Procedimenti di cognizione e ADR
Overruling in senso estensivo dei poteri processuali di parte e inammissibilità della rimessione in termini
Cass., Sez. Un., sent., 12 febbraio 2019, n. 4135 Pres. Mammone – Rel. Lamorgese Procedimento civile – Interpretazione giurisprudenziale delle norme processuali – Sopravvenuto mutamento (c.d. overruling) in senso estensivo dei poteri di parte – Rimessione in termini – Inammissibilità (C.p.c. artt. 153, 829; d. lgs. 2 febbraio 2016, n. 40, art. 27) [1] La rimessione in termini per causa non imputabile, in entrambe le formulazioni che si sono succedute nel tempo (artt. 184-bis e 153 c.p.c.9), non è invocabile in caso di errori di diritto nell’interpretazione della legge processuale, pur se determinati da difficoltà interpretative di norme nuove o di complessa decifrazione, in quanto imputabili a scelte difensive rivelatesi sbagliate, come quella di non impugnare il lodo per errori…
Continua a leggere...La revocazione per scoperta di nuovi documenti
Come è noto l’art. 395, n. 3 c.p.c. consente la revocazione della sentenze “se dopo la sentenza sono stati trovati uno o più documenti decisivi che la parte non aveva potuto produrre in giudizio per causa di forza maggiore o per fatto dell’avversario”, con ciò mirando a mettere il giudice della revocazione nella condizione di valutare il fatto sulla base di un panorama istruttorio che il giudice a quo, a causa di un evento sottratto alla sfera di controllo delle parti, aveva conosciuto in modo incompleto (e dunque, a differenza dell’“errore” previsto dal successivo n. 4, il motivo in esame non presuppone un vizio nel ragionamento del giudice). La giurisprudenza ha arricchito lo scarno dato positivo richiedendo, in primo luogo,…
Continua a leggere...Nel giudizio di falso la prova della falsità del documento deve essere univoca ed allegata dal querelante
Cass., Sez. Seconda, Ord., ud. 14 novembre 2018, 24.01.2019, n. 2126 Prova – onere della prova – querela di falso (cod. civ., art. 2697) [1] Nel giudizio di falso, sia esso proposto in via incidentale o principale, la prova della falsità del documento deve essere univoca e fornita dal querelante. CASO La sig.ra M.G., nel giudizio di opposizione a sanzione amministrativa per violazione del Codice della Strada dinanzi al Giudice di Pace, deduceva l’apocrifia della sottoscrizione della relata di notifica del verbale di accertamento della violazione e, a tal fine, proponeva dinanzi al Tribunale di Piacenza querela di falso. Il Tribunale adito, disposta la C.T.U., rilevava che non era appurata l’autenticità o l’apocrifia della sottoscrizione e, pertanto, respingeva la domanda…
Continua a leggere...Conflitto reale negativo di giurisdizione, parziale diversità di parti e di petitum formale
Cass., sez. un, 24 gennaio 2019, n. 2083 Pres. Mammone – Rel. Doronzo Giurisdizione civile – Giurisdizione ordinaria e amministrativa – Conflitto reale negativo di giurisdizione – Autorità giudiziaria amministrativa (C.p.c., artt. 362, co. 2, n. 1) [1] La denuncia del conflitto reale, positivo o negativo, di giurisdizione, a norma dell’art. 362 c.p.c. è ammissibile anche nel caso in cui fra i giudizi, svolti dinanzi a due diversi ordini giurisdizionali, vi sia una parziale diversità di parti e di “petitum” formale, allorché la prima non incida sulla sostanziale identità soggettiva e la seconda sia comunque posta in relazione alla medesima “causa petendi”. [2] Ove la tutela giurisdizionale sia chiesta per fasi progressive, la decisione di merito emessa nel giudizio primario…
Continua a leggere...I confini tra la violazione degli artt. 2697 c.c. e 115 c.p.c. e l’attività interpretativa svolta dal giudice di merito: alcuni chiarimenti
Cass., sez. II, 7 gennaio 2019, n. 129, Pres. Correnti – Est. Federico [1] Prova in materia civile – Onere della prova – Principio dispositivo formale – Violazione. (Cod. civ., art. 2697; Cod. proc. civ., art. 115). In materia processuale la violazione dell’art. 2697 c.c. si configura se il giudice di merito applica la regola di giudizio fondata sull’onere della prova in modo erroneo, cioè attribuendo l’onus probandi a una parte diversa da quella che ne era onerata, secondo le regole di ripartizione basate sulla differenza tra fatti costitutivi ed eccezioni, mentre, per dedurre la violazione del paradigma dell’art. 115 c.p.c. è necessario denunciare che il giudice non abbia posto a fondamento della decisione le prove ritualmente dedotte dalle parti,…
Continua a leggere...Non operatività della rimessione in termini allorquando la parte non provi il legittimo impedimento e non adempia all’obbligo di attivarsi con immediatezza
Cass. Sez. Un., 18 dicembre 2018, n. 32725, Relatore Cons. Rubino Lina [1] Istanza di rimessione in termini – Mancanza di prova del legittimo impedimento – Obbligo di attivarsi senza indugio – Ammissibilità della istanza di rimessione in termini in riferimento alla decadenza dalla facoltà di proporre impugnazione – Infondatezza – Rigetto istanza ed inammissibilità del Ricorso per Cassazione per tardività (Cod. proc. civ. art. 153). È ammissibile l’istanza di rimessione in termini in riferimento alla decadenza dalla facoltà di proporre impugnazione per incolpevole decorso del termine per impugnare, va però aggiunto che la rimessione in termini richiede, da una parte, la dimostrazione che la decadenza sia stata determinata da una causa non imputabile alla parte, perché cagionata da un…
Continua a leggere...Ultime novità in tema di prove atipiche
Abstract: Il presente Focus è dedicato ad un inquadramento del tema delle c.d. prove atipiche, avendo speciale riguardo alle più recenti pronunce giurisprudenziali intervenute in materia. 1.Un tema che da sempre attira l’attenzione di dottrina e giurisprudenza è quello riguardante le prove c.d. atipiche, definibili in prima approssimazione come quei mezzi di convincimento del giudice, circa l’esistenza di un fatto allegato, non espressamente codificati da alcuna norma di legge. La questione, come noto, presenta una pluralità di sfaccettature, tutte meritevoli di un’analisi dedicata: anzitutto, ci si è interrogati sul se, effettivamente, la categoria de qua sia degna di trovare cittadinanza nell’ordinamento processual civilistico; laddove si ritenga di offrire una risposta positiva a tale quesito, l’indagine è destinata poi a spostarsi…
Continua a leggere...Quando sussiste la giurisdizione del giudice ordinario per le azioni possessorie nei confronti della P.A.? La Cassazione fa il punto
Cass., Sez. Un., Ord., ud. 4 dicembre 2018, 13 dicembre 2018, n. 32364, Pres. Mammone – Rel. Giusti [1] Giurisdizione – Giurisdizione ordinaria ed amministrativa – Giurisdizione dell’A.G.O. – Tutela possessoria nei confronti della Pubblica Amministrazione – Azioni possessorie – Azioni contro la P.A. (cod. civ., artt. 1168 e 1170; cod. proc. civ., artt. 37 e 41; d.lgs. n. 104/2010 all. 1, art. 113 c. 1 lett. q) [1] Sussiste la giurisdizione del giudice ordinario, in relazione ad una domanda di reintegra e/o manutenzione nel possesso di un terreno privato sul quale l’amministrazione abbia fatto scaricare una ingente quantità di detriti franosi, atteso che l’ordinanza sindacale invocata dal Comune resistente aveva solamente imposto ad alcuni soggetti la rimozione di tutto…
Continua a leggere...Sul regime del termine concesso per l’integrazione del contraddittorio ai sensi dell’art. 331 c.p.c.
Cass., ord., 4 dicembre 2018, n. 31316 Pres. Lombardo – Rel. Carrato Impugnazioni civili – Litisconsorzio necessario – Causa inscindibile – Omessa o tardiva integrazione del contraddittorio – Inammissibilità del gravame – Rilevabilità officiosa (C.p.c. artt. 102, 153, 331) [1] Il termine per la notificazione dell’atto di integrazione del contraddittorio in cause inscindibili fissato ex art. 331 c.p.c. è perentorio, non è prorogabile neppure sull’accordo delle parti, non è sanabile dalla tardiva costituzione della parte nei cui confronti tale integrazione doveva avvenire e la sua inosservanza deve essere rilevata d’ufficio, sicché la sua violazione determina, per ragioni d’ordine pubblico processuale, l’inammissibilità dell’impugnazione. CASO [1] Avverso un contratto intercorso tra il de cuius e un terzo, alcuni soggetti, previamente istando per…
Continua a leggere...Condanna al pagamento delle spese processuali a favore del difensore della controparte ed interesse all’impugnazione dell’obbligato
Cass., sez. II, 29 Novembre 2018, n. 30945. Pres. Matera – Rel. Bellini Condanna al pagamento delle spese processuali pronunziata in favore del difensore della controparte dell’obbligato – Interesse all’impugnazione, da parte di quest’ultimo, del relativo capo della sentenza – Esclusione (C.p.c., art. 93) [1] In tema di condanna al pagamento delle spese processuali, il debitore non ha interesse a criticare il relativo capo della sentenza per il solo fatto che tale condanna sia stata pronunciata a favore del difensore della sua controparte, anziché della stessa parte rappresentata dal difensore. L’art. 93 c.p.c., difatti, attiene ai rapporti tra la parte e il suo difensore, onde il rispetto, o meno, di detta disposizione normativa non incide in alcun modo sulla posizione…
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