Responsabilità civile

Danno da emotrasfusione: se il danneggiato muore nel corso del giudizio deve tenersi conto della durata effettiva della vita

Cass. civ., Sez. III, 06.05.2020, n. 8532 – Pres. Frasca – Rel. Scoditti Risarcimento del danno da emotrasfusione – Indennizzo – Tabelle di Milano – Compensatio lucri cum damno – Cumulo – Scomputo – Criteri. (art. 2043 c.c., L. 210/1992) [1] Le somme liquidate ad un soggetto a seguito dell’accertamento del diritto al risarcimento del danno conseguente al contagio da virus HBV, HIV o HCV, a seguito di emotrasfusioni con sangue infetto, devono essere scomputate dalle attribuzioni indennitarie previste dalla legge n. 210 del 1992 eventualmente già corrisposte al danneggiato, venendo altrimenti la vittima a godere di un ingiustificato arricchimento consistente nel porre a carico di un medesimo soggetto (il Ministero della Salute) due diverse attribuzioni patrimoniali in relazione al…

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Responsabilità professionale dell’avvocato e accertamento del nesso causale

Cass. civ., [ord.], Sez. VI-III, 13 gennaio 2021, n. 410 – Pres. Amendola – Rel. Guizzi [1] Risarcimento del danno – Responsabilità professionale – Avvocato – Nesso causale – Criterio del più probabile che non – Omesso svolgimento di attività vantaggiose – Onere della prova (Cod. Civ. artt. 1223 e 2697) [1] “In tema di responsabilità professionale dell’avvocato per omesso svolgimento di un’attività da cui sarebbe potuto derivare un vantaggio personale o patrimoniale per il cliente, la regola della preponderanza dell’evidenza o del «più probabile che non», si applica non solo all’accertamento del nesso di causalità fra l’omissione e l’evento di danno, ma anche all’accertamento del nesso tra quest’ultimo, quale elemento costitutivo della fattispecie, e le conseguenze dannose risarcibili.” CASO…

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Danno cagionato dall’allievo a sé stesso e presunzione di responsabilità di precettori e maestri

Cass. civ. sez. VI, 15 settembre 2020, n. 19110 – Pres. Sconditti – Rel. Iannello [1] Responsabilità civile – Danno cagionato dall’allievo a sé stesso – Presunzione di responsabilità dei precettori e maestri ex art. 2048, comma 2, cod. civ. – Configurabilità – Esclusione (Cod. civ. 2048) [1] “La presunzione di responsabilità posta dall’art. 2048, comma 2, cod. civ. a carico dei precettori trova applicazione limitatamente al danno cagionato ad un terzo dal fatto illecito dell’allievo; essa pertanto non è invocabile al fine di ottenere il risarcimento del danno che l’allievo abbia, con la sua condotta, procurato a sé stesso”. CASO [1] La pronuncia in esame origina dalla statuizione della Corte d’appello di Ancona con cui veniva confermava la sentenza…

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Morte del paziente, responsabilità medica e perdita di chance

Cass. civ., Sez. III, 26 giugno 2020, n. 12928 ord. – Pres. Armano – Rel. Sestini Perdita di chance – Chance di sopravvivenza e di cura – Responsabilità medica – Violazione dell’obbligo di informazione da parte del medico – Conseguenze dannose – Lesione del diritto alla salute e all’autodeterminazione – Nesso causale – Nesso causale presunto – Prova liberatoria [1] La perdita di chance di natura non patrimoniale di cui si tratta in ambito di responsabilità sanitaria consiste nella privazione della possibilità di conseguire un vantaggio sperato, incerto ed eventuale, che può variamente atteggiarsi in termini di migliori opportunità di cura o di maggiore durata della vita o di sopportazione di minori sofferenze; in altri termini, nel sacrificio della possibilità di un risultato…

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La compensatio lucri cum damno non opera se il vantaggio non è conseguenza diretta e immediata del fatto generatore di responsabilità risarcitoria

Cass. civ., sez. I, 5 agosto 2020, n. 16702 – Pres. Genovese – Rel. Mercolino Parole chiave: Risarcimento del danno – Pluralità di inadempimenti imputabili a soggetti diversi – Diversità dei rapporti ai quali sono riferibili gli inadempimenti – Compensatio lucri cum damno – Applicazione – Esclusione [1] Massima: L’applicazione del principio della compensatio lucri cum damno richiede che il vantaggio conseguito dal danneggiato rientri nella serie causale dell’illecito, da ricostruirsi secondo un criterio adeguato di causalità, dovendosene quindi escludere l’applicazione allorché il vantaggio si presenti come il frutto di scelte autonome e del sacrificio del danneggiato, o come l’effetto di un evento che si sarebbe in ogni caso prodotto, indipendentemente dal momento in cui si è verificato l’illecito, o…

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I rischi dell’investimento in Real Estate: responsabilità civile residuale dell’acquirente incolpevole di sito inquinato

Consiglio di Stato Sez. II, Sent. n. 4248 del 2 luglio 2020 Parole chiave  responsabilità danno ambientale – sito inquinato – bonifica – smaltimento – investimento – chi inquina paga –  rivalsa sul proprietario – Covid 19 – onere reale – privilegio immobiliare Sintesi del problema La presenza nelle acque reflue del virus SARS-COV-2 e lo smaltimento di rifiuti da questo contaminati apre nuove tematiche per gli investitori del Real Estate. Più in generale, l’acquisto inconsapevole di area contaminata può essere per il nuovo proprietario fonte di responsabilità di varia natura.  Un tema da affrontare alla luce della ricca giurisprudenza in materia, ben ricostruita nella recente sentenza del Consiglio di Stato, puntuale su questi aspetti, che spiega portata e limiti…

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Revirement della Cassazione in tema di responsabilità per danni cagionati dalla fauna selvatica e riconoscimento dell’applicabilità dell’art. 2052 c.c.

Cass. civ. Sez. Terza Ordinanza, 06/07/2020, n. 13848, Pres. Travaglino, Est. Guizzi Circolazione stradale – Danni cagionati dalla fauna selvatica – Responsabilità ex art. 2052 c.c. – Sussistenza – Fondamento [1] In tema di responsabilità extracontrattuale, il danno cagionato dalla fauna selvatica in circolazione è risarcibile non ex art. 2043 c.c., ma ai sensi dell’art. 2052 c.c., poiché tale ultima disposizione non contiene alcun espresso riferimento ai soli animali domestici, ma riguarda, in generale, quelli suscettibili di proprietà o di utilizzazione da parte dell’uomo, prescindendo dall’esistenza di una situazione di effettiva custodia degli stessi. Disposizioni applicate Art. 2043 c.c., Art. 2051 c.c., Art. 2052 c.c., Art. 2054, comma 1 c.c. CASO A causa di un sinistro avvenuto nello scontro tra…

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Spedizione per posta ordinaria di un assegno non trasferibile e concorso colposo

Cass. civ. Sez. Un. 26 maggio 2020 n. 9769 – Pres. Tirelli – Rel. Mercolino [1] Responsabilità civile – Banca – Concorso colposo – Assegno non trasferibile – Colpa – Evento dannoso (Cod. civ. 1227 c.c.) [1] “La spedizione per posta ordinaria di un assegno, ancorché munito di clausola d’intrasferibilità, costituisce, in caso di sottrazione del titolo e riscossione da parte di un soggetto non legittimato, condotta idonea a giustificare l’affermazione del concorso di colpa del mittente, comportando, in relazione alle modalità di trasmissione e consegna previste dalla disciplina del servizio postale, l’esposizione volontaria del mittente ad un rischio superiore a quello consentito dal rispetto delle regole di comune prudenza e del dovere di agire per preservare gli interessi degli…

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Danno biologico terminale, danno morale terminale o catastrofale e danno tanatologico

Cass. civ., ord., 28.02.2020, n. 5448 – Pres. Frasca – Rel. Cigna Risarcimento del danno biologico terminale – Presupposti – Risarcimento del danno morale terminale – Lucida agonia – Danno tanatologico – Esclusione [1] La perdita della vita, di per sé non risarcibile quale danno subìto in proprio dalla persona deceduta, in caso di decesso immediato o avvenuto dopo pochissimo tempo dalle lesioni, va risarcita, invece, nell’ipotesi di decesso avvenuto dopo un apprezzabile lasso di tempo dalle lesioni, sotto il duplice profilo di danno biologico c.d. terminale e danno morale terminale. Nell’unitarietà del “genus” del danno non patrimoniale, può talora aggiungersi a siffatto danno biologico terminale anche un peculiare danno morale, ovvero il danno consistente nella sofferenza provocata dalla consapevolezza…

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Nozione di agente, procacciatori di affari e obbligo di pagare i contributi all’Enasarco

Corte di cassazione, Sezione Lavoro, n. 16565 del 31 luglio 2020 Parole chiave Contratto di agenzia – Contratto di procacciamento d’affari – Carattere di stabilità del rapporto – Obbligo di pagare i contributi all’Enasarco Massima In tema di obbligo di pagamento dei contributi all’Enasarco, la figura del procacciatore d’affari non può essere assimilata a quella dell’agente, poiché il rapporto di procacciamento d’affari non è caratterizzato da quella stabilità che è invece tipica della nozione di contratto di agenzia, con la conseguenza che il procacciatore d’affari non è tenuto al pagamento dei contributi all’Enasarco. Disposizioni applicate Art. 1742 c.c. (nozione di contratto di agenzia) CASO La Fondazione Enasarco ingiunge a una società di capitali di pagare € 206.598,21 per contributi, somme…

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