Procedimenti di cognizione e ADR
Sussiste identità di causa petendi in caso di domanda riconvenzionale relativa al controcredito, discendente da illegittima escussione di pegno, eccepito in compensazione del credito dell’attore
Cass. civ., sez. III, 15 gennaio 2020, n. 533, Pres. Uliana – Est. Campese Domanda riconvenzionale – Eccezione già introdotta in giudizio – Simultaneus processus – Ammissibilità – Motivazione (Cod. proc. civ. artt. 36 e 167, secondo comma). Il requisito della dipendenza di cui all’art. 36 c.p.c., richiesto ai fini dell’ammissibilità in giudizio della domanda riconvenzionale, può dirsi pienamente integrato nel caso di riconvenzionale relativa al controcredito eccepito in compensazione del credito dell’attore, sussistendo, in tale ipotesi, identità di causa petendi tra domanda ed eccezione. CASO Il giudice di primo grado rigettava con sentenza l’opposizione a decreto ingiuntivo – ottenuto da un istituto di credito – proposta da parte debitrice, dichiarando nel contempo inammissibile, per difetto dei presupposti di cui…
Continua a leggere...Il termine breve a seguito di notifica della sentenza via pec in formato illeggibile
Cass., sez. lav., 21 febbraio 2020, n. 4624 Pres. Nobile, Rel. Raimondo Procedimento civile – Sentenza – Notifica a mezzo posta elettronica certificata – Termine di impugnazione c.d. breve (C.c. art. 1335; C.p.c. artt. 153, 285, 326, 360, 372; Legge 21 gennaio 1994, n. 53, art. 3 bis; D.P.R. 11 febbraio 2005, n. 68) In tema di notifica della sentenza via posta elettronica certificata e di decorso del termine c.d. breve di impugnazione, nel momento in cui il sistema genera la ricevuta di accettazione della p.e.c. e di consegna della stessa nella casella del destinatario si determina una presunzione di conoscenza della comunicazione da parte del destinatario: conseguentemente, spetta al destinatario, in un’ottica collaborativa, rendere edotto il mittente incolpevole delle…
Continua a leggere...L’inammissibilità del ricorso per cassazione proposto dal liquidatore di una società ormai estinta
Cass. sez. IV, 22 Gennaio 2020, n. 1392 Pres. Bronzini – Rel. Raimondi Società cancellata dal registro delle imprese – Ricorso per cassazione proposto dall’ex legale rappresentante – Inammissibilità – Conseguenze – Soggetto che ha conferito il mandato – Condanna alle spese – Condizioni – Ragioni (art. 2495 c.c.; artt. 110 e 299 ss c.p.c.) Il ricorso per cassazione proposto dall’ex (legale) rappresentante di società estinta è inammissibile, perché, per la sua proposizione, occorre la procura speciale. Non può valere l’ultrattività di procure in precedenza rilasciate e nemmeno può esserne rilasciata una nuova, stante la necessità che il relativo conferimento provenga da un soggetto esistente e capace di stare in giudizio. Ne consegue la condanna alle spese in proprio del…
Continua a leggere...Omessa rinnovazione, nei confronti di una delle parti, dell’atto di citazione in appello nullo: l’estinzione del giudizio è soltanto parziale laddove le cause siano scindibili
Cass., sez. VI, 16 gennaio 2020, n. 804, Pres. Frasca – Est. Porreca [1] Decisione concernente pluralità di rapporti giuridici distinti ed autonomi – Impugnazione proposta soltanto nei confronti di alcune delle parti – Ordine del giudice di notificazione anche alle altre – Omessa esecuzione – Conseguenze – Fattispecie (artt. 164, 307, 332 c.p.c.). In tema di impugnazione di decisione riguardante una pluralità di rapporti giuridici distinti ed autonomi, ove essa sia proposta nei confronti di alcune soltanto delle parti, l’omessa esecuzione, nel termine perentorio assegnato, dell’ordine del giudice ex art. 332 c.p.c. di eseguire la notificazione nei confronti delle altre determina, venendo in rilievo un litisconsorzio facoltativo in cause scindibili, l’estinzione del processo limitatamente ai soggetti destinatari del rinnovo…
Continua a leggere...Inesistenza della sentenza resa a non iudice: il referente temporale per la valutazione della potestas iudicandi del magistrato decidente
Cass., ord., 26 febbraio 2020, n. 5137 – Pres. Campanile – Rel. Marulli [1] Sentenza civile – Pronuncia emessa da magistrato collocato a riposo in momento successivo alla rimessione della causa in decisione ma in data anteriore a quella della deliberazione quale risultante dal testo della sentenza – Inesistenza del provvedimento (C.p.c. artt. 132, 158, 161, 354) [1] Deve considerarsi nulla ai sensi dell’art. 161, 2° co., c.p.c., siccome emessa a non iudice, la sentenza pronunciata da magistrato che risulti collocato a riposo già al momento della deliberazione del provvedimento. A tal fine non è consentito far capo al momento in cui il giudice abbia trattenuto la causa in decisione, allorché la data della deliberazione risulti dal documento della sentenza,…
Continua a leggere...L’atto di citazione invalido come domanda giudiziale può valere come atto di costituzione in mora avente efficacia interruttiva della prescrizione
Cass., sez. III, 8 gennaio 2020, n. 124, Pres. Sestini – Est. Valle [1] Effetto interruttivo della prescrizione ex art. 2943 c.c. – Idoneità – Condizioni – Limiti – Fattispecie (artt. 163, 164 c.p.c.; 1219, 2943 c.c.). L’atto di citazione – anche se invalido come domanda giudiziale e, dunque, inidoneo a produrre effetti processuali – può tuttavia valere come atto di costituzione in mora ed avere, perciò, efficacia interruttiva della prescrizione qualora, per il suo specifico contenuto e per i risultati a cui è rivolto, possa essere considerato come richiesta scritta di adempimento rivolta dal creditore al debitore. (In applicazione del principio, la S.C. ha riconosciuto efficacia interruttiva ad un atto di citazione, nullo per mancanza dell’”editio actionis”, in quanto…
Continua a leggere...No alla negoziazione assistita obbligatoria per le domande già assoggettate a mediazione obbligatoria
Corte Cost., Sent., ud. 9 ottobre 2019, 12 dicembre 2019, n. 266, Pres. Carosi – Est. Sciarra. [1] Procedimento civile – Negoziazione assistita obbligatoria – Requisiti di necessità ed urgenza del decreto legge – Termine – Procedimenti conciliativi – Motivazione inadeguata sulla rilevanza – Inammissibilità (Cost., artt. 3, 24 e 77; art. 3 d.l. 12 settembre 2014, n. 132, conv. con modificazioni in l. 10 novembre 2014, n. 162; art. 23 d.lgs. 4 marzo 2010 n. 28) [1] È inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell’art. 3, comma 1, secondo e terzo periodo, d.l. n. 132/14, conv., con mod., in l. n. 162/2014, in riferimento agli artt. 3 e 77 Cost., in quanto l’ordinanza di rimessione non consente la verifica…
Continua a leggere...La domanda di risarcimento del danno da lite temeraria deve essere obbligatoriamente proposta nel giudizio che si ritiene temerariamente iniziato o contrastato
Cass. Civ., sez. I, 9 dicembre 2019, n. 32029, Pres. Giancola – Est. Campese. Responsabilità processuale aggravata – Lite temeraria – Domanda di risarcimento danni ex art. 96 commi 1 e 2 c.p.c. – Ammissibilità in giudizio autonomo e distinto. (Cod. civ. art. 263; Cod. proc. civ. art. 96 commi 1 e 2) La domanda di risarcimento danni ex art. 96 c.p.c., poiché riguardante un’attività processuale, non può costituire l’oggetto di un giudizio autonomo e distinto rispetto a quello che si ritiene temerariamente iniziato o contrastato, dovendo essere necessariamente formulata, invece, in quest’ultimo. Ciò, anche in considerazione dei principi generali di economia processuale e non contraddittorietà. CASO Il Tribunale di Napoli, con sentenza divenuta cosa giudicata, accoglieva la domanda ex…
Continua a leggere...La regolamentazione delle spese sostenute dal terzo chiamato in garanzia tra principio di causazione e criterio di soccombenza
Cass., Sez. Terza, ord., ud. 09 ottobre 2019, 06.12.2019, n. 31889. Spese legali – principio di causazione – manifesta infondatezza – soccombenza virtuale – motivazione (cod. proc. civ., art. 91) [1] In forza del principio di causazione mitigato dal criterio della soccombenza, il rimborso delle spese di lite in favore del terzo chiamato non soccombente in giudizio deve essere posto a carico dell’attore qualora la chiamata in causa del terzo sia resa necessaria in relazione alle proprie tesi e queste siano ritenute infondate, e a carico al chiamante allorquando l’iniziativa dello stesso si riveli manifestamente infondata o palesemente arbitraria. La decisione spetta al giudice di merito e non è impugnabile in sede di legittimità salvo che per vizi di motivazione….
Continua a leggere...Configura il vizio di omessa pronuncia la mancata statuizione da parte del giudice sulla domanda di condanna a un facere infungibile
Cass., sez. I, 9 dicembre 2019, n. 32023, Pres. De Chiara – Est. Cesare [1] Domanda di condanna ad un facere infungibile – Omessa pronuncia – Motivo di ricorso – Ammissibilità – Ragioni (art. 112, 360, 614-bis c.p.c.). L’omessa pronuncia su un motivo di appello avente ad oggetto il vizio della mancata statuizione da parte del giudice di primo grado sulla domanda di condanna ad un facere infungibile, integra un motivo di ricorso per cassazione ex art. 360, comma 1, n. 4, c.p.c. per violazione dell’art. 112 c.p.c., stante l’ammissibilità di un tale genere di pronuncia, in quanto idonea a produrre i suoi effetti tipici in conseguenza dell’esecuzione volontaria da parte dell’obbligato, oltre a consentire l’eventuale e successiva domanda di…
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