PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Inadempimento del preliminare che non fissa il termine per la stipula del contratto definitivo

Cass. civ., sez. II, 23 agosto 2019, n. 21647 – Pres. Manna – Rel. Gorjan  Parole chiave: Contratto preliminare – Mancata fissazione del termine per la stipula del contratto definitivo – Inadempimento – Necessità di ricorrere al giudice per la fissazione del termine di adempimento – Insussistenza [1] Massima: Se il contratto preliminare non stabilisce il termine per la stipula del contratto definitivo, per accertare l’inadempimento di una parte non è sempre necessario chiedere al giudice di fissare il termine ai sensi dell’art. 1183, comma 2, c.c., dovendosi valutare se il tempo trascorso tra la conclusione del preliminare e la richiesta di adempimento è oggettivamente congruo in relazione al caso specifico. Disposizioni applicate: cod. civ., artt. 1183, 1351, 1454, 2932….

Continua a leggere...

Destinazione d’uso: una fattispecie insidiosa per i proprietari privati

Consiglio di Stato, sezione VI, sentenza 27 giugno 2019 n. 4423 Proprietà e condominio – edilizia e urbanistica – piano c.d. “pilotis”, sito presso il condominio, adibito a parcheggio pubblico – frazionamento del piano – mutamento della destinazione d’uso: trasformazione edilizia (da pubblica a privata) dell’area – obbligo del permesso di costruire – conseguente ordine di demolizione/rimozione delle opere abusive. Riferimenti normativi: art. 10 e art. 46 D.P.R. 06/06/2001 n. 380 (Testo Unico dell’edilizia) “… va ricordato che secondo la giurisprudenza – per tutte, C.d.S. sez. VI 7 maggio 2018 n. 2707 – costituisce intervento soggetto a permesso di costruire la semplice realizzazione di un parcheggio su un terreno in precedenza libero, perché esso comporta un aumento del carico urbanistico….

Continua a leggere...

La violazione degli obblighi informativi a carico degli intermediari finanziari

Abstract Il presente focus intende analizzare i diversi orientamenti creatisi in punto di individuazione dei rimedi giuridici conseguenti la violazione dell’obbligo di informazione a carico degli intermediari finanziari. Nel silenzio della norma, infatti, dottrina e giurisprudenza sono intervenute in modo difforme, riconoscendo a volte l’azione di annullamento per vizio del consenso, altre volte l’azione di nullità, piuttosto che l’azione di risoluzione per inadempimento o la mera richiesta risarcitoria. Gli obblighi informativi a carico degli intermediari finanziari sono disciplinati dall’art. 21 del d. lgs. 58 del 1998 (c.d. t.u.f.), che al primo comma sancisce che i soggetti abilitati debbano “comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza, per servire al meglio l’interesse dei clienti e per l’integrità dei mercati”. Successivamente sono intervenute normative…

Continua a leggere...

Ha efficacia di prova piena la fattura commerciale accettata dal destinatario

Cass. civ., sez. II, 21 Ottobre 2019, n. 26801, Pres. Campanile – Rel. Tedesco Prova documentale – Scritture contabili – Fattura – Efficacia probatoria (Cod. Civ. artt. 2709, 2710 e 2720). La fattura commerciale costituisce piena prova dell’esistenza di un corrispondente contratto tra le parti, ove accettata, anche tacitamente, dal contraente destinatario della prestazione che ne costituisce oggetto. CASO Il Tribunale di Verona, su richiesta di parte ricorrente (nella specie, una società in accomandita semplice), pronunciava nei confronti del debitore (società in nome collettivo) ingiunzione di pagamento di una somma di denaro, quale corrispettivo della vendita di materiali di ricambio, in forza di fatture commerciali dalla prima prodotte. Parte ingiunta proponeva opposizione avverso il decreto ingiuntivo pronunciato dal Tribunale, deducendo…

Continua a leggere...

Il regime della competenza nelle opposizioni esecutive: rilevabilità d’ufficio e impugnazione del provvedimento sulla competenza

Cassazione civile, sez. VI-3, ord. 11 novembre 2019, n. 29030 – Pres. Frasca – Rel. Graziosi  L’incompetenza per valore, nelle opposizioni esecutive, deve essere eccepita dall’opposto, a pena di decadenza, con la comparsa di risposta depositata nel termine di legge (dimidiato a dieci giorni, ai sensi dell’art. 616 c.p.c.), anteriormente all’udienza di prima comparizione, oppure può essere rilevata anche d’ufficio dal giudice non oltre tale udienza, sempre a pena di inammissibilità. CASO G., creditrice di S.C., avviava una procedura esecutiva per il recupero delle spese legali. La debitrice proponeva opposizione, richiedendo contestualmente la sospensione dell’esecuzione forzata. Avverso l’ordinanza che statuiva sulla sospensione dell’esecuzione, proponeva reclamo l’opposta, ottenendo la revoca del provvedimento sospensivo impugnato. Nel frattempo, la stessa creditrice G. avviava…

Continua a leggere...

Contratto d’appalto e “concorrenza delle garanzie” a tutela del committente

Cass. civ., Sez. II, 25 luglio 2019, n. 20184, ord. – Pres. Manna – Rel. Sabato (art. 1667 c.c., art. 1669 c.c.) Appalto – Difformità e vizi dell’opera – Concorrenza delle garanzie ai sensi degli artt. 1667 e 1669 c.c. – Ammissibilità – Potere del giudice di qualificare la domanda – Sussistenza – Fondamento –  Conseguenze [1] In tema di appalto sussiste la concorrenza delle garanzie previste dagli artt. 1667 e 1669 c.c., in vista del rafforzamento della tutela del committente; ne consegue che, ove a fondamento della domanda siano dedotti difetti della costruzione così gravi da incidere sugli elementi essenziali dell’opera stessa, influendo sulla sua durata e compromettendone la conservazione, il giudice è sempre tenuto, ove le circostanze lo richiedano, a…

Continua a leggere...

L’individuazione del bene ricadente in condominio come presupposto per la ripartizione delle spese ex art. 1123 c.c.

Tribunale di Termini Imerese – Sentenza 8 gennaio 2018 n.7 Condominio – ripartizione delle spese – tabelle millesimali – proprietà esclusiva – parti comuni – pertinenze – art. 1123 c.c. “Il presupposto perché si instauri un diritto di condominio su un bene comune è costituito in relazione di accessorietà strumentale e funzionale che collega i piani o le porzioni di piano di proprietà esclusiva agli impianti o ai servizi di uso comune, rendendo il godimento del bene comune strumentale al godimento del bene individuale e non suscettibile di autonoma utilità, come avviene invece nella comunione”. CASO Il proprietario di n.2 delle 22 unità abitative che costituivano un Residence ed a cui erano state attribuiti dieci ventiduesimi delle spese relative alla…

Continua a leggere...

Opposizione a decreto ingiuntivo e onere di attivazione del procedimento di mediazione obbligatoria: lo stato dell’arte

Il presente Focus è dedicato alla questione, assai sentita a livello di prassi, dell’individuazione del soggetto onerato dell’attivazione del procedimento di mediazione obbligatoria nell’ambito del giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo che abbia ad oggetto una delle materie di cui all’art. 5, comma 1-bis del d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28. Il dibattito attorno a tale questione, solo apparentemente risolto da un intervento della Suprema Corte del 2015, non è in realtà mai sopito, ma anzi ha visto il recente coinvolgimento delle Sezioni Unite della Cassazione. 1.Come noto, l’art. 5, comma 1-bis del d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28, come modificato dal d.l. 21 giugno 2013, n. 69, convertito in l. 9 agosto 2013, n. 98, prevede che chi intende…

Continua a leggere...

Patrocinio a spese dello Stato: good news per consulenti, ausiliari, notai e custodi da parte della Consulta

Corte Cost., Sent., ud. 5 giugno 2019, 1 ottobre 2019, n. 217, Pres. Lattanzi – Est. Carosi. [1] Spese di giustizia – Onorari ed indennità – Anticipazione dell’Erario – Prenotazione a debito – Illegittimità costituzionale (Cost., art. 3; d.P.R. n. 115/2002, art. 131) [1] È costituzionalmente illegittimo, in riferimento all’art. 3 Cost., l’art. 131 comma  d.P.R. n. 115/2002, nella parte in cui prevede che gli onorari e le indennità dovuti ai soggetti ivi indicati siano prenotati a debito, a domanda, se non è possibile la ripetizione, invece che direttamente anticipati dall’erario. CASO [1] Con due ordinanze, di analogo tenore, il Tribunale ordinario di Roma, nel corso di due procedimenti promossi ai sensi dell’art. 696-bis c.p.c. (consulenza tecnica preventiva ai fini…

Continua a leggere...

L’estinzione dell’ultimo di plurimi pignoramenti presso terzi del medesimo conto corrente non autorizza la banca terza pignorata a svincolarlo, ancorché in buona fede

Cass., Sez. VI, sentenza 21 novembre 2019, n. 30500; Pres. Frasca; Rel. Tatangelo “La dichiarazione di estinzione della procedura esecutiva originata da un singolo atto di pignoramento non fa venir meno gli effetti degli eventuali successivi distinti e autonomi pignoramenti aventi ad oggetto i medesimi beni; la violazione in buona fede da parte del terzo degli obblighi di custodia di cui all’art. 546 c.p.c. non fa venir meno gli effetti conservativi del pignoramento e non pregiudica i diritti del creditore procedente, salvo il diritto del terzo ad ottenere il risarcimento del danno dal responsabile del suo errore”. CASO R.A. pignorava i crediti vantati dal Consorzio Sine.Co. s.c.r.l. nei confronti della Banca del Fucino s.p.a., promuovendo tre distinte procedure esecutive avanti…

Continua a leggere...