PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Le sorti della garanzia personale in caso di alienazione della cosa locata: “accessorium sequitur principale”, semper ?

Cassazione civile, sezione terza, sent. 16/12/2020, n. 2711. Presidente C. Graziosi – Estensore M. Gorgoni  Massima: “Dal combinato disposto degli artt. 1599 e 1602 cod. civ. emerge che colui che acquista una res locata, ricorrendo i presupposti di cui all’art. 1599 cod.civ., subentra ex lege all’originario locatore anche nella obbligazione di garanzia di cui quest’ultimo era beneficiario, ai sensi dell’art.1602 cod.civ., se tale obbligazione, derivando dal contratto di locazione, in quanto ne aveva costituito una clausola da esso inscindibile, non sia venuta meno per specifiche intese tra le parti originarie. Diversamente, l’operatività della surrogazione legale, di cui all’art. 1602 cod.civ., trova un limite nell’autonomia del contratto di fideiussione rispetto al contratto di locazione. Deve escludersi, infatti, che l’attribuzione della garanzia…

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Nullità della citazione per vizi della vocatio in ius rilevata in appello: la rimessione in termini del contumace opera nei limiti di cui all’art. 294 c.p.c.

Cass., Sez. Un., 26 gennaio 2022, n. 2258, Pres. Tirelli – Est. Scarpa [1] Nullità della citazione – Violazione dei termini di comparizione – Appello del convenuto contumace – Rimessione in termini – Poteri dell’appellante – Limiti – Fattispecie (artt. 164, 294 c.p.c.) Massima: “Allorché venga dedotta come motivo di appello la nullità della citazione di primo grado per vizi della vocatio in ius (nella specie, per l’inosservanza dei termini a comparire), non essendosi il convenuto costituito e neppur essendo stata la nullità rilevata d’ufficio ai sensi dell’art. 164 c.p.c., il giudice d’appello, non ricorrendo una ipotesi di rimessione della causa al primo giudice, deve ordinare, in quanto possibile, la rinnovazione degli atti compiuti in primo grado, potendo tuttavia il…

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La mancata indicazione del provvedimento che ha dichiarato l’esecutorietà del decreto ingiuntivo comporta la nullità del precetto, da far valere con opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 c.p.c.

Cassazione civile, sesta sez., sentenza del 25 gennaio 2022, n. 2093; Pres. Scoditti; Rel. Porreca. Massima: “La menzione del provvedimento di dichiarazione di esecutorietà non si può evincere dall’indicazione di apposizione della formula esecutiva, e ciò per plurime ragioni: a) si tratta di menzioni distintamente previste dal legislatore, sicché l’opposta conclusione si tradurrebbe in una interpretazione abrogante come tale inammissibile; b) le menzioni corrispondono a due diverse attività e garanzie per l’ingiunto: l’una, del giudice, che, dichiarando l’esecutorietà, attesta di aver verificato la regolarità della notificazione e il legale decorso dei termini per l’opposizione; l’altra, del cancelliere, che autorizza il richiedente legittimato all’utilizzo del documento contenente il titolo a fini coattivi, ovvero ad avvalersi, per quello, dell’organo esecutivo” (in questo…

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Tutela del consumatore: difetti di conformità e rimedi esperibili 

Cass. civ. sez. II, 7 febbraio 2022, n. 3695 – Pres. Di Virgilio – Rel. Giannaccari [1] Tutela del consumatore – Contratto di compravendita – Onere della prova – Denuncia dei vizi – Difetto di conformità – Rimedi – Riparazione del bene – Riduzione del prezzo – Risoluzione del contratto – Difetto di lieve entità (Cod. cons. D.lgs. n. 206/2005: artt. 129 ss) Massima: “Si presume che i difetti di conformità, che si manifestano entro sei mesi dalla consegna del bene, siano sussistenti già a tale data sicché il consumatore deve allegare la sussistenza del vizio mentre grava sul professionista l’onere di provare la conformità del bene consegnato rispetto al contratto di vendita. Ove la sostituzione o riparazione del bene…

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Onere probatorio in caso di danno da illegittima occupazione di immobile

Cassazione civile, 3^ sezione, sent. 06/10/2021 n.27126, Presidente Dott.ssa C. Graziosi, estensore Dott.ssa A. Scrima.  Massima: “Nel caso di occupazione illegittima di un immobile, il danno subito dal proprietario non può ritenersi sussistente in re ipsa, in quanto tale concetto è volto ad identificare il danno con l’evento dannoso ed a configurare un vero e proprio danno punitivo, ponendosi in contrasto sia con l’insegnamento delle Sezioni Unite della Suprema Corte (Sent. 11/11/2008, n.26972), secondo il quale quel che rileva ai fini risarcitori è il danno conseguenza, che deve essere allegato e provato, sia con il più recente intervento nomofilattico (Sent. 05/07/2017, n. 16601), che ha riconosciuto la compatibilità del danno punitivo con l’ordinamento solo nel caso di espressa sua previsione…

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Annunci falsi: ipotesi di responsabilità civile del marketplace  – Seconda parte

 … continua. La ridefinizione della responsabilità dei marketplace da parte della giurisprudenza Se il Legislatore europeo degli anni 2000 si poneva l’obiettivo di incoraggiare un vigoroso sviluppo del commercio elettronico nei suoi territori per favorire la competitività dell’Europa nei mercati mondiali, negli ultimi anni la crescita di contenuti illegali diffusi – e quindi consultabili – illegittimamente online grazie a questi nuovi strumenti, ha richiesto una ridefinizione del regime di responsabilità dell’Internet service provider. Così, la giurisprudenza europea ha progressivamente ridisegnando i confini della responsabilità civile degli intermediari on line adattandoli alle nuove esigenze del mercato. Conseguentemente, recependo l’impostazione europea, la Corte di Cassazione ha oggi sviluppato un regime di responsabilità dei provider distinto sulla base dell’attività svolta in concreto. Da una parte,…

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Arbitrato tra professionista e consumatore: la validità della clausola compromissoria è subordinata alla sua specifica negoziazione

Cass. sez. I, 31 dicembre 2021, n. 42091 Pres. Valitutti e Rel. Caradonna Arbitrato – In generale – Giurisdizione -Soggetti -Competenza – Consumatore (art. 360 co. 1, n. 3 e 4 c.p.c.; art. 33 d.lgs. n. 206/2005) Massima: “In tema di arbitrato tra un soggetto professionista e un consumatore, la deroga alla competenza dell’autorità giudiziaria in favore degli arbitri, ex art. 33, comma 2, lett. t), D.Lgs. n. 206/2005, è ammissibile ove venga provata l’esistenza di una specifica trattativa tra le parti, prova il cui onere ricade sul professionista che intenda avvalersi della clausola arbitrale in deroga e che rileva quale elemento logicamente antecedente alla dimostrazione della natura non vessatoria della clausola”. CASO Con lodo pronunciato a Milano, un collegio…

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La vendita forzata del fondo servente fa rivivere la servitù estintasi per confusione

Cass. civ., sez. II, 19 ottobre 2021, n. 28853 – Pres. Orilia – Rel. Dongiacomo Pignoramento immobiliare – Servitù costituita prima del pignoramento del fondo servente – Estinzione per confusione successiva alla trascrizione del pignoramento – Reviviscenza della servitù per effetto della vendita coattiva del fondo servente – Sussistenza Massima: “In caso di acquisto della proprietà del fondo servente da parte del proprietario del fondo dominante, ove quest’ultimo, in conseguenza dell’inopponibilità del suo titolo d’acquisto nei confronti del creditore pignorante, subisca le conseguenze dell’esecuzione forzata, la servitù costituita anteriormente al pignoramento riprende la sua originaria efficacia nei confronti del terzo che abbia acquistato il fondo in sede coattiva”. CASO Una società agiva in giudizio perché fosse accertata la proprietà, in…

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La prova dell’animus possidendi ai fini dell’usucapione della proprietà di terreni agricoli

Cass. Civ., 20 gennaio 2022, n. 1796, Ord., Pres. Dott. F. Manna Usucapione In genere – Possesso idoneo ad usucapire – coltivazione di fondo agricolo Massima: “Non è sufficiente la mera coltivazione del fondo, ai fini della prova del possesso utile ad usucapionem, perché essa…non esprime in modo inequivocabile l’intento del coltivatore di possedere, occorrendo, invece, che tale attività materiale, corrispondente all’esercizio del diritto di proprietà, sia accompagnata da univoci indizi, i quali consentano di presumere che essa è svolta uti dominus; costituisce, pertanto, accertamento di fatto, rimesso al giudice del merito, valutare, caso per caso, l’intero complesso dei poteri esercitati su un bene, non limitandosi a considerare l’attività di chi si pretende possessore, ma considerando anche il modo in cui tale attività si correla…

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Amministratore condominiale nominato dal Tribunale non può essere equiparato a quello nominato dall’assemblea

Cassazione civile, sez. III, sent. 05.05.2021 n. 11717. Presidente F. De Stefano – Estensore L. A. Scarano Massima: “In tema di condominio negli edifici, l’amministratore nominato dal Tribunale ex art. 1129 c.c., in sostituzione dell’assemblea che non vi provvede, sebbene non rivesta la qualità di ausiliario del giudice ma instauri, con i condomini, un rapporto di mandato, non può essere equiparato all’amministratore nominato dall’assemblea, in quanto la sua nomina non trova fondamento in un atto fiduciario dei condomini ma nell’esigenza di ovviare all’inerzia del condominio ed è finalizzata al mero compimento degli atti o dell’attività non compiuta; pertanto, il termine di un anno previsto dall’art.1129 c.c. non costituisce il limite minimo di durata del suo incarico ma piuttosto il limite…

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