PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

L’ordinanza cautelare anticipatoria non preclude il regolamento preventivo di giurisdizione

Cassazione civile, Sez. Un., Ordinanza 21 settembre 2020, n. 19667. Pres. Mammone, Estensore Di Marzio Giurisdizione civile – Regolamento preventivo di giurisdizione – Azione di nunciazione – Provvedimento emesso nella fase cautelare – Ammissibilità – Fondamento – Procedimenti cautelari. Non osta alla proponibilità del regolamento preventivo di giurisdizione la circostanza che il giudice abbia provveduto nella fase cautelare di un’azione di nunciazione (nella specie, una denuncia di nuova opera), sia pure risolvendo in senso affermativo o negativo una questione attinente alla giurisdizione, giacché il provvedimento reso sull’istanza cautelare non costituisce sentenza. CASO Sempronia proponeva ricorso per denuncia di nuova opera contro Alfa S.r.l., denunciando la realizzazione di un’autostazione di pullman a distanza inferiore a quella legale dall’immobile di sua proprietà. Alfa S.r.l. resisteva e…

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Danno biologico terminale, danno morale terminale o catastrofale e danno tanatologico

Cass. civ., ord., 28.02.2020, n. 5448 – Pres. Frasca – Rel. Cigna Risarcimento del danno biologico terminale – Presupposti – Risarcimento del danno morale terminale – Lucida agonia – Danno tanatologico – Esclusione [1] La perdita della vita, di per sé non risarcibile quale danno subìto in proprio dalla persona deceduta, in caso di decesso immediato o avvenuto dopo pochissimo tempo dalle lesioni, va risarcita, invece, nell’ipotesi di decesso avvenuto dopo un apprezzabile lasso di tempo dalle lesioni, sotto il duplice profilo di danno biologico c.d. terminale e danno morale terminale. Nell’unitarietà del “genus” del danno non patrimoniale, può talora aggiungersi a siffatto danno biologico terminale anche un peculiare danno morale, ovvero il danno consistente nella sofferenza provocata dalla consapevolezza…

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L’impianto di riscaldamento condominiale: nulla la delibera assembleare attributiva della proprietà della caldaia in assenza dell’unanimità dei condomini

Corte di Cassazione, Sezione 2^, Civile, Ordinanza del 4 marzo 2020 n. 6090/20 Condomino – Trasformazione dell’impianto di riscaldamento e contestuale distacco di alcune utenze – Deliberazione di assegnazione di parti comuni in proprietà esclusiva ad alcuni condomini – Nullità della delibera assembleare non adottata all’unanimità dei condomini. “La deliberazione condominiale con la quale vengono assegnate parti comuni (nella specie, una caldaia) in proprietà esclusiva ad alcuni condomini richiede l’unanimità degli stessi, incidendo sulla pregressa comproprietà originaria “ex lege” di parti comuni e comportando l’esclusione dal vincolo reale di alcuni dei condomini.” CASO Con atto di citazione il condomino Tizio impugnava, dinanzi al Tribunale di Padova, la deliberazione dell’assemblea straordinaria del Condominio, con la quale veniva approvata con l’unanimità dei…

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La rinegoziazione per legge…: è la “panacea” per la salvezza dei contratti  di durata travolti da eventi straordinari, imprevedibili e sopravvenuti – (anche… Covid 19)?

Considerazioni de iure condendo, al Disegno di legge, Senato della Repubblica XVIII Legislatura, n.1151: “Delega al governo per la revisione del codice civile”. La tutela del “contraente debole” nei contratti di durata. Lo slancio del Legislatore non ha tardato a manifestarsi allorquando, purtroppo, l’impatto devastante degli effetti della pandemia da Covid-19, hanno permeato ogni area della nostra vita ed in particolare l’economia. Nel corso dei mesi direttamente coinvolti dal lockdown e in quelli successivi, si è assistito ad un impatto della crisi recessiva – anche l’autore, come altri, hanno accennato al “cigno nero” – con effetti da “tsunami”, specie nei rapporti di durata, contratti ad esecuzione continuata e periodica, con esposizione specifica per i contratti di locazione commerciale. Dottrina [1]e…

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Sul regime della rilevabilità dei vizi conseguenti alla violazione dei divieti di prova testimoniale ex art. 2725 c.c.

Cass., Sez. Un., 5 agosto 2020, n. 16723 Pres. Mammone – Rel. Scarpa Procedimento civile – Istruzione probatoria – Contratti per i quali è richiesta la forma scritta ad probationem – Divieto di prova testimoniale – Violazione – Rilevabilità d’ufficio della conseguente nullità – Esclusione (C.C. artt. 1967, 2721, 2725; C.p.c. art. 157) [1] L’inammissibilità della prova testimoniale di un contratto che deve essere provato per iscritto, ai sensi dell’art. 2725 c.c., comma 1, attenendo alla tutela processuale di interessi privati, non può essere rilevata d’ufficio, ma deve essere eccepita dalla parte interessata prima dell’ammissione del mezzo istruttorio; qualora, nonostante l’eccezione d’inammissibilità, la prova sia stata egualmente assunta, è onere della parte interessata opporne la nullità secondo le modalità dettate…

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Condizioni e limiti della tutela risarcitoria nell’esecuzione esattoriale

Cass. civ., sez. III, 25 agosto 2020, n. 17661 – Pres. Uliana – Rel. De Stefano Poiché l’azione risarcitoria contro l’agente della riscossione, prevista dall’art. 59 d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602, è data all’esecutato solo ove non abbia potuto esercitare alcun rimedio proprio del processo esecutivo esattoriale, essa è proponibile nel caso di contestazione della violazione del limite di valore del credito azionato con espropriazione esattoriale immobiliare, mossa in prossimità della vendita in tempo anteriore alla sentenza n. 114 del 2018 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 57, comma 1, lett. a), del medesimo d.P.R., nella parte in cui non prevede che, nelle controversie che riguardano gli atti dell’esecuzione forzata tributaria successivi alla notifica della cartella…

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Contratto di mediazione e vessatorietà della clausola contrattuale che attribuisce al mediatore un compenso anche in caso di recesso del preponente

Cass. civ. Sez. Seconda Sent., 08/09/2020, n. 19565, Pres. D’Ascola, Est. Giannaccari Compenso dovuto anche in caso di recesso da parte del preponente – Importo svincolato dall’attività concretamente svolta dal mediatore – Vessatorietà ai sensi dell’art. 33, comma 1, Codice del consumo – Configurabilità – Condizioni [1] La clausola che attribuisca al mediatore il diritto alla provvigione anche in caso di recesso del venditore può presumersi vessatoria quando il compenso non trovi giustificazione nella prestazione svolta dal mediatore, essendo compito del giudice di merito valutare se una qualche attività sia stata posta in essere dal medesimo attraverso condotte propedeutiche e necessarie per la ricerca di soggetti interessati all’acquisto del bene. Si presume vessatoria la clausola che consenta al professionista di…

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Compravendita: garanzia per vizi della cosa venduta. Termine annuale e cause interruttive

Corte di Cassazione, Sezione 2^, Civile,  Ordinanza del 21 agosto 2020, n. 17597 (relatore  dott. U. Bellini) Compravendita  – Garanzia – Azione del compratore nei confronti del venditore per i vizi – Prescrizione di un anno – Dalla consegna del bene – “In tema di compravendita, l’azione del compratore contro il venditore per far valere la garanzia ex articolo 1495 del codice civile si prescrive, in ogni caso, nel termine di un anno dalla consegna del bene compravenduto, e ciò indipendentemente dalla scoperta del vizio; la consegna del bene, dalla quale decorre il termine annuale di prescrizione ex articolo 1495 del codice civile per fare valere la garanzia per vizi della cosa ai sensi dell’articolo 1490 del codice civile, è quella effettiva e materiale, che…

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Sulla distinzione tra contestazione del fatto e osservazione del difetto di prova

Cass., sez. VI., 27 agosto 2020, n. 17889 Pres. Amendola, Rel. Cirillo Procedimento civile – Principio di non contestazione – Allegazione – Difetto di prova in ordine ad un fatto costitutivo (C.c. art. 2697; c.p.c. artt. 115, 116) Dire che di un fatto manca la prova non equivale, di per sé, a dire che quel fatto è da ritenere contestato: conseguentemente, la parte ha onere di affermare esplicitamente che il fatto allegato dalla controparte non è storicamente accaduto, dovendosi ritenere, in difetto di tale espressa dichiarazione, che l’affermazione si estrinsechi nella semplice osservazione della mancanza di prova del fatto, inidonea a sortire gli effetti della contestazione di cui all’art. 115 c.p.c. CASO L’attore conviene la società erogatrice del carburante lamentando…

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Qualche novità sulla chiamata (diretta) del terzo nell’opposizione a decreto ingiuntivo

Cassazione civile sez. VI, 30/07/2020, n. 16336 Nell’opposizione a decreto ingiuntivo, la chiamata in causa del terzo è implicitamente autorizzata se il giudice pronuncia nel merito nei confronti del terzo Allorché l’opponente a decreto ingiuntivo, pur avendo citato direttamente un terzo che intenda chiamare in causa, richieda al giudice nell’atto di opposizione, in via subordinata, l’autorizzazione di cui all’art. 269 c.p.c., rimane impedita la decadenza della chiamata, dovendosi peraltro intendere implicitamente autorizzata tale chiamata ove il giudice pronunci nel merito nei confronti del terzo. CASO Nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo intrapreso dal Condominio contro l’opposta C. s.r.l. (esecutrice di lavori di rifacimento della rete condominiale del gas), il Tribunale bresciano aveva dichiarato fondata la domanda di garanzia formulata…

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