Procedimenti cautelari e monitori
Azione di nunciazione promossa dal privato nei confronti della P.A.: il riparto di giurisdizione tra giudice ordinario e amministrativo
Sezioni Unite, Ordinanza 19 novembre 2019, n. 30009. Pres. Mammone, Estensore De Stefano Giurisdizione civile – giurisdizione ordinaria e amministrativa – in genere azioni di nunciazione nei confronti della Pubblica Amministrazione – riparto di giurisdizione – criterio discretivo. Procedimenti cautelari – azioni di nunciazione – in genere. CASO Tizio e Sempronia, privati cittadini, proponevano azione di nunciazione dinanzi al Tribunale ordinario di Lagonegro avverso il Comune di Caggiano, lamentando l’illegittimità di alcuni lavori svolti su un terreno di loro proprietà da parte della Pubblica Amministrazione convenuta, nello specifico consistente nell’installazione di un muro con sovrastanti pannelli assorbimenti. Chiedevano pertanto la condanna del Comune al ripristino dello stato dei luoghi antecedente ai lavori, in particolare al ripristino dei sottoservizi funzionali alla…
Continua a leggere...L’opposizione tardiva a decreto ingiuntivo è ammissibile quando è giustificata dall’impossibilità di prendere visione dei documenti contenuti nel fascicolo monitorio
Cass. civ. sez. II, 20 febbraio 2020, n.4448, Pres. Manna, Rel. Carrato Decreto ingiuntivo – Opposizione a decreto ingiuntivo – 650 c.p.c. – Caso fortuito – Opposizione tardiva a decreto ingiuntivo MASSIMA Deve ritenersi ammissibile l’opposizione tardiva a decreto ingiuntivo di cui all’art. 650 c.p.c., allorquando – per causa riconducibile ad un evento oggettivo e non prevedibile, successivo all’emissione del decreto monitorio, integrante un caso fortuito (nella fattispecie l’invio, per un mero disguido della cancelleria, del fascicolo monitorio ad un altro ufficio prima della scadenza del termine previsto dall’art. 641 c.p.c., comma 1, con la sua successiva restituzione oltre detto termine), secondo la portata assunta dalla citata norma a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 120 del 1976 –…
Continua a leggere...Domanda riconvenzionale con l’opposizione a decreto ingiuntivo e limiti oggettivi e temporali di un precedente giudicato tra le parti
Cass., Sez. II, Sent. 04-03-2020, n. 6091 – Pres. San Giorgio, Rel. Varrone La domanda riconvenzionale dell’opponente a decreto ingiuntivo non è coperta dal precedente giudicato formatosi tra le parti e posto a fondamento del ricorso monitorio, allorché abbiano ad oggetto questioni che non potevano essere proposte e neppure implicitamente decise nella precedente causa, finché non fosse stata emanata la statuizione giudiziale che di quelle domande costituisce il presupposto giuridico. (Nella specie le domande riconvenzionali dell’opponente a decreto ingiuntivo presuppongono la qualità di erede dell’opponente, definitivamente accertata proprio con il precedente giudicato). CASO Ch.Gu instaurava un giudizio nei confronti di C.T. avente ad oggetto l’impugnazione di un testamento. L’attore veniva dichiarato soccombente in primo grado; in appello, tuttavia, la Corte…
Continua a leggere...Inammissibilità del reclamo avverso il provvedimento di rigetto della CTU preventiva ex art. 696 bis c.p.c.
Tribunale di Reggio Emilia, ordinanza collegiale 20 febbraio 2020 (Pres. Parisoli, est. Morlini) Consulenza tecnica preventiva ai fini della composizione della lite ex art. 696 bis c.p.c. – Rigetto – Reclamo al collegio – Inammissibilità Spese processuali sostenute dal terzo chiamato in causa dal convenuto – Soccombenza dell’attore – Spese a suo carico – Palese infondatezza o arbitrarietà della chiamata del terzo – Spese a carico del convenuto chiamante È inammissibile il reclamo al collegio avverso il provvedimento di diniego di accertamento tecnico preventivo ai fini della composizione della lite ex art. 696 bis c.p.c. Il rimborso delle spese processuali sostenute dal terzo chiamato in garanzia dal convenuto deve essere posto a carico dell’attore qualora la chiamata in causa si…
Continua a leggere...La legittimazione ad agire nell’intimazione di licenza o sfratto ove il bene locato sia oggetto di comunione
Cassazione civile sez. III, 4 luglio 2019, n. 17933 Pres. Armano – Rel. Sestini Il comproprietario può agire in giudizio per ottenere il rilascio dell’immobile per finita locazione, trattandosi di un atto di ordinaria amministrazione della cosa comune per il quale si deve presumere che sussista il consenso degli altri comproprietari o quanto meno della maggioranza dei partecipanti alla comunione, sicché non ricorre la necessità di integrazione del contraddittorio nei confronti degli altri partecipanti. CASO La vicenda giudiziaria ha origine dalla concessione in locazione di un immobile da parte di L.T.F., unitamente alla figlia S.M.P. A fronte del mancato pagamento dei canoni dovuti, L.T.F intimò lo sfratto per morosità al conduttore. La domanda venne accolta dal Tribunale di primo grado,…
Continua a leggere...L’efficacia del decreto ingiuntivo non opposto ai fini dell’ammissione al passivo del fallimento
Abstract: Il presente focus intende sintetizzare e analizzare il dibattito sorto in merito all’efficacia del decreto ingiuntivo non opposto nella procedura concorsuale: all’orientamento tradizionale della giurisprudenza fondato sull’art 647 c.p.c., la dottrina ha recentemente contrapposto una diversa soluzione fondata sull’interpretazione sistematica dell’art 645 c.p.c. Dibattuto in dottrina e giurisprudenza è il tema dell’efficacia del decreto ingiuntivo non opposto. Sul punto si sono contrapposti i distinti orientamenti della giurisprudenza e della dottrina. Quanto all’orientamento pretorio, la giurisprudenza di legittimità afferma che, nel caso di mancata opposizione a decreto ingiuntivo, lo stesso acquisti efficacia ai fini dell’opponibilità al fallimento (in modo da costituire titolo inoppugnabile per l’ammissione al passivo) solo nel momento in cui il giudice, dopo averne controllato la ritualità della…
Continua a leggere...Opposizione a decreto ingiuntivo e onere di attivazione del procedimento di mediazione obbligatoria: lo stato dell’arte
Il presente Focus è dedicato alla questione, assai sentita a livello di prassi, dell’individuazione del soggetto onerato dell’attivazione del procedimento di mediazione obbligatoria nell’ambito del giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo che abbia ad oggetto una delle materie di cui all’art. 5, comma 1-bis del d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28. Il dibattito attorno a tale questione, solo apparentemente risolto da un intervento della Suprema Corte del 2015, non è in realtà mai sopito, ma anzi ha visto il recente coinvolgimento delle Sezioni Unite della Cassazione. 1.Come noto, l’art. 5, comma 1-bis del d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28, come modificato dal d.l. 21 giugno 2013, n. 69, convertito in l. 9 agosto 2013, n. 98, prevede che chi intende…
Continua a leggere...L’ordinanza che sospende l’efficacia esecutiva della delibera assembleare di esclusione del socio non ha efficacia anticipatoria e non sopravvive all’estinzione del giudizio di merito
Cassazione civile, prima sez., ordinanza del 7 ottobre 2019, n. 24939; Pres. Valitutti; Rel. Caiazzo “Il provvedimento cautelare sospensivo dell’efficacia della delibera di esclusione del socio di s.a.s. non può avere contenuto anticipatorio della sentenza costitutiva che, sola, accerta i presupposti legittimanti l’esclusione del socio stesso dalla compagine societaria, comportando, in caso di accoglimento, la produzione dell’effetto modificativo dell’assetto societario poiché esplica un’efficacia interinale ontologicamente coincidente al contenuto della sentenza e non riveste, dunque, i caratteri di una pronuncia accessoria diretta a salvaguardare gli effetti esecutivi discendenti dalla (emananda) medesima sentenza costitutiva”. CASO Il Tribunale di Bolzano, con ordinanza cautelare del 2 aprile 2004, sospese l’efficacia della delibera assembleare che aveva escluso il socio H.B. dalla Hotel Lago s.a.s. Con…
Continua a leggere...La Cassazione conferma che l’opponente a decreto ingiuntivo, per chiamare in causa un terzo, deve chiedere l’autorizzazione al giudice, ai sensi dell’art. 269 c.p.c., in quanto convenuto in senso sostanziale
Cass. civ. sez. II, 26 agosto 2019, n.21706, Pres. Manna, Rel. Scarpa Procedimento monitorio – Opposizione a decreto ingiuntivo – Chiamata in causa del terzo – Atto di citazione – 269 c.p.c. MASSIMA L’opponente a decreto ingiuntivo, che intenda chiamare in causa un terzo (nella specie, altresì, nell’opposizione a decreto ingiuntivo innanzi al giudice di pace), non può direttamente citarlo per la prima udienza ma deve chiedere al giudice, nell’atto di opposizione, di essere a ciò autorizzato. Ciò in quanto, nel procedimento per ingiunzione, per effetto dell’opposizione, non si verifica alcuna inversione della posizione sostanziale delle parti nel giudizio contenzioso, nel senso che il creditore mantiene la veste di attore e l’opponente quella di convenuto anche in ordine ai poteri…
Continua a leggere...L’opposizione al decreto ingiuntivo europeo: il punto dopo le pronunce delle Sezioni Unite nn. 2840 e 2841 del 2019
Il decreto ingiuntivo europeo, rectius l’Ingiunzione di Pagamento Europea (altrimenti nota sotto l’acronimo IPE), è istituto processuale introdotto nel nostro ordinamento con il Regolamento CE n. 1896/2006. Pur senza poter entrare nell’analitica disamina della disciplina regolamentare, è fuor di dubbio che si tratta di una procedura assai semplificata, come dimostra la possibilità che l’istanza di ingiunzione sia depositata anche dalla parte personalmente, senza il ministero del difensore e attraverso la mera compilazione di moduli, altrettanto agevolmente estratti dal sito internet ejustice, senza neppure la necessità di documentare il credito, rispondendo al modello della c.d. monizione pura, basata unicamente sulle allegazioni del creditore che si afferma tale e che la richiede. Nonostante questo, l’IPE è strumento che poco successo ha riscosso…
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