Procedimenti di cognizione e ADR

Brevi note in tema di notificazione nella residenza, nella dimora o nel domicilio

Cass., sez. II, 5 ottobre 2023, n. 28090, Pres. Lombardo, Est. Bertuzzi [1] Notificazione – Notificazione nella residenza, nella dimora o nel domicilio – Consegna copia dell’atto a persona di famiglia o addetta alla casa, all’ufficio o all’azienda – Onere della prova In caso di notificazione ai sensi dell’art. 139 c.p.c., la qualità di persona di famiglia, di addetta alla casa, all’ufficio o all’azienda, di vicina di casa, di chi ha ricevuto l’atto si presume iuris tantum dalle dichiarazioni recepite dall’ufficiale giudiziario nella relata di notifica, incombendo sul destinatario dell’atto, che contesti la validità della notificazione, l’onere di fornire la prova contraria ed, in particolare, di provare l’inesistenza di un rapporto con il consegnatario comportante una delle qualità su indicate…

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La liquidazione del compenso dovuto al CTU: sussiste solidarietà tra le parti?

Cass., sez. II, 13 ottobre 2023, n. 28572, Pres. Giusti, Est. Giannaccari [1] Organi giudiziari – Consulente tecnico La prestazione del CTU è effettuata in funzione di un interesse comune delle parti del giudizio, che sono solidalmente responsabili del pagamento delle sue competenze e sono anche litisconsorti necessari in un eventuale giudizio di opposizione al decreto di liquidazione dei compensi, che sia stato emesso in favore del consulente. CASO [1] Nell’ambito di un procedimento avente ad oggetto un’azione di responsabilità per danni nei confronti di amministratori e sindaci della società fallita veniva disposta consulenza tecnica d’ufficio. Successivamente alla disposta CTU, il giudizio di merito, nei confronti di alcune delle parti convenute, veniva dichiarato estinto nei confronti di alcuna delle parti…

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Istanza di verificazione ex art. 216 c.p.c.: non è necessaria la produzione dell’originale della scrittura

Cass., sez. III, 7 agosto 2023, n. 23959, Pres. De Stefano, Est. Rossi [1] Requisiti – Produzione dell’originale della scrittura disconosciuta – Esclusione – Ragioni – Fattispecie In tema di verificazione della scrittura privata, gli artt. 216 e 217 c.p.c. non prescrivono, quale requisito di ammissibilità della relativa istanza, la produzione dell’originale della scrittura, dacché la parte che su di essa fondi la propria pretesa è abilitata a dimostrare l’esistenza, il contenuto e la sottoscrizione del documento con i mezzi ordinari di prova. CASO [1] La fattispecie decisa dal provvedimento in commento scaturisce dall’opposizione ex art. 615, 1°co., c.p.c. proposta avverso un atto di precetto per il pagamento di una cambiale, di cui il debitore opponente intendeva denunciare la falsità…

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Il rilievo officioso della nullità del contratto va provocato con il contraddittorio

Cass., sez. III, 5 settembre 2023, n. 25849 Pres. Cirillo – Rel. Giaime Guizzi Obbligazioni e contratti – Nullità – Prova in generale in materia civile – Onere della prova (C.p.c, artt. 101, 112, 115, 116, 166, 167, 360, comma 1, n. 3; C.c. 1421) [1] Il rilievo officioso della nullità del contratto implica non solo l’indicazione della stessa alle parti, ma pure lo svolgimento del contraddittorio tra di loro, destinato al compimento non della sola attività assertiva, ma anche della corrispondente attività probatoria. CASO S.p.a. cessionaria del credito vantato da Civitas S.r.l. per prestazioni sanitarie terapeutiche riabilitative erogate, in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario nazionale, otteneva decreto ingiuntivo nei confronti dell’ASL. Quest’ultima proponeva opposizione ex art. 645…

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Sul valore della dichiarazione di non conoscenza resa sotto giuramento dal curatore fallimentare a seguito dell’eccezione di prescrizione presuntiva del credito

Cass., sez. un., 29 agosto 2023, n. 25442 Pres. Amendola, Rel. Federici Procedimento civile – Prescrizione presuntiva – Curatore fallimentare – Giuramento de scientia – Dichiarazione di non conoscenza – Ammissione del credito (C.c. artt. 2737, 2739, 2954, 2955, 2956, 2960; C.p.c. art. 233; L. Fall., artt. 49, 95, 98, 220) In tema di accertamento del passivo fallimentare, qualora, in sede di controversia insorta per il rigetto della ammissione di un credito, maturato in forza di un rapporto riconducibile alla previsione dell’art. 2956, comma 1, n. 2, c.c., sia eccepita dal curatore la prescrizione presuntiva del credito e il creditore deferisca giuramento decisorio, la dichiarazione del curatore di non sapere se il pagamento sia avvenuto o meno produce gli effetti…

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Errore materiale nella vocatio in ius e nullità dell’atto di appello

Cass., sez. II, 10 luglio 2023, n. 19473, Pres. Bertuzzi – Est. Chieca [1] Processo civile – Nullità della citazione – Errore sulle generalità dell’appellato contenuto nella citazione d’appello e in relata di notifica – Vizi della vocatio in ius – Riconducibilità – Notifica correttamente avvenuta al procuratore della parte costituita in primo grado – Sanabilità – Affermazione Massima: “Qualora l’atto di appello indichi gli estremi della sentenza impugnata e il numero di ruolo generale del procedimento di primo grado, ne riassuma lo svolgimento e contenga delle conclusioni rivolte esclusivamente nei confronti della parte costituita in primo grado, e venga altresì notificato al procurator ad litem della parte costituita nel pregresso grado di giudizio, che ha accettato il piego senza…

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Patrocinio a spese dello Stato e contestazione delle spese di lite

Cass., sez. III, 18 maggio 2023, n. 13666, Pres. Frasca – Est. Saija [1] Patrocinio a spese dello Stato – Condanna alle spese in favore della parte ammessa al beneficio – Liquidazione in misura superiore rispetto agli importi erogabili dallo Stato in favore della medesima parte – Contestazione di tale quantificazione – Inammissibilità – Fondamento “La parte non ammessa al patrocinio a spese dello Stato che sia stata condannata, all’esito del giudizio, al pagamento delle spese di lite direttamente in favore della parte ammessa al beneficio non può contestarne la quantificazione, sul presupposto che l’Erario erogherebbe alla parte beneficiata un importo inferiore a quello liquidato, giusta la disposizione degli artt. 82 e 130 del d.P.R. n. 115 del 2002, attesa…

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L’obbligo di deposito telematico presso il Giudice di Pace

Con il D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (c.d. Riforma Cartabia) sono state apportate rilevanti e sostanziali modifiche alla struttura del processo avanti il Giudice di Pace. Il novellato art. 196-quater disp. att. c.p.c. prevede che, dal 30 giugno 2023, anche avanti questo Giudice, gli atti processuali ed i documenti, ivi compresa la nota di iscrizione a ruolo, vadano depositati, da parte dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall’autorità giudiziaria, esclusivamente con modalità telematiche. Si tratta di una novità che promette di imprimere un’accelerazione al processo innanzi il Giudice di Pace, caratterizzato, sino ad oggi, da un’insostenibile lentezza, in parte originata dal deposito e dallo scambio cartolare di atti e documenti. Nei procedimenti innanzi a questo magistrato non…

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La formazione del c.d. giudicato interno sulla qualificazione giuridica della fattispecie

Cass., sez. III, 8 maggio 2023, n. 12159, Pres. Scoditti – Est. Pellecchia [1] Giudicato interno sulla qualifica in termini di fatto illecito ex art. 2043 c.c. – Presupposti – Insussistenza di controversia sulla qualifica in primo grado – Diversa qualificazione giuridica da parte del giudice d’appello – Ammissibilità – Fattispecie Il giudicato interno sulla qualificazione della fattispecie come fatto illecito ai sensi dell’art. 2043 c.c. si forma, in mancanza di impugnazione incidentale, soltanto se su tale questione sia insorta controversia, potendo altrimenti il giudice d’appello qualificare il rapporto dedotto in giudizio in modo diverso rispetto alla prospettazione delle parti o alla ricostruzione del giudice di primo grado.  CASO [1] Una s.r.l. conveniva in giudizio, davanti al giudice di pace,…

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Sentenza pubblicata due volte e decorrenza del termine ex art. 327 c.p.c.

Cass., sez. III, 13 aprile 2023, n. 9917, Pres. Scoditti – Est. Tatangelo [1] Decorrenza termine ex art. 327 c.p.c. – Dalla data di pubblicazione – Sussistenza – Data di inserimento della sentenza nel registro cronologico – Irrilevanza – Limiti – Mancata apposizione di altra data di deposito – Sussistenza (art. 327 c.p.c.) Il termine per l’impugnazione della sentenza previsto dall’art. 327 c.p.c. decorre dalla data di pubblicazione e non da quella di inserimento della sentenza nel registro cronologico; quest’ultima è irrilevante, a meno che non siano apposte in calce alla sentenza due diverse date e risulti così realizzata una impropria scissione tra i momenti di deposito e pubblicazione, la quale impone di accertare il momento in cui la sentenza…

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