SOCIETÀ E FALLIMENTO

Le azioni di risarcimento danni per responsabilità da fatto illecito di terzi esercitate dal curatore di una procedura di insolvenza rientrano nel campo di applicazione del Reg. 44/2001 (ora Reg. 1215/2012)

PAROLE CHIAVE Rinvio pregiudiziale – ambito di applicazione – competenza internazionale – insolvenza transfrontaliera – azione di risarcimento danni MASSIMA Un’azione di risarcimento danni esercitata, nei confronti di terzi, da parte del curatore di una procedura fallimentare il cui ricavato vada a beneficio della massa fallimentare si fonda su norme comuni di diritto civile e commerciale. Conseguentemente, tale azione rientra nella nozione di “materia civile e commerciale” di cui all’art. 1, paragrafi 1 e 2, lett. b) del Reg. (CE) n. 44/2001 del Consiglio, del 22 dicembre 2000 concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l’esecuzione delle decisioni in materia civile e commerciale risultando, pertanto, ricompreso nell’ambito di applicazione ratione materiae del medesimo regolamento. RIFERIMENTI NORMATIVI Art. 1, par. 1,…

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L’attività di attestazione di un piano in continuità aziendale non può presumersi prestazione di “speciale difficoltà” scriminante ai sensi dell’art. 2236 c.c.

Cassazione Civile, sezione I, 4 maggio 2018, n° 10752 Parole chiave: responsabilità dell’attestatore – attestazione – asseverazione della contabilità – art. 2236 c.c. – piano di concordato. Massima: “L’attività di attestazione di un piano in continuità aziendale ex art. 161, comma 3°, l. fall., non è di per sé prestazione di speciale difficoltà. Per poter operare la scriminante soggettiva di cui all’art. 2236 c.c., per cui il professionista incorrerebbe in responsabilità civile solo per dolo o colpa grave, sull’attestatore grava l’onere di provare gli specifici problemi tecnici che hanno reso la prestazione di speciale difficoltà”. Disposizioni applicate: art. 2236 c.c. – art. 1176 c.c. – art. 161, comma 3°, l. fall.. Con la sentenza in commento, la Corte di Cassazione…

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Procedure da composizione delle crisi da sovraindebitamento e pagamenti rateali di mutui ipotecari: la Cassazione afferma l’ammissibilità

Cass. civ. Sez. I, Sent. 3 luglio 2019, n. 22159. Pres. Genovese – Est. Terrusi Parole chiave Procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento – durata del piano – pagamento delle rate del contratto di mutuo ipotecario secondo l’originario piano di ammortamento – ammissibilità. Massima Nelle procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento deve ritenersi ammissibile il piano che preveda il pagamento delle rate di mutuo ipotecario secondo le scadenze del piano di ammortamento originario e quindi una durata della fase esecutiva anche ultradecennale (nel caso di specie, di sedici anni). Disposizioni applicate: art. 7, co. 1 L 3/2012 – art. 160 l. fall. Il caso Un debitore presenta domanda di omologazione di un accordo di composizione della crisi da…

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Delibera di compenso del socio amministratore: spunti di riflessione

Tribunale di Bologna, Sezione specializzata in materia di imprese Sentenza del 12 luglio 2019 Parole chiave: società – società a responsabilità limitata – azione di responsabilità contro gli amministratori – conflitto di interessi – socio, in genere Massima: La congruità e proporzionalità del compenso deve essere valutata con riguardo alla natura ed ai compiti dell’amministratore, al corrispettivo corrente nel mercato per prestazioni analoghe e, in funzione complementare, alla situazione patrimoniale e all’andamento economico della società. Non può quindi procedersi all’annullamento di una delibera assembleare di S.r.l. per conflitto di interessi del socio amministratore, derivante dalla sua partecipazione alla votazione di una delibera avente ad oggetto la determinazione del compenso spettantegli, qualora non sussista una irragionevole sproporzione tra il compenso medesimo e…

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La soggezione a fallimento delle società di capitali trasformate in comunione d’azienda

Cass. civ. Sez. I, Sent. 19 giugno 2019, n. 16511. Pres. Genovese- Rel. Amatore Parole chiave: Dichiarazione di fallimento – Trasformazione eterogenea –  Comunione d’azienda- Fallibilità Massima La trasformazione eterogenea – caratterizzata dal passaggio da una società di capitali a una comunione di godimento di un’azienda o, comunque, da una società in un’impresa individuale – configura un fenomeno successorio ed estintivo tra soggetti distinti, giacché persona fisica e persona giuridica si distinguono per natura e forma. Ne discende, quindi, che la nascita di una comunione indivisa tra due o più persone fisiche non preclude, ai sensi dell’art. 10, comma 1, l. fall., la dichiarazione di fallimento della società entro il termine di un anno dalla sua eventuale cancellazione dal registro…

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Il socio cedente quote di società di capitali non è soggetto ad un generico obbligo di non concorrenza

Tribunale di Bologna, Sezione specializzata in materia di imprese, Sentenza del 21 gennaio 2019 Parole chiave: cessione di quote – non concorrenza – cessione di azienda – art. 2557 c.c. – società di capitali Massima: “La disciplina delle società di capitali non prevede, diversamente dalla disciplina della società in nome collettivo ex art. 2301 c.c., un generale divieto di concorrenza per il socio uscente. Di talchè, siffatto divieto può configurarsi solo se contemplato nello statuto sociale, o nell’atto di cessione della quota, ovvero, al ricorrere dei presupposti richiesti per la configurazione dell’ipotesi di cessione d’azienda; ricorrendo quest’ultima ipotesi, troverà applicazione analogica l’art. 2557 c.c.”. Disposizioni applicate: art. 2557 c.c. Con la sentenza in commento il Tribunale di Bologna si pronuncia…

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Gli assetti adeguati e la business judgment rule

Sentenza n. 5384/2018 pubbl. il 20/11/2018 Tribunale di  Torino Sezione Specializzata in materia di Impresa Parole chiave: Assetti  Adeguati –  Business Jugdment Rule Massima: Rientra nei doveri dell’organo amministrativo predisporre un assetto organizzativo amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa e poi agire – assumere decisioni e curarne l’esecuzione, o vigilare che ne sia curata l’esecuzione da parte dei sottoposti – attenendosi alle regole e procedure predisposte. Le scelte operative dell’amministratore sono insindacabili nel merito, secondo la c.d. business judgement rule, salvo il limite della valutazione di ragionevolezza, da compiersi ex ante, e tenendo conto – sempre nell’ordine del limite – della mancata adozione delle cautele, delle verifiche e delle informazioni preventive, normalmente richieste per una scelta…

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Il reato di impedito controllo può essere integrato anche da condotte ostruzionistiche che di fatto precludano al socio il controllo della gestione dell’impresa

Cass. pen., Sezione V, Sentenza dell’11 febbraio 2019, n. 13803 Parole chiave: reato di impedito controllo – condotta ostruzionistica – impedito accesso alla documentazione della società – impedita partecipazione alle assemblee Massima: “Il reato di impedito controllo di cui all’art. 2625, comma 2°, c.c. può essere integrato anche da condotte meramente ostruzionistiche tese a impedire o ad ostacolare la partecipazione del socio all’assemblea ovvero dal reiterato e consapevole diniego, anche non esplicitamente manifestato, di fornire al socio, che ne abbia fatto ripetuta richiesta, la documentazione necessaria al controllo della gestione dell’impresa”. Disposizioni applicate: art. 2625 commi 1° e 2° c.c. La Suprema Corte si trova ad affrontare la questione della configurabilità del reato di cui all’articolo 2625 comma 2° c.c….

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Revocabilità dell’atto istitutivo di trust

Cass. Civ., sez. I, 15 aprile 2019, n. 10498 – Pres. Di Virgilio – Rel. Dolmetta Parole chiave: Azione revocatoria ordinaria –– Atto istitutivo di trust – Atti di disposizione–Trust – Trustee – Beneficiario. Massima Nel caso in cui all’atto istitutivo di trust abbia fatto seguito l’intestazione del bene conferito al trustee, la domanda revocatoria che ha ad oggetto l’atto istitutivo di trust appare idonea a produrre l’esito di inefficacia dell’atto dispositivo successivo. Disposizioni applicate: cod. civ. art. 2901; L. 16 ottobre 1989 n. 364 CASO Un istituto bancario che vantava un rilevante credito nei confronti di una società a responsabilità limitata risultata incapiente, conviene in giudizio il fideiussore che aveva garantito l’adempimento delle obbligazioni della menzionata società e la…

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L’amministratore di una S.r.l. che violi il vincolo di fiducia coi soci è revocabile per giusta causa

Tribunale Roma, Sezione specializzata in materia di imprese, Sentenza del 28 febbraio 2019 Parole chiave: revoca dell’amministratore – società a responsabilità limitata – giusta causa – pactum fiduciae – fiducia – risarcimento del danno Massima: “La giusta causa per la revoca dell’amministratore, prevista dall’art. 2383, terzo comma, c.c., può consistere non solo in fatti integranti un significativo inadempimento degli obblighi derivanti dall’incarico, ma anche in fatti che minino il pactum fiduciae, elidendo l’affidamento riposto al momento della nomina sulle attitudini e capacità dell’amministratore, sempre che essi siano oggettivamente valutabili come capaci di mettere in dubbio la correttezza e le attitudini gestionali dell’amministratore revocato, e non costituiscano, invece, il mero inadempimento ad una inesistente soggezione dell’amministratore stesso alle direttive del socio…

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