SOCIETÀ E FALLIMENTO

Le limitazioni al potere rappresentativo degli amministratori possono essere opposte ai terzi unicamente dalla società e non dai soci

Tribunale di Roma, Sezione Specializzata in materia di Impresa – Sentenza n. 12160 del 10 settembre 2020 Parole chiave: limiti dello statuto – potere di rappresentanza – rappresentanza dell’amministratore – opponibilità ai terzi – falsus procurator – invalidità e inefficacia del contratto – Massima: Anche nelle società a responsabilità limitata è possibile attribuire il potere di rappresentanza soltanto ad alcuni amministratori, poiché la regola posta dall’art. 2475 bis c. 1 c.c. assume rilevanza unicamente nel silenzio dello statuto o dell’atto di nomina. Tuttavia, spetta esclusivamente alla società (e non ai soci) valutare la ricorrenza dei presupposti ex art. 2475 bis c. 2 c.c. ai fini dell’opposizione ai terzi delle limitazioni del potere amministrativo. Disposizioni applicate: articoli 2475 bis c.c., 1388…

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Per la competenza a dichiarare il fallimento prevale il luogo connettivo e decisionale rispetto a quello di effettiva gestione dell’attività

Cass. civ. Sez. VI – 1, Ord., (ud. 17-06-2020) 21-08-2020, n. 17518 Parole chiave Competenza per la dichiarazione di fallimento – Tribunale fallimentare Massima Il Tribunale competente a dichiarare il fallimento è quello dove è ubicata sia la sede legale della società, sia  il luogo nel quale sono adottate delibere decisive per le sorti della società Disposizioni applicate art.9 l.f.– art.9bis l.f. – art.3 Reg.UE 848/2015 – art.45 c.p.c. Nella fattispecie decisa dalla Suprema Corte, il P.M. presso il Trib. di Milano, accertato lo stato d’insolvenza di una società indagata, chiedeva al predetto Tribunale di dichiararne il fallimento. Il Trib. Milano, però, declinava la propria competenza in favore del Trib. Novara nel cui circondario riteneva fossero ubicati sia la sede…

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È possibile escludere il socio di una S.r.l. al di fuori delle cause di esclusione espressamente previste nello Statuto?

Tribunale di Bolzano, Sez. spec. in materia di imprese, Sentenza del 6 maggio 2020. Parole chiave: Società a responsabilità limitata – Esclusione – Socio – Giusta causa – Statuto Massima: “L’art. 2473 bis c.c., introdotto con la riforma del diritto societario del 2003, richiede esplicitamente una predeterminazione statutaria delle ipotesi di esclusione del socio; tale predeterminazione per essere conforme al dato normativo deve rispettare le nozioni di giusta causa e specificità (ciò per evitare che l’istituto dell’esclusione si trasformi in uno strumento, generale e generico, di reazione ad un qualsiasi contegno del socio)”. Disposizioni applicate: art. 2473 bis c.c. La sezione specializzata in materia di imprese del Tribunale di Bolzano si è recentemente pronunciata, tra le altre cose, sulla non…

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Insolvenza transfrontaliera: la Corte di Giustizia affronta il tema del centro degli interessi principali della persona fisica che non esercita attività imprenditoriale o lavoro autonomo e considera prevalente il criterio della residenza abituale

Corte di Giustizia, 16 luglio 2020, C-253/19 Parole chiave Insolvenza transfrontaliera – competenza giurisdizionale internazionale – criteri oggettivi – persona fisica – residenza abituale – COMI – bene immobile – interessi economici – rinvio pregiudiziale. Massima La Corte di Giustizia UE ha stabilito che la competenza giurisdizionale in caso di procedure transnazionali relative a persone fisiche, ovvero a persone che non esercitano attività professionale o imprenditoriale, spetta al Giudice dello Stato in cui la persona fisica ha la propria residenza abituale. La presunzione che tale Stato corrisponda a quello in cui è collocato il centro degli interessi principali della persona fisica non è superata dal fatto che l’unico bene che può essere posto in liquidazione sia situato in altro Stato…

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Arbitrato internazionale societario e nullità della clausola compromissoria

Corte d’Appello di Genova, Sezione I, Sentenza n. 649 del 9 luglio 2020 Parole chiave: Società – Società di capitali – Statuto – Clausola compromissoria – Meccanismo di nomina degli arbitri – Nullità Massima: A norma dell’art. 34, comma 2, D. Lgs. 5/2003, sussiste la nullità della convenzione di arbitrato unicamente laddove la clausola compromissoria non devolva la nomina degli arbitri ad un soggetto esterno alla società, mentre non è prevista alcuna ipotesi di nullità negli artt. 35 e 36 D. Lgs. 5/2003, i quali afferiscono a questioni di natura meramente processuale.  Disposizioni applicate: artt. 34-36 D. Lgs. 5/2003 – artt. 1343-1345 c.c. Nel caso in esame, la Corte d’Appello di Genova è stata chiamata a pronunciarsi in merito all’opposizione ad un decreto…

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Piano del consumatore, grado della colpa ai fini del giudizio di meritevolezza e ludopatia

Trib. di Vicenza, 24 settembre 2020 – presidente ed estensore G. Limitone La questione affrontata Investito da un reclamo avverso il decreto di omologazione di un piano del consumatore, il Tribunale di Vicenza è stato chiamato a risolvere, fondamentalmente, la questione se potesse riconoscersi, in capo alla debitrice, il c.d. requisito della meritevolezza, i.e. della non addebitabilità alla stessa del sovraindebitamento. Dopo una disamina delle ragioni dell’insorgenza dell’indebitamento (da ascriversi all’onere per gravose spese mediche, a un disturbo ludopatico e all’incremento del debito per interessi su una serie di finanziamenti), il tribunale conclude per il rigetto del reclamo, motivando la decisione sulla base dell’inesistenza della colpa grave in capo alla debitrice sovraindebitata, principalmente sulla scorta dell’affermazione che, interpretando le disposizioni…

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Simulazione dell’atto di cessione delle quote anche senza la prova che la vendita sia avvenuta ad un prezzo inferiore a quello di mercato

Tribunale di Milano, Sezione Specializzata in materia di Impresa, Sentenza n. 2660 del 30 aprile 2020. Parole chiave: cessione quote – compravendita – simulazione – onere della prova – società a responsabilità limitata – Massima: E’ configurabile la simulazione dell’atto di cessione di quote societarie anche in assenza della prova che la vendita sia avvenuta ad un prezzo inferiore a quello di mercato. Nel caso di specie, la simulazione del negozio di compravendita è stata desunta da (i) la mancata prova del pagamento del prezzo da parte del simulato acquirente, (ii) il rapporto di parentela e di convivenza tra il simulato alienante e il simulato acquirente e (iii) l’intento fraudolento volto a sottrarre le quote societarie alla garanzia del credito…

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Fallimento della società “in mano pubblica”

Corte di Cassazione Sez. I., Ord., 30 giugno 2020, n. 13160 – Presidente Magda – Rel. Guido Parole chiave: Fallimento – Enti pubblici – Società di capitali – Società “in house” – Fallibilità Massima  E’ sempre assoggettabile a fallimento, ex art. 1, comma 1, l. fall., una società di capitali che sia partecipata in tutto o in parte da enti pubblici. Disposizioni applicate  Art. 1 l. fall.; art. 2221 cod. civ.; art. 1, comma 3, D. Lgs. n. 175/2016 (T.U. in materia di società a partecipazione pubblica); art. 4 L. n. 70/1975 Con la pronuncia in commento, la Suprema Corte, Sezione Prima civile, affronta il tema della fallibilità delle società partecipate, in tutto o in parte, da enti pubblici. Nello…

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Finanziamenti dei soci: la valutazione dello squilibrio patrimoniale deve essere effettuata con riferimento al momento del finanziamento

Intestazione del provvedimento: Cassazione civile, Sezione VI, Ordinanza n. 17421/2020 pubblicata il 20 agosto 2020. Parole chiave: postergazione – finanziamento dei soci – sottocapitalizzazione – squilibrio dell’indebitamento – natura sostanziale della postergazione – Massima: “ai fini dell’applicazione dell’art. 2467 c.c., il presupposto del significativo squilibrio dell’indebitamento della società deve essere valutato con esclusivo riferimento al momento in cui viene concesso il finanziamento da parte del socio, senza che possano avere effetto retroattivo i successivi versamenti in conto capitale effettuati dal medesimo socio, essendo meri fatti sopravvenuti”. Disposizioni applicate: articoli 2467 c. c., 2484 c.c. Nel giudizio in esame l’attore ha proposto ricorso avverso la decisione di merito che confermava la postergazione di talune voci di credito nei confronti della società fallita,…

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L’inapplicabilità del divieto di cui agli articoli 571 e 579 c.p.c. alle procedure di vendita regolate dalla normativa fallimentare e l’identificazione del debitore

Decreto di Rigetto n. 7054/2019 del 11.09.2019 – Tribunale Ordinario di Venezia – I Sez. – Parole chiave: Vendita competitiva – identificazione del debitore – personalità giuridica Massima È da ritenersi non applicabili gli articoli 571 e 579 c.p.c. in modo diretto e acritico  laddove il procedimento di vendita risulti regolato dalla normativa fallimentare poiché non rientrano detti articoli tra le disposizioni di rinvio al codice di procedura civile in quanto compatibili. La libertà economica include gli strumenti giuridici ritenuti più efficienti sul mercato: vi è la necessità di acquisire prova certa che detta libertà sia stata manifestamente piegata a finalità contrarie a regole giuridiche vincolanti. Riferimenti normativi: art. 571 c.c.; 579 c.c.; 107 L.F. CASO   La società Alfa…

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