – risarcimento del danno – danno non patrimoniale Massima: “Con riferimento all’azione di responsabilità dei creditori sociali nei confronti degli amministratori, il sesto comma dell’art. 2476 c.c. non riproduce quanto previsto in punto di prescrizione per l’analogo rimedio esperibile da soci e terzi nei confronti degli amministratori di società per azioni (“L’azione può essere esercitata entro cinque anni dal compimento dell’atto che ha pregiudicato il socio o il terzo”); pertanto, dovendosi escludere – a norma dell’art. 14 disp. prel. c.c. – la applicabilità in via analogica…

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La modifica statutaria dei diritti (patrimoniali) di partecipazione è causa di recesso ai sensi della lett. g dell’art. 2437 cc

Intestazione provvedimento: Cassazione Civile, sezione I, sentenza n. 13845 del 5 febbraio 2019 (depositata il 22 maggio 2019) Parole chiave: recesso S.p.A. – modifica clausola statutaria – diritti di partecipazione – distribuzione utili – causa di recesso – liquidazione azioni Massima: “In tema di recesso dalla società di capitali, l’espressione “diritti di partecipazione” di cui all’articolo 2437, lettera g), cod. civ., per quanto nell’ambito di un’interpretazione restrittiva della norma tesa a non incrementare a dismisura le cause legittimanti l’exit, comprende in ogni caso i diritti patrimoniali implicati dal diritto di partecipazione, e tra questi quello afferente la percentuale dell’utile distribuibile in base allo statuto; ne consegue che la modifica di una clausola statutaria direttamente attinente alla distribuzione dell’utile, che influenzi…

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Azione sociale di responsabilità nella S.r.l.: profili processuali in tema di onere della prova

Tribunale di Milano, Sezione specializzata in materia di impresa B, Sentenza n. 1508/2019 del 24 gennaio 2019 (pubblicata il 15 febbraio 2019) Parole chiave: azione sociale di responsabilità – natura contrattuale – risarcimento del danno – danno patrimoniale – danno non patrimoniale – onere della prova. Massima: “L’amministratore di società di capitali che venga convenuto in giudizio per violazione dei doveri gestori, a fronte del mancato assolvimento dell’onere probatorio su di lui gravante, deve essere ritenuto responsabile per gli inadempimenti ai doveri gestori addebitatigli dall’attore e condannato al risarcimento del relativo danno.” Disposizioni applicate: artt. 2393, 2476 c.c. – 24 Cost. Con la sentenza n. 1508/2019 del 24 gennaio 2019, in commento, il Tribunale di Milano coglie l’occasione per riaffermare…

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Simul stabunt, simul cadent: l’amministratore cessato che agisca per il risarcimento danni deve provare il carattere abusivo e/o strumentale della vicenda sociale che ha condotto alla sua decadenza

Tribunale Ordinario di Milano, Sezione specializzata in materia di impresa B, sentenza n. 1124/2019 del 31 gennaio 2019 (pubblicata in data 5 febbraio 2019) Parole chiave: consiglio di amministratore – clausola simul stabunt, simul cadent –amministratori – cessazione organo amministrativo – assenza di giusta causa – azione risarcitoria – principio di buona fede – prova dell’abusività – prova strumentalità . Massima: “Qualora un amministratore di S.r.l. decaduto per via dell’operatività dell’art. 2386 c.c. agisca in giudizio per chiedere il risarcimento del danno agli altri amministratori, graverà su di esso l’onere della prova in ordine alla abusività della condotta altrui, non essendo sufficiente a tal fine dimostrare l’assenza di propri comportamenti negligenti o comunque l’assenza di situazioni integranti giusta causa di…

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