Soft Skills

Studi legali: dove si ferma la disponibilità per i clienti?

In questa continua lotta per la competitività degli studi professionali, la tempestività, l’essere disponibile H24, l’essere sempre connesso, raggiungibile e pronto a rispondere sembra essere la via che molti studi legali (e non) hanno scelto per arrivare primi. Ma sarà davvero la scelta giusta? Sarà questa la soluzione vincente? Analizziamo insieme i pro e i contro della eccessiva disponibilità del professionista verso i clienti. Prima di partire con l’analisi, permettetemi una sintesi: distinguiamo il prendersi cura del cliente – che è sacrosanto – dal servilismo; ricordiamo, inoltre, che il cliente va educato se vogliamo essere apprezzati e rispettati. Partiamo, dunque, da questi due assunti e da lì muoveremo i nostri passi. CONTINUA A LEGGERE

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La sostenibilità diventa billable

Ottime notizie dal fronte: Reed Smith, che con i suoi 17.00 avvocati è uno dei principali studi legali statunitensi, ha concesso crediti di ore fatturabili agli avvocati che svolgono attività legate alla sostenibilità: un’iniziativa che, secondo gli esperti del settore, si diffonderà man mano che gli studi si contenderanno l’attenzione dei clienti e quelle degli avvocati da assumere. Lo studio ha dichiarato che a partire da giugno, gli avvocati potranno conteggiare fino a 25 ore di leadership, formazione, advocacy e lavoro di sviluppo legato alla sostenibilità ambientale per i loro obiettivi di ore fatturabili. L’attività qualificata può includere il ruolo di leader nel “Green Team” interno dello studio, l’organizzazione di riunioni e iniziative incentrate sulla sostenibilità, la collaborazione con i…

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L’anacronismo della comunicazione professionale

Mentre il mondo corre e la comunicazione aziendale sperimenta nuove forme di comunicazione, azzarda, osa, percorre nuovi canali. I professionisti, e in particolare gli avvocati, si trovano ancora a dover fare i conti con delle regole deontologiche assolutamente fuori dal tempo e di certo non appropriate all’anno 2022. In un’epoca in cui la competizione tra studi professionali si fa sempre più ferrata, a causa anche dell’alto numero di professionisti, la comunicazione, che potrebbe essere uno strumento utile a fare la differenza all’interno di questo enorme mercato, arranca ancora, ed è costretta ad arenarsi, imbrigliata da regole del Codice deontologico che non consentono una comunicazione “libera”. I paradossi Capita, infatti, che sempre più spesso siano proprio i clienti, le aziende, a…

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Greenwashing: nuove opportunità di business

Se dico greenwashing quanti sanno di che cosa sto parlando? Io credo più o meno tutti, perché anche questo ormai è uno dei termini in cui si inciampa nella stampa un giorno sì e un altro anche. Comunque sia -a scanso di equivoci- si definisce greenwashing l’uso distorto della sostenibilità ambientale a fini promozionali. L’obiettivo di queste pratiche, conosciute anche come ambientalismo di facciata, è valorizzare la reputazione ambientale dell’impresa per generare, a cascata, un beneficio in termini di fatturato derivante dal fatto che sempre più persone sono interessate ad acquistare prodotti eco-friendly. I modi in cui si può fare greenwashing sono tanti, dall’utilizzo di un linguaggio vago e approssimativo a uno al contrario così tanto gergale e tecnico da essere comprensibile…

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Integrazione studi: tracciare una rotta comune per la comunicazione

Molti studi professionali, nel corso degli ultimi anni, hanno scelto di unire le loro strade e fondersi per generare uno studio che unisse le loro competenze: per essere più forti, più prestanti, per diversificare le competenze e “aggredire” il mercato con maggior vigore. Ma tra la scelta della sede comune, del nome/logo, della costruzione del nuovo sito, dell’informazione ai clienti, della relazione con questi ultimi; a volte ci si dimentica di discutere e pianificare un elemento sostanziale dell’unione: la comunicazione. E per comunicazione non intendo soltanto il momento dell’annuncio della nuova insegna, ma mi riferisco proprio al piano di comunicazione complessivo dello studio, alla presenza sui media, sui social, al modo di porsi, al tono utilizzato, alle comunicazioni con i…

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Sostenibilità e nuovi modelli di business

Negli ultimi quindici giorni mi sono trovata due volte a intervenire in convegni in cui ho parlato di integrazione tra studi. Le ragioni che da tempo ormai spingono verso riflessioni di questo genere sono legate a fattori diversi che comprendono cambiamenti di contesto, ragioni di opportunità economica, possibilità o necessità di competere con realtà che prima non esistevano o non erogavano quei servizi, voglia di cambiare e di misurarsi con sfide diverse. Al di là della scelta della formula societaria più adeguata -che lascio volentieri agli esperti- insisto sul fatto che molte avventure partono tra mille entusiasmi salvo arenarsi durante il tragitto o, nel peggiore dei casi, portare a un esito inizialmente positivo ma che si trasforma presto in una…

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La comunicazione è valore

Tante volte mi sono sentita chiedere cosa può portare la comunicazione ad uno studio, qual è il valore aggiunto che apporta, se genera effettivamente un aumento dei clienti e se è quindi uno strumento di business development? Ecco, la risposta è una: la comunicazione dà valore; la comunicazione è valore per uno studio che decide di portare avanti un piano strutturato e decide quindi di perseguirla con gli strumenti adeguati. La comunicazione contribuisce all’aumento della clientela? Se con questa domanda si intende, se tramite la pubblicazione di un articolo si crei una fila di nuovi clienti davanti la porta, pronti a far piovere mandati: la risposta è no! No, la comunicazione non è direttamente proporzionale all’aumento dei clienti. E bisogna…

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Environmental, Social and Governance in studio: qualche suggerimento

Non è una novità che le persone preferiscano interagire e fare affari con chi condivide gli stessi valori di fondo. E se avere un comportamento etico è sempre stato un prerequisito (sempre?) per poter operare sul mercato, lo è diventato a maggior ragione in questi ultimi anni, caratterizzati da una crescente consapevolezza rispetto a temi -tra cui le disuguaglianze sociali e le preoccupazioni ambientali- che hanno indotto imprese e professionisti ad interrogarsi su quali siano le iniziative promosse dai loro interlocutori per abbracciare pratiche sempre più sostenibili ed etiche. Non esiste un solo modello: ogni realtà che ha adottato delle strategie di sostenibilità che si sono rivelate vincenti l’ha fatto in modo unico, in diretta correlazione con la propria identità….

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Valore condiviso e valore d’impresa

Correva l’anno 2011 quando Michael Porter e Mark R. Kramer introdussero il concetto di shared value pubblicando un articolo sull’Harvard Business Review in cui spiegavano che la storica visione delle aziende in merito alla creazione di valore era da considerarsi superata perché troppo ristretta: non era più possibile premurarsi solo di ottimizzare la performance finanziaria a breve termine, ignorando sia quali fossero i bisogni più importanti dei clienti, sia i parametri che realmente determinavano il successo nel lungo termine. In un contesto del genere, l’intero sistema capitalista risultava sotto assedio e le imprese, intrappolate nella logica di produrre profitti a qualsiasi costo, venivano accusate di prosperare a spese delle comunità e di non interessarsi minimamente del benessere reale dei loro…

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Comunicazione: e se le regole fossero superate?

Nel corso degli ultimi mesi abbiamo assistito a varie polemiche legate all’utilizzo dei social da parte degli studi legali. Polemiche, a mio avviso, anche se resta la mia opinione, anacronistiche rispetto ai tempi. In un mondo che corre veloce, che si proietta verso l’innovazione e verso nuove forme di comunicazione, ci si pone ancora l’interrogativo se sia lecito o meno, da parte degli avvocati fare comunicazione, collegandola in un certo modo agli incarichi svolti e ai clienti assistiti. Ora, l’articolo 35/8 del Codice deontologico forense è chiaro su questo punto: «indicare il nominativo dei propri clienti o parti assistite, ancorché questi vi consentano».  Ma in questa sede voglio porvi una domanda, che lascerò volutamente aperta e oggetto di vostra riflessione:…

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