Diritto e reati societari

La gestione delle terre e rocce da scavo ed i possibili rischi reato presupposto 231 connessi

Quando ci si pone dinanzi all’analisi dei processi a rischio reato presupposto della responsabilità ex D.Lgs. 231/01 e successivamente alla predisposizione delle misure di prevenzione, non si può prescindere dall’esaminare la realtà dell’Ente, la sua attività e tutto quanto ha rilievo sulla probabilità di commissione di reati presupposto. Nella misura in cui si è chiamati ad esaminare i rischi reato in materia ambientale ed in particolare quelli relativi alla corretta gestione dei rifiuti, non si può omettere di analizzare quali tipologie di rifiuti tratta l’Ente, in quale punto della gestione della filiera dei rifiuti si pone e soprattutto, con riferimento a determinate specifiche attività, se il materiale trattato possa essere riconducibile alla tipologia di rifiuto o di sottoprodotto. Aspetto di…

Continua a leggere...

Risk management: gli effetti positivi per le imprese

Indipendentemente dalla dimensione, dal settore e dagli obiettivi aziendali, oggi non c’è impresa che possa esimersi dalla gestione dei rischi. Il Risk Management è ormai un tema centrale nella definizione delle strategie d’impresa, in quanto ci si sta rendendo progressivamente conto che contribuisce al miglioramento dell’organizzazione, sia in termini di efficacia, sia in termini di efficienza dei processi, riducendo costi e passività e portando quindi, nel tempo, un contributo positivo al Conto Economico. La “gestione dei rischi” è la naturale conseguenza dell’evoluzione del concetto di controllo: per sapere cosa si deve presidiare, occorre conoscere i rischi correlati all’attività svolta. Si tratta di un processo che in maniera destrutturata e spesso inconsapevole è insito nell’azione stessa dell’“intraprendere”, cioè del fare impresa,…

Continua a leggere...

La riforma dei reati ambientali

Da tempo si attendeva che il Legislatore intervenisse per riorganizzare le disposizioni vigenti in materia ambientale ed in particolare che, alla luce delle note vicende che hanno suscitato clamore tra l’opinione pubblica, rivedesse le fattispecie incriminatrici penali in modo da garantire un’efficace risposta sanzionatoria, concretamente idonea a coprire le più disparate contingenze. Nel corso degli ultimi anni sono, infatti, diversi i casi, riportati anche dalla cronaca, che hanno visto imprese coinvolte in processi penali per aver causato danni all’ambiente ed alla pubblica incolumità, in ragione dello svolgimento delle attività proprie in mancanza degli opportuni accorgimenti volti a prevenire la commissione di tali pregiudizi, il più delle volte irrimediabili ex post. Così la riforma del D.Lgs. 68/2015, che sembra essere a tutti gli effetti l’epilogo di un…

Continua a leggere...

Reati colposi e nozione di vantaggio dell’ente ex D.Lgs. 231/2001

Con la sentenza n. 24697/2016, la Corte di Cassazione ha affrontato il caso di un infortunio sul lavoro a seguito del quale, il datore di lavoro, il dirigente responsabile e il lavorate dipendente addetto presso l’azienda ove era avvenuto il sinistro sono stati chiamati a rispondere di fronte al Tribunale di Trento del reato di lesioni colpose derivanti, a loro volta, dalla violazione della normativa in materia di prevenzione sugli infortuni sul luogo di lavoro. Dalle suddette contestazioni è derivata l’attribuzione in capo alla società della responsabilità amministrativa exarticolo 25-septies del D.Lgs. 231/2001, ciò in quanto, secondo l’impianto accusatorio, il reato commesso, seppure avente natura colposa, avrebbe comunque generato un vantaggio nei confronti dell’ente. Con specifico riferimento alla posizione della società, i giudici del…

Continua a leggere...

Modello 231 nelle Società controllate da P.A. ed Enti pubblici

Il tema del rapporto tra “Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione”, ora dopo l’intervenuta riforma del D.Lgs. 97/2016 “Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e Trasparenza” (PTPCT), ed il Modello 231 è stato da sempre oggetto di valutazioni e considerazioni da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC). In particolare le posizioni assunte dall’Autorità hanno posto l’interrogativo se l’adozione del Modello 231 per le controllate e partecipate pubbliche fosse un “obbligo” e non un “onere” come prevede il legislatore del D.Lgs. 231/01. Nella determinazione n. 8 del 17 giugno del 2015, l’ANAC, al Punto 2., ha previsto: “Le presenti Linee guida muovono dal presupposto fondamentale che le amministrazioni controllanti debbano assicurare l’adozione del Modello di organizzazione e gestione previsto dal…

Continua a leggere...

La rilevanza delle linee guida e delle buone pratiche clinico-assistenziali

Una delle più significative novità introdotte dalla “Legge Gelli-Bianco” rispetto alle previsioni contenute nell’art. 3 della “Legge Balduzzi” riguarda la rilevanza delle linee guida e delle buone-pratiche clinico assistenziali nei giudizi di responsabilità civile del medico. Nel prevedere il dovere del professionista sanitario di attenersi, salve le specificità del caso concreto, alle raccomandazioni previste dalle linee guida pubblicate nel sito internet dell’Istituto superiore di sanità pubblica, l’art. 5 della nuova legge si discosta dalla precedente sotto due punti di vista: da un lato, precisa quali sono le linee guida rilevanti nel giudizio di responsabilità medica tramite la creazione di un sistema di accreditamento formale affidato alle istituzioni, così soddisfacendo un’innegabile esigenza di certezza ma, al contempo, inevitabilmente introducendo anche il…

Continua a leggere...

Quando la lavorazione incide sulla non imponibilità della cessione UE

Nella sentenza Toridas, di cui alla causa C-386/16 del 26 luglio 2017, la Corte di giustizia ha dovuto stabilire non solo se l’esenzione prevista per le cessioni intraunionali di beni sia applicabile nella specifica vendita “a catena” presa in considerazione, ma anche se la lavorazione avente per oggetto i beni già oggetto di cessione possa incidere sul regime di esenzione ad essa applicabile. Come altrove ricordato (http://www.ecnews.it/destinatario-finale-guida-trattamento-iva-della-triangolazione/), il caso esaminato è quello di una società lituana che cede i beni ad una società estone con consegna in Lituania, quindi con clausola “franco partenza”. A sua volta, la società acquirente vende i beni ai propri clienti, identificati ai fini IVA in altri Paesi membri, organizzando il relativo trasporto “a destino”. Dai fatti di causa si desume che la…

Continua a leggere...

Il procedimento penale 231: la Cassazione prende posizione su vari aspetti controversi con la sentenza n. 41768/2017

Competenza per territorio e competenza per connessione rispetto a reati non oggetto di addebito 231, contestazione 231 con rinvio ai capi di imputazione per le persone fisiche, utilizzabilità delle intercettazioni telefoniche, indipendenza delle impugnazioni dell’imputato e dell’ente, queste le principali questioni procedimentali e processuali affrontate nelle 146 pagine della sentenza della Cassazione penale, Sez. VI, n. 41768 depositata il 13.9.2017. Con tale pronuncia la Suprema Corte ha assunto precisa e motivata posizione su alcuni degli aspetti più controversi della disciplina processual-penalistica dell’accertamento della Responsabilità degli enti, in bilico tra norme del codice di procedura penale e disposizioni speciali di cui al D.Lgs. 231/01. Competenza per territorio e connessione        “Il <<giudice penale competente>> a conoscere gli illeciti amministrativi dell’ente è il…

Continua a leggere...

Nuove norme antiriciclaggio: e’ davvero venuto meno l’obbligo di tenuta dell’archivio unico informatico (AUI) e del registro della clientela?

Il testo del d.lgs. 231/2007, in vigore a partire dal 4 luglio 2017, non prevede più l’obbligo di tenuta dell’Archivio Unico Informatico (AUI) e del Registro della Clientela. Tuttavia, mentre con riguardo alle banche e agli altri intermediari finanziari, è logicamente prevedibile che, date le dimensioni delle rispettive attività, gli stessi non abbandoneranno mai tali presidi informatici, con riguardo ai professionisti, se da un lato si semplificano formalmente le attività di tenuta e di gestione della documentazione relativa alla clientela, dall’altro si rischia di privarli di uno strumento di lavoro che, a ben vedere, è forse quello più sicuro per verificare l’adempimento degli obblighi antiriciclaggio i quali, oltre a essere rimasti praticamente identici rispetto al passato, sono ora sanzionati persino…

Continua a leggere...

Verifica sul campo per la fallibilità della società agricola

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17343 del 13 luglio 2017, è tornata a occuparsi della fallibilità o meno delle imprese agricole consolidando, nelle proprie conclusioni, quel filone giuridico per il quale è necessario procedere a una disamina della fattispecie concreta e non limitarsi al mero dato letterale. La problematica si è indubbiamente alimentata a decorrere dalla riforma del settore agricolo, attuata a mezzo della L. 57/2001 da cui, come noto, sono scaturiti 3 decreti legislativi, tra cui il 228/2001 il cui articolo 2 è intervenuto, seppur implicitamente, sul cosiddetto statuto speciale previsto per l’imprenditore agricolo e disciplinato dall’articolo 2136 e ss. cod. civ.. A questo deve aggiungersi l’integrale riscrittura dell’articolo 2135, cod. civ. a mezzo dell’articolo 1, D.Lgs….

Continua a leggere...