PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Vendita forzata e opposizione agli atti esecutivi: la sospensione feriale è inapplicabile al termine per il versamento del prezzo di aggiudicazione

Cassazione civile, Sez. III, sent. 8 giugno 2022, n. 18421, Pres. Vivaldi, Est. Saija Espropriazione immobiliare – vendita forzata – aggiudicazione – versamento del prezzo – inadempienza dell’aggiudicatario – opposizione agli atti esecutivi (Cod. Proc. Civ. artt. 585, 586, 587, 617; L. n. 742 del 1969, art. 1)  Massima: “Il termine di venti giorni per la proposizione dell’opposizione agli atti esecutivi ex art. 617 c.p.c. avverso il decreto di trasferimento di cui all’art. 586 c.p.c. decorre dalla conoscenza legale o di fatto del provvedimento, ovvero dal momento in cui la conoscenza del vizio da cui è affetto il bene (qualora integrante gli estremi del c.d. aliud pro alio), si è conseguita o sarebbe stata conseguibile secondo la diligenza ordinaria, non rilevando…

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La responsabilità del gestore di supermercato è di natura contrattuale o extracontrattuale?

Cass. civ., sez. III, 19 maggio 2022, n. 16224 – Pres. Sestini – Rel. Spaziani Parole chiave: Compravendita – Obbligazioni del venditore – Consegna – Protezione dell’incolumità del compratore – Sussistenza – Danno derivante da cose presenti nei locali del venditore – Responsabilità extracontrattuale Massima: “Nella vendita conclusa all’interno di un supermercato, allorché la compromissione dell’incolumità fisica del compratore non sia occasionata dalle modalità di adempimento delle obbligazioni del venditore, ma piuttosto dalla potenzialità dannosa delle cose che si trovano all’interno del locale, il danno non è legato all’attuazione dell’obbligo contrattuale e non è ascrivibile alla mancata osservanza della dovuta diligenza adempitiva da parte del venditore, ma all’esplicazione della predetta potenzialità dannosa delle cose che si trovano nel supermercato, sicché…

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La previsione statutaria di un obbligo di preventiva conciliazione all’interno di un regolamento non integra la fattispecie della clausola compromissoria

Corte di Cassazione, Sezione II, Ordinanza del 14 Febbraio 2022 n.4711, Presidente Dott. Felice Manna, Relatore Dott.ssa Rossana Giannaccari Massima: “La clausola del regolamento di condominio che, per i casi di contrasto tra condomini, preveda l’obbligo di esperire il tentativo di amichevole composizione della lite, non integra una clausola compromissoria, sicché da essa non può derivare alcuna preclusione all’esercizio dell’azione giudiziaria, giacché i presupposti processuali per la validità del procedimento sono stabiliti nel pubblico interesse e possono trovare il loro fondamento soltanto nella legge e non nell’autonomia privata”. CASO La controversia traeva origine dalla domanda giudiziale proposta dal Condominio (OMISSIS), sito in Monza, nei confronti dei codomini Tizia e Caio al fine di accertare l’illegittimità degli interventi, ritenuti oltretutto lesivi…

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Il valore della prenotazione nei contratti a distanza conclusi con mezzi elettronici

Sintesi Nel procedimento di conclusione di un contratto d’albergo a distanza per mezzo di una piattaforma di intermediazione occorre valutare se, cliccando il pulsante di “prenotazione” on line, il consumatore si stia effettivamente impegnando a pagare il professionista. A tal fine è indispensabile che tale pulsante riporti una dicitura facilmente leggibile che chiarisca inequivocabilmente il sorgere del vincolo al pagamento. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia dell’Unione Europea nella sentenza (C‑249/21, 7 aprile del 2022) su un contenzioso avviato da un albergo contro un consumatore per un contratto concluso secondo il diritto tedesco attraverso booking.com. Il fatto La sentenza riporta che Fuhrmann-2, società proprietaria dell’hotel Goldener Anker, sito in una cittadina tedesca, offriva all’epoca della vicenda esaminata le proprie…

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Misure protettive chieste da una società di costruzioni e rapporti con i creditori bancari

Tribunale di Pescara, 5 maggio 2022, Giudice Capezzera Parole chiave Composizione negoziata – Misure protettive – Conferma Massima: “Nell’ambito della composizione negoziata della crisi d’impresa, le misure protettive chieste dall’imprenditore indebitato vanno confermate dal tribunale quando sussiste il rischio che altrimenti i creditori avviino iniziative giudiziarie atte a pregiudicare il buon esito delle trattative”. Disposizioni applicate Art. 5 d.l. n. 118/2021 (accesso alla composizione negoziata e suo funzionamento), art. 6 d.l. n. 118/2021 (misure protettive), art. 7 d.l. n. 118/2021 (procedimento relativo alle misure protettive e cautelari) CASO Una società immobiliare versa in difficili condizioni finanziarie e presenta al giudice competente (Tribunale di Pescara) ricorso per la conferma delle misure protettive già chieste con la domanda di composizione negoziata depositata…

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I presupposti del ricorso per revocazione ex art. 391 bis c.p.c.

Cass. sez. III, 09 maggio 2022, n. 14552, Pres. Spirito – Rel. Pellecchia Agricoltura – Prelazione (diritto di)- Revocazione (giudizio di) – Fondamento. (artt. 366, 391 bis co. 2, 395 c.p.c., art. 8, l. 26 maggio 1965, n. 590, art. 7, l. 14 agosto 1971, n. 817) Massima:” Il combinato disposto dell’art. 391 bis e dell’art. 395 c.p.c., n. 4, non prevede come causa di revocazione della sentenza di cassazione l’errore di diritto, sostanziale o processuale, e l’errore di giudizio o di valutazione. Il ricorso per revocazione,  è soggetto al disposto dell’art. 366 c.p.c., secondo cui la formulazione del motivo deve risolversi nell’indicazione specifica, chiara e immediatamente intellegibile del fatto che si assume avere costituito oggetto dell’errore e nell’esposizione delle…

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Gli effetti del decreto ingiuntivo nei confronti del debitore fallito, successivamente tornato in bonis

Cass. civ., sez. III, 14 marzo 2022, n. 8110 – Pres. Vivaldi – Rel. Fanticini Decreto ingiuntivo – Fallimento del debitore – Caducazione del decreto ingiuntivo – Insussistenza – Interruzione del giudizio di opposizione – Mancata tempestiva riassunzione – Estinzione del processo – Definitività del decreto ingiuntivo – Effetti nei confronti del debitore tornato in bonis Massima: “Il fallimento del debitore dichiarato nelle more del giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo non determina l’inesistenza o l’inefficacia assoluta del provvedimento monitorio, ma solo la sua inefficacia relativa nei confronti della curatela fallimentare, sicché la mancata riassunzione del processo interrotto per effetto della dichiarazione di fallimento consente al decreto ingiuntivo di divenire definitivo e di assumere, così, natura di titolo esecutivo nei…

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Condizione sospensiva e abuso della personalità giuridica

Cass. civ., sez. III, 3 novembre 2021, n. 31319 – Pres. Graziosi – Rel. Guizzi Parole chiave: Contratto – Condizione – Negozio di accertamento – Clausola che subordina l’esigibilità della prestazione alla mancata conclusione di un nuovo contratto – Condizione meramente potestativa – Configurabilità – Conseguenze Massima: “Qualora le parti di un contratto di locazione stipulino un negozio di accertamento per eliminare la res dubia relativa ai crediti da esso nascenti, la clausola di tale negozio che ne subordini l’esigibilità alla condizione sospensiva di carattere negativo che un nuovo contratto di locazione – con cui la locatrice abbia concesso il godimento della res locata ad altro conduttore di cui sia socia di maggioranza – non giunga a buon fine, è…

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Il bene comune può essere impiegato da ciascun condomino ma entro i limiti sanciti dall’art. 1102 c.c.

Cassazione civile, sez. II, ordinanza 8.02.2022 n. 3890. Presidente R. M. Di Virgilio – Estensore L. Abete Massima: “In tema di condominio negli edifici, ai sensi dell’articolo 1102 c.c., è consentita al condomino la più ampia utilizzazione di un bene comune, ai fini della sistemazione di impianti diretti a soddisfare le esigenze di servizi indispensabili per il godimento di una propria unità immobiliare insistente nell’edificio condominiale, purché sia rispettata la proprietà esclusiva degli altri condomini e non sia violata la rispettiva sfera di facoltà e di diritti (Nel caso di specie, la Suprema Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso proposto da un condomino, ritenendo incensurabile la sentenza impugnata con la quale il giudice d’appello aveva integralmente riformato la decisione…

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Responsabilità solidale del committente (società a partecipazione pubblica) e nozione di “trattamenti retributivi”

Corte di Cassazione, sezione lavoro, n. 5247 del 17 febbraio 2022, Pres. Bronzini, Rel. Garri Parole chiave Contratto di appalto – Responsabilità del committente – Committente società a partecipazione pubblica – Nozione di trattamento retributivo Massima: “Nell’ambito della responsabilità solidale del committente ai sensi dell’art. 29 d.lgs. n. 276 del 2003, una società a partecipazione pubblica deve essere considerata come un committente privato, con la conseguenza che i dipendenti dell’appaltatore possono pretendere da detto committente il pagamento dei trattamenti retributivi”. Disposizioni applicate Art. 29 d.lgs. n. 276 del 10 settembre 2003 (appalto) CASO Una persona lavora presso una società, la quale esegue degli appalti per Trenitalia S.p.a. . La società datrice di lavoro fallisce senza avere pagato in toto le…

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