SOCIETÀ E FALLIMENTO

Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza: oneri a carico degli amministratori e illeciti penali connessi alla mancata adozione degli adeguati assetti organizzativi

Nella prima uscita, dedicata al Diritto Penale dell’Impresa, abbiamo accennato alla straordinaria incidenza sull’attività d’Impresa, in generale, e dell’Imprenditore, in particolare, dell’entrata in vigore del “Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D. Lgs. 12 gennaio 2019 n. 14, in GURI il 14 febbraio 2019); in questa seconda pubblicazione analizzeremo gli aspetti maggiormente impattanti con la gestione dell’Impresa. E’, certamente, l’art. 375 del CCI a rappresentare una svolta epocale, sotto il profilo della responsabilità gestoria, per gli Amministratori delle Società. La richiamata norma introduce nell’art. 2086 c.c. il dovere per l’imprenditore di “… istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità…

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Effetti del mancato compimento da parte dell’erede delle formalità di cui all’art. 2470 c.c. sulla delibera societaria assunta con il suo solo voto favorevole

Trib. Catanzaro, Sez. spec. in materia di imprese, Sentenza, 11 giugno 2024, n. 1202 Parole chiave: Società – Assemblea – Delibera – Invalidità ed impugnazione delle deliberazioni – Erede del socio – Formalità ex art. 2470 c.c. Massima: “È invalida la delibera assunta con il solo voto favorevole determinante dell’erede che non ha provveduto alle formalità di cui all’art. 2470 c.c., in quanto soggetto estraneo alla compagine sociale e non legittimato ad esercitare i diritti sociali”. Disposizioni applicate: art. 2377, comma 5, n. 1) c.c., 2379, comma 1 c.c., art. 2470 c.c. e art. 2479, ultimo comma c.c. Nel caso di specie, il socio di una società a responsabilità limitata semplificata ormai in liquidazione ha convenuto dinanzi al Tribunale di…

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Fallimento del datore di lavoro e insinuazione al passivo per le quote del trattamento di fine rapporto non versate al fondo di previdenza complementare

Cass. civ., sez. I, 7 giugno 2023, n. 16116 – Pres. Cristiano – Rel. Vella Parole chiave: Trattamento di fine rapporto – Conferimento nel fondo di previdenza complementare – Delegazione di pagamento – Cessione di credito – Mancato versamento – Fallimento del datore di lavoro – Insinuazione al passivo – Legittimazione [1] Massima: “In tema di previdenza complementare, il conferimento del trattamento di fine rapporto maturando in un fondo di previdenza complementare può configurare una delegazione di pagamento (art. 1268 c.c.), piuttosto che una cessione di credito futuro (art. 1260 c.c.), sicché, in caso di fallimento del datore di lavoro, la legittimazione a insinuarsi al passivo per le quote maturate e accantonate ma non versate al fondo spetta, di regola,…

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Cancellazione della società dal registro delle imprese in corso di causa: non costituisce rinuncia tacita al diritto litigioso

Cassazione civile, Sezione I, Ordinanza n. 16607 del 14 giugno 2024. Parole chiave: cancellazione volontaria dal registro delle imprese – rinuncia in corso di causa – cessazione della materia del contendere – remissione del credito – volontà remissoria – Massima: “La mera cancellazione di una società dal registro delle imprese non può, di per sé sola, per la sua evidente equivocità, reputarsi sufficiente a dedurne la remissione del credito fatto valere in giudizio, la quale deve essere, invece, allegata e provata con rigore da chi intenda farla valere, dimostrando tutti i presupposti della fattispecie, ossia la inequivoca volontà remissoria e la destinazione dichiarazione ad uno specifico creditore. Ne consegue che, in difetto di altri indici univoci sulla volontà remissoria, può…

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Il patrocinio a spese dello Stato nella procedura di liquidazione controllata: un istituto possibile?

Corte Costituzionale 4 luglio 2024 Parole chiave: Sovraindebitamento – Procedure – Liquidazione giudiziale – Liquidazione controllata – Patrocinio a Spese dello Stato – Esclusione Massima: «L’accesso al patrocinio a spese dello Stato serve a rimuovere, in armonia con l’art. 3, secondo comma Cost. (sentenza n. 80 del 2020) “le difficoltà di ordine economico che possono opporsi al concreto esercizio del diritto di difesa” (sentenza n. 46 del 1957, di seguito citata dalla sentenza n. 149 del 1983; in senso analogo, le sentenze n. 35 del 2019, n. 175 del 1996 e n. 127 del 1979), assicurando l’effettività del diritto ad agire e difendersi in giudizio, che il secondo comma del medesimo art. 24 Cost. espressamente qualifica come diritto inviolabile (sentenza…

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Responsabilità penale dell’amministratore nelle società e posizione di garanzia

Considerate le complesse dinamiche giuridiche costituenti il “timone” del modo dell’Impresa verrà dato ampio spazio al diritto penale dell’impresa. Inizieremo, con un primo articolo ove verrà tratto il delicato tema dei “doveri dell’Amministratore delle Società” connessi alla sua posizione di garanzia. Nelle successive pubblicazioni, verranno affrontati gli aspetti tipicizzanti la responsabilità penale degli amministratori privi di deleghe ed approfondite le problematiche sottese alla responsabilità concorsuale di natura omissiva che, all’evidenza, costituisce l’insidia maggiore per chi, seppur non direttamente coinvolto nell’attività gestoria della Società, in occasione di un fatto reato, ometta di agire per impedire l’evento. È d’uopo, pertanto, tracciare il perimetro normativo entro il quale sviluppare il nostro ragionamento circa i comportamenti che gli Amministratori dovrebbero tenere al fine di…

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Prova del rapporto sociale e fallimento del socio apparente

Cass. Civ., Sez. I, 29 aprile 2024, n. 11342 Massima: “Ai fini della assoggettabilità al fallimento del socio apparente di una società di persone, in conseguenza del fallimento della società, non occorre la dimostrazione della stipulazione e dell’operatività di un patto sociale, ma basta la prova di un comportamento del socio tale da integrare la esteriorizzazione del rapporto, ancorché inesistente nei rapporti interni, a tutela dei terzi che su quella apparenza abbiano fatto affidamento” (massima ufficiale) Disposizioni applicate: art. 147 l.fall. – art. 2314 c.c. – art. 10 l.fall. Parole chiave: società di persone – rapporto sociale – tutela dei terzi – legittimo affidamento – fallimento del socio – estensione del fallimento CASO La vertenza in commento ha ad oggetto…

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Violazione dell’obbligo di rendiconto e esclusione del socio amministratore dalla società semplice

Cassazione civile, Sez. I, Ordinanza, 10 giugno 2024, n. 16043 Parole chiave: Società – Società semplice – Amministratori e consiglio di amministrazione – Obbligo di rendiconto Massima: “Nella società semplice, la legge riconosce a tutti i soci il diritto di amministrare e, nel caso in cui alcuni si astengano dall’amministrare affidando la gestione agli altri, essi mantengono comunque il diritto di ricevere tutte le informazioni inerenti allo svolgimento degli affari sociali. Pertanto, la violazione dell’obbligo di rendiconto può costituire una grave inadempienza delle obbligazioni derivanti dal contratto sociale che incide sull’affectio societatis e legittima l’esclusione del socio-amministratore.” Disposizioni applicate: art. 2261 c.c.; art. 2286 c.c.; art. 2287 c.c. Nel caso di specie, essendo stato escluso il socio-amministratore di una società…

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Inadeguatezza degli assetti organizzativi in una situazione di equilibrio economico finanziario

Tribunale di Catanzaro, decreto del 6 febbraio 2024 Parole chiave Ricorso ex art.2409 c.c. – Ispezione giudiziale – mancanza adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili – irregolarità gravi e attuali Massima: “L’inottemperanza all’obbligo di istituire gli adeguati assetti può condurre alla revoca dell’organo amministrativo a prescindere dalla sussistenza di una situazione di difficoltà economica o finanziaria della società e anche in assenza di un pregiudizio concreto e attuale“. Disposizioni applicate: art.2409 c.c., art.78 c.p.c. CASO E SOLUZIONE Il Tribunale di Catanzaro (Sezione Specializzata in materia di Imprese), con decreto in data 06/02/2024, si è occupata del ricorso, ex art.2409 c.c., presentato da un socio di minoranza di una società agricola, il quale denunziava il compimento da parte dell’amministratore di gravi…

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Rigetto dell’omologa del concordato minore dell’artigiano per erronea indicazione del valore di liquidazione

Trib. Ferrara, 21 febbraio 2024 – G.D. Ghedini Parole chiave Concordato minore – artigiano – valore di liquidazione – debiti erariali. Massima: “Al fine di valutare la convenienza (intesa quale non deteriorità) della proposta di concordato minore rispetto alle alternative liquidatorie, devono essere fornite al Giudice anche le proiezioni circa la possibilità per il debitore di proseguire la propria attività (autorizzato dal Giudice) coprendo i costi correnti ed assicurando un ricavo netto. La liquidazione controllata deve essere presa in considerazione tra le ipotesi liquidatorie dal gestore della crisi”. Riferimenti normativi Art. 80 CCII – 545 c.p.c. CASO E QUESTIONI RILEVANTI Il decreto in esame trae origine dal ricorso di un piccolo artigiano per l’ammissione al concordato minore. La posizione debitoria…

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