PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Immissioni e danno non patrimoniale

Cass. civ. sez. II 22 gennaio 2019 n. 26882 – Pres. Lombardo – Rel. Oliva [1] Immissioni – Immissioni di fumo – Danno risarcibile – Danno alla salute – Accorgimenti tecnici – Responsabilità del proprietario del fondo (Cod. civ. artt. 844, 2043). [1] “L’esistenza di immissioni non implica necessariamente un danno risarcibile, poiché quando il fenomeno può essere eliminato mediante accorgimenti tecnici, il danno alla salute può essere escluso; in caso di immissioni di fumo eccedenti il limite della normale tollerabilità, non può essere risarcito il danno non patrimoniale consistente nella modifica delle abitudini di vita del danneggiato, in difetto di specifica prospettazione di un danno attuale e concreto alla sua salute o di altri profili di responsabilità del proprietario…

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Condominio: utilizzo del lastrico solare di proprietà esclusiva e divieti regolamentari – antenna telefonia cellulare

Corte di Cassazione civile, Sezione seconda, sentenza 10.9.2019 n.32685, Presidente F. Manna, relatore dott. Aldo Carrato Impugnazione delibera condominiale, violazione articolo 1102 e 1122 c.c. “I divieti ed i limiti di destinazione alle facoltà di godimento dei condomini sulle unità immobiliari in proprietà esclusiva devono risultare da espressioni incontrovertibilmente rivelatrici di un intento chiaro, esplicito ed inequivoco; pertanto, l’individuazione della regola dettata dal regolamento condominiale di origine contrattuale, nella parte in cui impone detti limiti e divieti, va svolta rifuggendo da interpretazioni di carattere estensivo, sia per quanto concerne l’ambito delle limitazioni imposte alla proprietà individuale, sia per quanto attiene ai beni alle stesse soggetti”. CASO La vicenda trae origine dall’impugnazione di una delibera condominiale che vietava ad uno dei…

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È escluso il rimedio dell’opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 c.p.c. avverso il decreto di trasferimento se, potendolo fare, non si è impugnato il provvedimento di proroga del saldo prezzo

Cass., sez. Terza Civile, dep. 10/12/2019, n. 32136-2019, Pres. De Stefano – Est. Rossetti CASO [1] Prima della scadenza del termine per il pagamento del prezzo, gli aggiudicatari depositavano al Giudice dell’esecuzione una istanza di proroga del termine per il pagamento del prezzo, sulla quale il Giudice si esprimeva per l’accoglimento, valutando la non imputabilità  ai medesimi del ritardo. Preso atto della proroga, l’esecutato depositava il mese successivo istanza di revoca del predetto provvedimento, istanza rigettata dal Giudice dell’esecuzione. Infine,  successivamente al saldo del prezzo da parte degli aggiudicatari, veniva emesso il decreto di trasferimento. Tale decreto veniva quindi impugnato dall’esecutato a norma dell’art. 617 c.p.c. con richiesta di declaratoria di nullità del medesimo, motivata dal fatto che il termine…

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La liquidazione delle spese di lite può essere unitaria solo se i processi separatamente promossi siano poi riuniti

Cass., sez. un., 27 novembre 2019, n. 31030, Pres. Mammone – Est. Doronzo [1] Spese di lite – Liquidazione – Riduzione – Presupposti (d.m. n. 55/2014, art. 4). Il d.m. n. 55 del 2014, art. 4, comma 2, che prevede la liquidazione di un unico compenso nel caso in cui l’avvocato assista più soggetti aventi la stessa posizione processuale o una sola parte contro più soggetti, con possibilità di un suo aumento percentuale per ogni soggetto oltre il primo, presuppone, secondo la formula della norma in esame, le ipotesi dell’unicità della causa o di una pluralità di cause riunite e non è pertanto operante nella diversa ipotesi di assistenza e difesa di più persone aventi la stessa posizione processuale, o…

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La condanna alla consegna è inidonea a fondare l’esecuzione per espropriazione

Cass., sez. VI, 18/12/2019, n. 33723 – Pres. Frasca, rel. Tatangelo In caso di condanna alla consegna di beni mobili di cui il debitore abbia perduto la disponibilità, il diritto del creditore a ottenere il pagamento dell’equivalente monetario dei suddetti beni non più consegnabili all’obbligato va fatto valere in un nuovo processo di cognizione che ne accerta la effettiva sussistenza e che in concreto ne liquidi l’importo, non potendo essere azionato direttamente in via esecutiva sulla base del semplice titolo di condanna alla consegna, di per sé non idoneo a fondare l’esecuzione per espropriazione, ma solo quella di cui agli artt. 605 e segg. c.p.c., tanto meno in base a una auto-quantificazione del valore dei beni perduti effettuata dal creditore,…

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Nullità del contratto di investimento e abuso del diritto dell’investitore

Cass. civ., sez. un., 4 novembre 2019, n. 21647 – Pres. Mammone – Rel. Acierno Parole chiave: Contratti di investimento – Mancanza di forma scritta del contratto quadro – Nullità – Invalidità degli ordini di investimento – Nullità selettiva – Abuso del diritto – Verifica dei pregiudizi e dei vantaggi derivanti dalle operazioni eseguite – Necessità [1] Massima: La nullità per difetto di forma scritta, contenuta nell’art. 23, comma 3, del d.lgs. n. 58 del 1998, può essere fatta valere esclusivamente dall’investitore, con la conseguenza che gli effetti processuali e sostanziali dell’accertamento operano soltanto a suo vantaggio. L’intermediario, tuttavia, ove la domanda sia diretta a colpire soltanto alcuni ordini di acquisto, può opporre l’eccezione di buona fede, se la selezione…

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La Corte di Giustizia Europea ed il metodo di fatturazione dell’energia termica negli immobili in condominio

CORTE Giustizia Europea, Lussemburgo, C-708/17 e C- 725/17 EVN BULGARIA TOPLOFIKASTIA/STEFANOVA E T TOPLOFIKASTIA MITKO, pubblicata il 05.12.2019  “Il diritto dell’Unione non osta ad una normativa nazionale secondo cui ogni proprietario di un appartamento sito in un immobile detenuto in condominio è tenuto a contribuire alle spese del riscaldamento delle parti comuni “ CASO La questione sottoposta alla Corte di Giustizia Europea riguarda due differenti ricorsi – poi riuniti – finalizzati ad ottenere il pagamento di fatture riguardanti il consumo di teleriscaldamento a proprietari di immobili in condominio, a fronte del rifiuto da essi manifestato al pagamento, in quanto non utilizzatori di essi immobili e soprattutto non destinatari del contratto di fornitura di calore (teleriscaldamento) concluso dal Condominio. SOLUZIONE La…

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L’efficacia del decreto ingiuntivo non opposto ai fini dell’ammissione al passivo del fallimento

Abstract: Il presente focus intende sintetizzare e analizzare il dibattito sorto in merito all’efficacia del decreto ingiuntivo non opposto nella procedura concorsuale: all’orientamento tradizionale della giurisprudenza fondato sull’art 647 c.p.c., la dottrina ha recentemente contrapposto una diversa soluzione fondata sull’interpretazione sistematica dell’art 645 c.p.c. Dibattuto in dottrina e giurisprudenza è il tema dell’efficacia del decreto ingiuntivo non opposto. Sul punto si sono contrapposti i distinti orientamenti della giurisprudenza e della dottrina. Quanto all’orientamento pretorio, la giurisprudenza di legittimità afferma che, nel caso di mancata opposizione a decreto ingiuntivo, lo stesso acquisti efficacia ai fini dell’opponibilità al fallimento (in modo da costituire titolo inoppugnabile per l’ammissione al passivo) solo nel momento in cui il giudice, dopo averne controllato la ritualità della…

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Applicabile il termine ex art. 392 c.p.c. alla riassunzione della causa restituita al giudice di primo grado dopo la cassazione dell’erroneo diniego di giurisdizione in cui il giudice sia incorso

Cass., sent., 14 novembre 2019, n. 29623 Pres. Napoletano – Rel. Bellè Impugnazioni civili – Erroneo diniego di giurisdizione da parte del giudice di primo grado – Rilievo del vizio in cassazione – Rimessione della causa al primo giudice – Riassunzione della causa – Termine applicabile (C.p.c. artt. 50, 353, 367, 383, 392; L. 18 giugno 2009, n. 69, art. 59) [1] La riassunzione del processo di primo grado conseguente all’affermazione della competenza giurisdizionale dell’A.G.O., denegata nei gradi di merito e fatta dalla Corte di Cassazione in seguito a ricorso ordinario per motivo attinente alla giurisdizione, va effettuata nel termine previsto in via generale dall’art. 392 c.p.c., secondo la misura di esso ratione temporis stabilita, e non nel termine di…

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Processo esecutivo e ne bis in idem: la Cassazione chiarisce quando un’esecuzione forzata può dirsi conclusa e quando è, invece, possibile procedere nuovamente in executivis

Cass. civ. sez. III, 13 novembre 2019, n. 29347, Pres. De Stefano, Rel. Tatangelo Esecuzione forzata – Ne bis in idem – Obbligo di fare – Irretrattabilità dei risultati processo esecutivo MASSIMA Il processo esecutivo definito può dar luogo alla cd. irretrattabilità dei suoi risultati (e, di conseguenza, all’applicazione del cd. principio del ne bis in idem) esclusivamente laddove esso si sia concluso con l’attuazione concreta dell’obbligo posto in esecuzione, secondo la conformazione ad esso data in sede esecutiva; quindi: trattandosi di espropriazione, con l’attribuzione al creditore del ricavato della vendita a totale soddisfazione del suo credito; trattandosi di obblighi di fare, con l’attuazione materiale dell’obbligo contenuto nel titolo, secondo le modalità concrete disposte dal giudice dell’esecuzione; trattandosi di obblighi…

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