Procedimenti di cognizione e ADR

Fatto notorio e onere della prova

Cass., sez. II, 11 gennaio 2024, n. 1128 Pres. Giusti, Rel. Grasso Procedimento civile – Fatto notorio – Onere della prova – Prudente apprezzamento – Scienza privata – Giudice (C.c. art. 2697; C.p.c. 115, 116, 132; C.p.c. disp. att. 118) Massima: “Sono notori, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 115, comma 2 c.p.c., quei soli fatti conoscibili dalla generalità delle persone a cagione della loro diffusa ripercussione o eco sociale, anche attraverso i mezzi di diffusione, tra cui, in via esemplificativa, crisi finanziarie, fenomeni economici diffusi, catastrofi, fenomeni sociali rilevanti; il ricorso alle nozioni di comune esperienza, comportando una deroga al principio dispositivo e al contraddittorio, va inteso in senso rigoroso, cioè come fatto acquisito alle conoscenze…

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L’efficacia probatoria dei documenti acquisiti dal CTU

Cass., sez. I, 15 dicembre 2023, n. 35175, Pres. Acierno, Est. Russo [1] Processo civile – Attività del consulente tecnico d’ufficio – Acquisizione di documenti non prodotti dalle parti – Effetti Massima: “Il consulente tecnico nominato dal giudice, nei limiti delle indagini commessegli e nell’osservanza del contraddittorio delle parti, può acquisire, anche prescindendo dall’attività di allegazione delle parti (non applicandosi alle attività del consulente le preclusioni istruttorie vigenti a loro carico), tutti i documenti necessari al fine di rispondere ai quesiti sottopostigli, a condizione che non siano diretti a provare i fatti principali dedotti a fondamento della domanda e delle eccezioni che è onere delle parti provare e salvo, quanto a queste ultime, che non si tratti di documenti diretti…

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La Corte Costituzionale interviene ampliando l’oggetto di consulenza tecnica preventiva

Corte Cost.. 23 dicembre 2023, n. 222 Procedimenti cautelari – Istruzione preventiva – Accertamento tecnico – Accertamento tecnico preventivo a fini conciliativi – Incostituzionalità (artt.  3 e 24 Cost.; art. 696-bis, comma 1, primo periodo, c.p.c.; art. 1173 c.c.) Va dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 696-bis, comma 1, primo periodo, c.p.c. nella parte in cui dopo le parole ‘da fatto illecito’ non prevede ‘o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrli in conformità dell’ordinamento giuridico’. La disposizione censurata, ammettendo la consulenza tecnica preventiva per i soli crediti derivanti dalla mancata o inesatta esecuzione di obbligazioni di fonte contrattuale o da fatto illecito, e non anche per tutti i diritti di credito derivanti da ogni altro atto o fatto idoneo…

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Cessione del credito e legittimazione ad impugnare

Cass., sez. III, 7 dicembre 2023, n. 34373, Pres. Scrima, Est. Condello [1] Cessione di crediti – Legittimazione – Impugnazione – Oneri di allegazione e prova Il soggetto che proponga impugnazione ovvero vi resista nell’asserita qualità di successore, a titolo universale o particolare, di colui che era stato parte nel precedente grado o fase di giudizio, deve, prima ancora che provare, allegare la propria legitimatio ad causam per essere subentrato nella medesima posizione del proprio dante causa, ossia le circostanze che costituiscono il presupposto di legittimazione alla sua successione nel processo, la mancanza delle quali, attenendo alla regolare instaurazione del contraddittorio nella fase della impugnazione, è rilevabile d’ufficio. CASO [1] Il Tribunale di Torre Annunziata emetteva a favore di una…

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Il compenso del CTU in caso di plurimi accertamenti non interdipendenti

Cass., sez. I, 23 novembre 2023, n. 32521, Pres. Cristiano, Est. Crolla [1] Consulente tecnico d’ufficio – Liquidazione del compenso – Pluralità di accertamenti non interdipendenti In tema di liquidazione del compenso al consulente tecnico d’ufficio, la pluralità di accertamenti non interdipendenti, che presuppongono necessariamente una pluralità di incarichi di natura differente, comporta una liquidazione autonoma del compenso per ciascun accertamento. CASO [1] All’interno di un giudizio instaurato a norma degli artt. 146 l.fall. e 2497 c.c. veniva disposta consulenza tecnica d’ufficio per accertamenti di natura contabile. Il decreto di liquidazione del compenso del CTU veniva impugnato dal Fallimento ai sensi dell’art. 15, d.lgs. 1° settembre 2011, n. 150 (c.d. di semplificazione dei riti). Il ricorso veniva tuttavia rigettato dal…

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Difesa personale della parte e liquidazione del compenso professionale

Cass., sez. II, 8 novembre 2023, n. 31141, Pres. Manna, Est. Fortunato [1] Processo civile – Difesa personale – Liquidazione secondo le regole della soccombenza e in base alle tariffe professionali La circostanza che l’avvocato si sia avvalso della facoltà di difesa personale prevista dall’art. 86 c.p.c. non incide sulla natura professionale dell’attività svolta e, pertanto, non esclude che il giudice debba liquidare in suo favore, secondo le regole della soccombenza e in base alle tariffe professionali, gli onorari stabiliti per la prestazione resa.  CASO [1] Avverso un decreto di pagamento di spese di giustizia pronunciato dal Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, proponeva opposizione ex art. 170, d.p.r. 30 maggio 2002, n. 115 una delle parti del processo che,…

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Gli arbitri possano imporre termini perentori, determinando la decadenza da allegazioni e deduzioni per chi non li abbia rispettati?

Cass. sez. I, 4 luglio 2023, n.18772 Pres. Amendola – Rel. Terrusi Arbitrato – Procedimento arbitrale – Norme applicabili – Procedimento arbitrale – Libertà delle forme – Assenza di previsioni nella convenzione di arbitrato – Possibilità dell’arbitro di regolare lo svolgimento del giudizio – Modalità – Condizioni (artt. 112, 816 bis, 819 n.9 c.p.c.;  24 e 111 Cost.) [1] Il procedimento arbitrale è improntato al principio di libertà delle forme, sicché, ove nulla sia stato previsto nella convenzione di arbitrato, spetta all’arbitro regolare lo svolgimento del giudizio, anche assegnando termini perentori per la produzione di mezzi di prova, purché ne abbia dato avviso alle parti, salvaguardando così il loro diritto di difesa. Ne consegue che è, invece, precluso all’arbitro di…

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Sulla notifica ai sensi dell’art. 140 c.p.c. in caso di differenza fra residenza anagrafica e residenza o domicilio effettivi

Cass. civ., sez. II, 28 settembre 2023, n. 27540 (ord.) – Pres. Manna – Rel. Poletti Notificazione ex art. 140 C.p.c. – Diversità fra stabile dimora e residenza anagrafica – conoscibilità della residenza o domicilio effettivo – obbligo di notifica alla residenza o domicilio effettivo – sussistenza (C.p.c. art. 140) Massima: “La notifica ai sensi dell’art. 140 c.p.c., presso la residenza anagrafica del destinatario dell’atto, in realtà dimorante stabilmente altrove, deve ritenersi correttamente eseguita solo qualora non possa addebitarsi al notificante l’inosservanza dell’obbligo di ordinaria diligenza nell’accertamento dell’effettiva residenza del destinatario della stessa” (massima non ufficiale). CASO La fattispecie in esame trae origine da un procedimento sommario ex art. 702 bis C.p.c. (ante-riforma Cartabia), promosso da un legale al fine di…

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Deposito telematico e certificazione della presenza nel fascicolo dei documenti indicati dalla parte

Cass., sez. un., 11 ottobre 2023, n. 28403, Pres. Ferro [1] Deposito telematico – Attività di accettazione del cancelliere – Valenza di certificazione della presenza nel fascicolo dei documenti indicati dalla parte – Esclusione – Fondamento Nel deposito telematico l’accettazione da parte del cancelliere di un atto, che si conclude con un elenco di altri atti o documenti che si intende depositare, non costituisce certificazione dell’effettiva presenza nel fascicolo dei documenti indicati dalla parte, poiché il cancelliere non procede ad alcuna sottoscrizione dell’indice della parte, con la conseguenza che solo il buon fine dell’autonomo deposito telematico degli atti cc.dd. secondari o di corredo complementare determina la loro appartenenza al fascicolo informatico. CASO [1] Il provvedimento che si commenta è reso…

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L’inoppugnabilità della forza pienprobante della confessione giudiziale a mezzo di testimonianze e presunzioni di segno contrario: una discutibile applicazione di questo principio

Cass., Sez. II, ord., 9 ottobre 2023, n. 28255 Pres. Di Virgilio – Rel. Trapuzzano Prove civili – Confessione giudiziale – Efficacia di piena prova – Prova contraria a mezzo di testimonianze e presunzioni – Inammissibilità (c.c. artt. 2730, 2734; c.p.c. art. 116) [1] In tema di valutazione della prova, a fronte della confessione giudiziale resa, non può essere data prevalenza a fatti contrari, e non meramente specificativi, come emergenti dalle deposizioni testimoniali ammesse su istanza della stessa parte confitente e dalla prova documentale indiretta. CASO [1] Nel giudizio di risoluzione di un contratto preliminare di vendita immobiliare, introdotto dal promissario acquirente per inadempimento della controparte, promittente alienante, rilievo decisivo aveva assunto la circostanza dell’esecuzione della clausola contrattuale che prevedeva…

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