PROFESSIONE E STUDIO DIGITALE

Brevi note sul pct in epoca di pandemia e sul pct che verrà

Sul finire del 2021 il Legislatore ha compiuto importanti interventi normativi riguardanti il processo civile in generale e le sue articolazioni telematiche in particolare. Si poneva in primo luogo un problema legato alla vigenza della legislazione emergenziale, che, in forza degli interventi normativi succedutisi nel corso del 2021, era destinata a perdere ogni efficacia al 31 dicembre 2021 con conseguenti problemi di tenuta dell’intero sistema giudiziario. A tal fine basti pensare che la possibilità di effettuare depositi telematici in Corte di Cassazione discende proprio da tale normativa (in particolare dall’art. 221 del d.l. 34/2020) e che in assenza di proroga della validità di tali disposizioni vi sarebbero stati molti dubbi circa la possibilità di continuare ad utilizzare gli strumenti di…

Continua a leggere...

I fenomeni aggregativi fra studi legali di piccole e medie dimensioni

A fianco alle operazioni M&A di Studi di dottori commercialisti e consulenti del lavoro, in un contesto in cui l’appeal delle Società tra Professionisti, c.d. S.T.P., e delle Società tra Avvocati, c.d. S.T.A., è ancora fortemente condizionato dall’incertezza del quadro normativo di riferimento, nonché dalle ondivaghe prese di posizione di taluni Ordini Professionali, il bisogno crescente di aggregazione fra realtà professionali in campo legale è stato soddisfatto dal ricorso sempre più frequente a forme atipiche di aggregazione. In particolare, non può negarsi che la pandemia abbia avuto un impatto particolarmente rilevante soprattutto sugli studi legali di modesta dimensione, che vedono oggi nell’integrazione con altre realtà professionali l’unica possibilità per rispondere in modo adeguato alla crescente competitività e complessità delle esigenze…

Continua a leggere...

Comunicazione: ripartire con coraggio

Mi piacerebbe iniziare il nuovo anno ripensando in linea generale alle spinte propulsive della comunicazione negli studi professionali. Sarebbe bello poter partire con un piede nuovo, non necessariamente quello giusto, perché a volte anche tentare nuovi percorsi implica il mettere in conto anche qualche errore, propedeutico poi ad aggiustare il tiro. Ma il punto è che si dovrebbe partire adottando un nuovo modus operandi, cambiare angolo visivo, sovvertire le posizioni, abbandonare il “ma gli altri fanno così” per imbracciare il coraggio a due mani e non aver paura di osare, di cambiare, di innovare, di inventare un nuovo modo di comunicare, e di essere, perché no dei pionieri. PORTATE GLI SPECCHI IN CANTINA Da quando la comunicazione negli studi professionali…

Continua a leggere...

Semplificare il diritto si può. Il legal design conquista gli studi legali

Ogni qual volta di parla di diritto e di legge il cittadino comune comincia a preoccuparsi e non tanto per il, contenuto, quanto per la forma. Diritto spesso è sinonimo di criptico, complicato, riservato solo agli addetti ai lavori. L’uomo della strada, e con esso comprendiamo tutti coloro che non sono avvezzi a maneggiare norme e codici, tendono a non capire il linguaggio e spesso la stessa forma con cui le norme sono elaborate. Proviamo a pensare quanto è poco frendly per il cittadino la normativa sulla privacy, al punto tale da dover spingere il Legislatore a più riprese a intervenire per semplificare la normativa e per imporre agli addetti ai lavori di renderla il più chiara possibile, anche mediante…

Continua a leggere...

Sostenibilità: ma quanto ci costa?

“La sostenibilità genera inflazione” è la provocazione che ho sortito quando ho condiviso su linkedin l’ultimo articolo che ho scritto. Il tema è interessantissimo e le opinioni di economisti e studiosi non mancano: tra gli spunti che ho avuto il piacere di leggere voglio riprendere qui alcuni passaggi dell’articolo “Can we afford sustainable business” pubblicato dal MIT Sloan Management Review*. Sul fatto che sia ampiamente percepita l’urgenza di contribuire a risolvere -o quanto meno a non peggiorare- le questioni climatiche e non che l’umanità sta affrontando non ci sono dubbi. Sulla scorta di questa consapevolezza le imprese -e anche qualche studio professionale finalmente- hanno risposto rilasciando una serie di dichiarazioni sul loro impegno verso la sostenibilità e in generale verso…

Continua a leggere...

Il disconoscimento delle prove digitali

Le tematiche legate all’istruzione probatoria del processo si incrociano sempre più frequentemente sia con quelle relative alla prova digitale (e da ciò derivano spesso questioni relative alla produzione di detti allegati probatori, questioni che sono state esaminate in un articolo già apparso su questa rivista, reperibile al seguente link: https://www.eclegal.it/deposito-prove-digitali-formati-non-ammessi-dalle-specifiche-tecniche-sul-pct/) sia con quelle legate alla produzione di scansioni di documenti nativi informatici, come ad esempio e-mail o riproduzioni di pagine web. Si pone in particolare il tema della contestazione di siffatti documenti, che, come noto, deve essere effettuata ai sensi dell’art. 2712 c.c. che così recita: “Le riproduzioni fotografiche, informatiche o cinematografiche, le registrazioni fonografiche e, in genere, ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e di cose formano piena prova…

Continua a leggere...

La comunicazione è femmina!

Se un genere si deve dare alla comunicazione, allora, senza alcuna ombra di dubbio, asserisco che questo sia il genere femminile. E non perché il sostantivo italiano si colloca di per sé in questa “categoria”, ma perché a mio avviso, i pilastri portanti di un efficace progetto di comunicazione reggono meglio se questo si fonda sui punti salienti dell’essere femmina, e vi spiego il perché. Forza vs Umiltà Se la comunicazione di uno studio professionale si fondasse esclusivamente sull’imporre l‘idea di una posizione di forza/dominante (caratteristica storicamente cucita addosso all’universo maschile) questa correrebbe il rischio di apparire presuntuosa, pretestuosa e, a tratti, indisponente. Far ruotare tutta la comunicazione intorno ad un progetto autocelebrativo, risulta essere come un boomerang, con un…

Continua a leggere...

Studi legali e i principi di sostenibilità tra valori e marketing

Gli anni ’60 hanno visto il “miracolo italiano” nell’industria e l’affermazione della professione forense e le altre giuridico-economiche; in questa epoca non era certo necessario per il professionista comunicare, bastava lavorare bene e farsi un nome perché il passaparola facesse il resto. L’economia e i costumi italiani cambiano nel tempo e vediamo negli anni ’80 l’affermazione di un nuovo stile di vista con l’apice del benessere nel nostro Paese: la professione forense procede a gonfie vele e, in un tessuto economico in espansione, nuovamente non c’è alcun bisogno di promuovere la propria attività professionale perché il fatturato voli. La fine del ‘900 tuttavia vede una prima frenata dell’economia e il passaggio ad una nuova epoca con l’entrata in scena della…

Continua a leggere...

Sostenibilità: è tempo di essere coraggiosi

E tre. E’ di pochi giorni fa il terzo documento che trovo in rete (cercherò ancora, immagino ce ne siano altri) predisposto per spronare gli avvocati a prendere coscienza sia degli impatti derivanti dal cambiamento climatico, sia del ruolo che essi stessi possono direttamente svolgere nell’affrontarlo. Sto parlando del “Climate change resolution” https://www.lawsociety.org.uk/topics/climate-change/creating-a-climate-conscious-approach-to-legal-practice#download-the-resolution pubblicato da The Law Society, organismo professionale indipendente per gli avvocati di Inghilterra e Galles. Un tempismo perfetto per la sua diffusione -ora che tutti gli occhi sono puntati sulla COP26 a Glasgow- e anche per spronare la professione legale a prendere l’iniziativa nella corsa verso il net zero. Il documento è suddiviso in 5 parti e come si legge nella presentazione è stato redatto per: –…

Continua a leggere...

Data Breach: solo una corretta formazione potrebbe salvarci tutti

Tra le ultime in ordine di tempo c’è anche la San Carlo. Le notizie di attacchi hacker perpetrati a danno di enti pubblici, piccole aziende o anche a medio-grandi società, appartengono oramai alla cronaca di tutti i giorni. Si tratta di malware soprattutto, che si introducono non solo a causa di sistemi di sicurezza deboli, ma molto spesso per scarsa consapevolezza del problema da parte dei dipendenti. Basta una mail, un click sbagliato e il gioco è fatto. Si aprono così le porte a malintenzionati che gettano nel web veri e propri ami informatici per poi avere gioco facile nel ricattarci. Le (vere) conseguenze di un Data Breach Fa un certo effetto ascoltare le parole dei protagonisti di certe vicende,…

Continua a leggere...