Procedimenti di cognizione e ADR

Le Sezioni unite sulla legittimazione ad agire del curatore fallimentare

Cass. Civ., Sez. Un., 23 gennaio 17, n. 1641  – Pres. Di Palma – Est. Nappi Legittimazione attiva – Curatore fallimentare – Fallimento – Soggetti – Responsabilità – Azione civile di responsabilità – Bancarotta preferenziale – Danno – Parte civile – Interesse ad agire – Azioni giudiziali della massa fallimentare (C.p.C. art. 100; L. Fall. artt. 146, 216, 240; C. Civ. artt. 2043, 2059, 2393, 2394; C.p. art. 185; C.p.p. art. 444, comma 2)   [1] Il Curatore fallimentare ha legittimazione attiva unitaria, in sede penale come in sede civile, all’esercizio di qualsiasi azione di responsabilità ammessa contro gli amministratori di qualsiasi società, anche per i fatti di bancarotta preferenziale commessi mediante pagamenti eseguiti in violazione del pari concorso dei…

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La decisione della causa

Il Focus è dedicato ai principali problemi relativi all’attività decisoria nel processo ordinario di cognizione; con l’avvertenza che molti di questi problemi hanno una vocazione «trasversale», nel senso che interessano l’intera area dei processi destinati a sfociare in decisioni idonee al giudicato. Decisione della causa e «potere decisorio» La decisione della causa, intesa come atto di esercizio del potere decisorio, consiste in una pronuncia idonea al giudicato. Decisione della causa e potere decisorio non sono però termini coestensivi. Il potere decisorio è esercitato anche per la definizione di «unità decidibili» più piccole dell’intera causa (ad esempio di una questione preliminare di merito, come chiarisce l’art. 279, cpv., c.p.c.); o di un giudizio unitario ma relativo a più cause. A sua…

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Condanna ex art. 96, comma 3°, c.p.c. per chi diserta la negoziazione assistita. Con breve panoramica sulla «nuova» responsabilità aggravata.

Trib. Torino, Sez. III, 18 gennaio 2017 Spese giudiziali in materia civile e responsabilità aggravata – Negoziazione assistita – Mancato riscontro all’invito alla stipula della convenzione di negoziazione assistita – Responsabilità aggravata – Sussiste (art. 96, comma 3°, c.p.c.; art. 4, D.L. 12 settembre 2014, n. 132)  [1] Il mancato riscontro all’invito alla stipula di una convenzione di negoziazione assistita è fonte di responsabilità aggravata e giustifica la pronuncia di condanna ex art. 96, comma 3°, c.p.c.  CASO [1] Il Tribunale di Torino si occupa delle conseguenze del mancato riscontro all’invito alla stipula di una convenzione assistita. Prima del giudizio la parte attrice aveva ottenuto la risoluzione consensuale di un contratto di vendita a fronte del quale aveva già corrisposto…

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«Disorientamenti» giurisprudenziali sulla natura del termine per promuovere la c.d. mediazione delegata

Abstract In vista della proposta, contenuta nell’emendamento al disegno di legge di conversione del D.l. 24 aprile 2017, n. 50, di stabilizzazione dell’obbligatorietà del tentativo di mediazione, una recente sentenza del Tribunale di Lecce offre l’occasione per «fotografare» il quadro giurisprudenziale concernente il carattere perentorio o ordinatorio del termine che in sede di mediazione c.d. delegata il giudice assegna per l’instaurazione del procedimento di mediazione. La questione desta particolare interesse in ragione del fatto che la qualificazione del suddetto termine potrebbe comportare o meno, in caso mancata o tardiva osservanza,l’improcedibilità della domanda di mediazione. A distanza di pochi mesi dalla data di scadenza della fase di sperimentazione della mediazione obbligatoria, per la quale il d.l. 69/2013 (c.d. decreto del fare),…

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L’obbligo di rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia UE prevale sul giudicato interno. Sezione semplice “batte” Plenum

Cons. di Stato, Sez. VI, ord., 17 gennaio 2017, n. 168 – Presidente Sergio Santoro –Estensore Bernhard Lageder Rinvio Pregiudiziale alla Corte di Giustizia UE – Sanzioni Amministrative – Autorità amministrative indipendenti – Sanzioni pecuniarie per violazione di norme sulla concorrenza – Individuazione dell’autorità competente – Possibile contrasto tra norma interna e diritto Comunitario – Questione pregiuziale comunitaria – Domanda di parte -Giudice di ultima istanza – Sezione semplice del Consiglio di Stato – Contrasto con la decisione dell’Adunanza Plenaria – Obbligo di rimessione alla Corte di Giustizia Europea – Sussistenza (Art. 267 Trattato Funzionamento Unione Europea; Artt. 3 comma 4, 8,9, Dir. 2005/29/CE; artt. 24, 25, 26 lett. f) e 27-bis, d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, art. 2909 c.c….

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Cancellazione dall’albo degli avvocati e profili procedimentali

Cass., sez. un., 17 marzo 2017, n. 6963 Avvocato – Cancellazione dall’albo – Pronuncia del CNF – Ricorso per cassazione proposto nei confronti del CNF – Inammissibilità (L. 31 dicembre 2012, n. 247, nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense, art. 17) [1] Avvocato – Sopravvenuto accertamento della originaria insussistenza del titolo esibito per l’iscrizione – Cancellazione dall’albo – Difetto di preventiva convocazione dinanzi al consiglio dell’ordine territoriale – Nullità del provvedimento (L. 31 dicembre 2012, n. 247, art. 17) [2] [1] In tema di impugnazioni esperibili avverso il provvedimento di cancellazione dall’albo degli avvocati, è inammissibile il ricorso per cassazione promosso nei confronti del Consiglio Nazionale Forense quale contraddittore necessario. [2] Il provvedimento di cancellazione dall’albo degli avvocati per sopravvenuto…

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Spese processuali e principio di soccombenza: le deroghe previste dall’art. 92 c.p.c. non sono tassative

Trib. Torino, 13 febbraio 2017 – G.U. Mollo  Spese processuali – Compensazione ex art. 92, comma 2, c.p.c. – Rito del lavoro – Interpretazione costituzionalmente orientata – Tassatività delle ipotesi di legge – Esclusione – Soccombenza incolpevole per ragioni di fatto – Analogia iuris – Applicabilità – Potere discrezionale del giudice di compensare le spese – Sussistenza (Cost. artt. 3, comma 2, 24 commi 1 e 3 e 111, comma 2; C.p.c. artt. 91, comma 1 e 92, comma 2) [1] Al fine di garantire il rispetto degli artt. 3, co. 2, 24, co. 1 e 3, e 111, co. 2 Cost. nell’ambito del processo del lavoro (spesso caratterizzato da asimmetria informativa ai danni della parte debole), occorre dar corso…

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Liquidazione dei compensi per le prestazioni giudiziali degli avvocati in materia civile: il Tribunale di Milano fa il punto della situazione.

Trib. Milano 22 settembre 2016   Riduzione e semplificazione dei riti – Liquidazione degli onorari e diritti di avvocato – Sommario di cognizione (procedimento) – Contestazione del diritto – Mutamento del rito (Cod. proc. civ., art. 702 bis; d. leg. 1° settembre 2011, n. 150, art. 14; l. 13 giugno 1942, n. 794, art. 28)   [1] Nelle controversie aventi ad oggetto la liquidazione dei compensi per le prestazioni giudiziali degli avvocati in materia civile, deve essere proposta con atto di citazione l’opposizione al decreto ingiuntivo, emesso in favore del professionista, con cui il cliente contesti non solo la misura del compenso, ma anche il fondamento della pretesa, esulando la fattispecie dalla previsione dell’art. 14, d.lgs. 150/2011. CASO [1] Avverso un…

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Ancora sulla (in)capacità del Trust. In giudizio sta il Trustee in proprio

Cassazione Civile, Sezione 3, 27 gennaio 2017, n. 2043  – Pres. Vivaldi – Est. De Stefano Nullità degli atti processuali – Rilevabilità d’ufficio – Esecuzione forzata – Parte processuale – Inesistenza del soggetto debitore – Opposizione – Giudice dell’esecuzione. (Artt. 156, 157 c.p.c.)  [1] Il giudice dell’esecuzione verifica anche d’ufficio l’esistenza del soggetto nei cui confronti è intentata la procedura esecutiva. Trust – Capacità processuale del trustee – Soggettività giuridica del Trust – Esecuzione forzata su beni in trust – Pignoramento – Trascrizione di Atto costitutivo di Trust (Artt. 75, 77, 100, c.p.c.; Artt. 2650, 2652 comma 1 n.6 c.civ.; Art. 2 Convenzione Aja del 1° luglio 1985, ratif. con L. 16 ottobre 1989, n. 364)  [2] Va disposta la…

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Il difetto di procura nel sistema processuale civile attuale

  Procura alle liti: coordinate fondamentali. – La legge processuale civile (art. 82, 3° c.p.c.) impone alle parti (salvo nei giudizi davanti al giudice di pace e nei casi in cui la legge dispone altrimenti) di stare in giudizio col ministero di un difensore “legalmente esercente”. Un avvocato è regolarmente esercente, tra l’altro, se munito di procura ad litem ai sensi dell’art. 83 c.p.c. (MURRA, Parti e difensori, in Digesto civ., XIII, Torino, 1995, 272). La mancanza di procura (in caso di procura invalida, oppure di mancanza di prova che una procura sia stata rilasciata) produce “la nullità dell’attività processuale compiuta, da considerare tuttavia pur sempre quale attività posta in essere da una “parte” (costituita in giudizio senza il ministero…

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