Nuove tecnologie e Studio digitale
Patti chiari, amicizia lunga
Nell’epoca d’oro delle professioni, il rapporto tra professionista e cliente cominciava sanamente con un problema da risolvere. E le attenzioni e le migliori energie del professionista potevano concentrarsi sulla risoluzione di quel problema. La parcella era un di cui, governata completamente dalle tariffe professionali e comunque mai discussa da un cliente che era mediamente rispettoso fino ad arrivare talvolta al timore riverenziale. La parola del cliente e una stretta di mano erano più sufficienti a suggellare un accordo che sarebbe rimasto un patto d’acciaio nonostante qualsiasi avversità e vicissitudine successiva. Un eventuale mandato scritto sarebbe stato considerato un orpello per il professionista ed una autentica offesa per il cliente. Un chiaro segno di sfiducia, di egoismo e mala…
Continua a leggere...Sono solo scatolette
Fino ad oggi abbiamo sempre ritenuto che l’attività professionale richiedesse un adeguato luogo fisico dove poter essere esercitata. Dal momento dell’inizio della pratica professionale, prima ancora dell’abilitazione, ognuno di noi ha cercato uno studio dove andare. Al praticante o al giovane di studio veniva concessa prima una scrivania e poi una intera stanza per esercitare l’attività professionale. Un modo per misurare l’importanza di un professionista è ancor oggi quello di valutare il luogo dove lo studio si trova. Tanto più prestigiosa è la location e tanto più caro e probabilmente più bravo sarà il professionista. Un altro parametro spannometrico è quello dei metri quadri di spazio che sono disponibili per le attività professionali. Contano anche la ricchezza degli arredi, la…
Continua a leggere...Pochi, maledetti e subito
Uno dei problemi più assillanti per gli studi professionali è quello della liquidità. Ogni mese occorre reperire denaro sufficiente a pagare gli stipendi, le ritenute fiscali e previdenziali, i fornitori e quant’altro. A giugno e dicembre il gioco della tredicesima e della quattordicesima raddoppia gli importi, per non parlare dei mesi in cui si pagano le imposte. Farebbe piacere ogni tanto poter prelevare qualche acconto sugli utili, ma i titolari dello studio sono sempre gli ultimi in questo gioco mediante il quale lo stato drena tutta la liquidità mentre le imprese italiane si finanziano a costo zero. Il vero microcredito, dunque, lo hanno fatto e lo stanno facendo gli studi professionali, nei confronti di clienti che pagano anche oltre…
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