PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Danno da perdita del rapporto parentale e onere della prova 

Cass. Civ., 21 ottobre 2024, n. 27142, Ord., Rel. Dott.ssa F. Fiecconi Danni in materia civile – Danno non patrimoniale – Danno da lesione del rapporto parentale – Onere della prova (art. 2059 c.c., art. 2697 c.c.) Massima: “In tema di risarcimento del danno da perdita del rapporto parentale, sussiste una presunzione iuris tantum di esistenza del pregiudizio configurabile per i membri della famiglia nucleare “successiva” (coniuge e figli) che si estende anche ai membri della famiglia “originaria” (genitori e fratelli), senza che assuma ex se rilievo il fatto che la vittima ed il superstite non convivessero o che fossero distanti. Esiste poi una presunzione iuris tantum di esistenza del pregiudizio per ciò che attiene la c.d. sofferenza morale e…

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È nulla la delibera condominiale se la convocazione non indica il luogo della riunione

Tribunale di Rimini, Sez. Unica Civile, Sentenza del 14.08.2023 n. 774, Giudice Dott.ssa Chiara Zito Massima: “In tema di condominio, è nulla e, perciò, è impugnabile anche dai condòmini che vi hanno partecipato, la delibera condominiale se la convocazione non indica il luogo di riunione. Infatti, in mancanza di indicazione nel regolamento condominiale della sede per le riunioni assembleari, l’amministratore ha il potere di scegliere quella più opportuna, ma con il duplice limite che essa sia nei confini della città ove è ubicato l’edificio e che il luogo sia idoneo, fisicamente e moralmente, a consentire a tutti i condòmini di esser presenti e di partecipare ordinatamente alla discussione. Pertanto, l’amministratore che abbia convocato la riunione e prenda atto dell’inidoneità del…

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La convalida di sfratto per morosità nell’affitto di azienda

Cassazione civile, Sez. III, sent. 13 novembre 2024, n. 29253, Pres. Frasca, Est. Iannello Sfratto per morosità – contratto di affitto di ramo di azienda – riforma del processo civile (Cod. Proc. Civ. Artt. 657 e 658 – D. Lgs. 149/2022 – D. Lgs. 164/2024) Massima: “A seguito delle modifiche introdotte nell’art. 657 c.p.c. dal d. lgs. n. 149 del 2022, il procedimento speciale di intimazione di sfratto per morosità di cui all’art. 658 c.p.c. è applicabile anche al contratto di affitto di azienda (o di ramo di azienda) che ricomprenda uno o più beni immobili”  CASO Nel corso del 2023 una società cita un’altra società per sentirne convalidare lo sfratto intimato per la morosità dei canoni di un contratto…

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Procedimento di correzione degli errori materiali ex artt. 287 ss. c.p.c.: le Sezioni Unite escludono l’ammissibilità di una statuizione sulle spese

Cass., sez. un., 14 novembre 2024, n. 29432, Pres. Cassano, Est. Iannello [1] Procedimento civile – spese giudiziali civili. Nel procedimento di correzione degli errori materiali, ex artt. 287-288 e 391-bis c.p.c., in quanto di natura sostanzialmente amministrativa e non diretto a incidere, in situazione di contrasto tra le parti, sull’assetto di interessi già regolato dal provvedimento corrigendo, non può procedersi alla liquidazione delle spese, non essendo configurabile in alcun caso una situazione di soccombenza, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 91 c.p.c., neppure nella ipotesi in cui la parte non richiedente, partecipando al contraddittorio, opponga resistenza all’istanza. CASO [1] L’intervento del massimo organo di nomofilachia è stato sollecitato in conseguenza dell’intervenuta presentazione, davanti al Tribunale di…

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Responsabilità da cose in custodia: l’ente proprietario di una strada si presume responsabile anche per i danni derivanti dai c.d. dissuasori di sosta

Cass. civ., sez. III, 24 aprile 2024, n. 11140 – Pres. De Stefano– Rel. Guizzi [1] Responsabilità da cose in custodia – Responsabilità dell’ente proprietario della strada – Dissuasori di sosta – Prova liberatoria – Presunzione di colpa  (Cod. civ. art. 2041). [1] “In tema di responsabilità da cose in custodia ex art. 2051 c.c., l’ente proprietario di una strada si presume responsabile dei sinistri riconducibili alle condizioni della struttura ed alla conformazione della stessa e delle sue pertinenze, ivi compresi i cosiddetti ‘‘dissuasori di sosta’’, salva la dimostrazione che l’installazione di tali manufatti sia avvenuta ad opera di terzi, in area a questi assegnata e in forza di uno specifico titolo abilitativo e con esclusione di qualunque potere di…

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Locazione e risoluzione nei negozi a prestazioni continuate o periodiche: ex tunc o ex nunc?

Corte di Cassazione, Ordinanza del 11.11.2024 n. 28895, Sez. III, Presidente Dott. R. Frasca, Estensore Dott. M. Rossetti «Qualora l’esistenza d’un contratto venga in rilievo quale presupposto per l’esercizio di diritti nei confronti di terzi (come nel caso in cui l’esistenza d’una locazione commerciale sia presupposto per il versamento da parte della p.a. d’un indennizzo al conduttore), e quel contratto venga dichiarato risolto con una pronuncia costitutiva ex art. 1453 c.c., gli effetti della risoluzione nei confronti dei terzi si devono considerare avvenuti nel momento dell’inadempimento dedotto a fondamento della domanda di risoluzione.». CASO Nell’anno 2002, la Regione Campania, avendo la necessità di realizzare un tratto ferroviario in attuazione di quanto stabilito dalla legge n. 211 del 1992, disponeva l’occupazione di…

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I requisiti di accesso del condominio-consumatore alla procedura di sovraindebitamento

Tribunale di Roma, sezione XIV civile, Sentenza del 26.04.2024, Giudice Dott.ssa Angela Coluccio “Per accedere alla procedura di sovraindebitamento la parte istante (il Condominio ndr.) avrebbe dovuto dimostrare lo stato di sovraindebitamento, ai sensi dell’art. 2, comma 1, lettera c) del D.lgs 14/2019, dei singoli condomini, in relazione al debito comune per la quota di propria spettanza”. Il Condominio Alfa in persona dell’Amministratore pro tempore presentava ricorso per ristrutturazione dei debiti del consumatore ex art. 67 D. Lgs. n. 14/2019 avanti il Tribunale capitolino competente. Il Giudice rilevava che l’istante non dimostrava di versare in stato di sovraindebitamento ai sensi dell’art. 2, comma 1, lett. c) del D. Lgs. 14/2019, ovverosia la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte…

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Pedagogia in tema di giudicato interno delle eccezioni in senso stretto e deducibilità in Cassazione del c.d. “vizio di omessa pronuncia”

Cass., Sez. II, ord., 26 settembre 2024, n. 25710 Pres. Di Virgilio – Rel. Varrone Vizio di omessa pronuncia – Impugnazioni – Motivi di ricorso per cassazione – Statuizione implicita – Incompatibilità – Legittimazione attiva e passiva – Eccezioni in senso ampio – Rilevabilità d’ufficio – Oneri deduttivi della parte – Preclusioni processuali – Effetto devolutivo appello – Acquiescenza – Giudicato interno (Cost. 24, 111; c.p.c. 81, 96, 102, 324, 329, 360, 380-bis, 380-bis.1) [1] Non ricorre il vizio di omessa pronuncia ove la decisione comporti una statuizione implicita di rigetto della domanda o eccezione, da ritenersi ravvisabile quando la pretesa non espressamente esaminata risulti incompatibile con l’impostazione logico-giuridica della pronuncia, nel senso che la domanda o l’eccezione, pur non…

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È soggetto a opposizione ex art. 617, comma 1, c.p.c. ed è nullo il precetto che non indica gli estremi del provvedimento che ha dichiarato l’esecutorietà del decreto ingiuntivo

Cass. civ., sez. III, 4 settembre 2024, n. 23725 – Pres. De Stefano – Rel. Condello Titolo esecutivo – Decreto ingiuntivo esecutivo – Atto di precetto – Omessa menzione del provvedimento con cui è stata disposta l’esecutorietà del decreto ingiuntivo – Conseguenze – Nullità del precetto – Opposizione a precetto ex art. 617, comma 1, c.p.c. Massima: “L’omessa menzione nell’atto di precetto del provvedimento che ha dichiarato l’esecutorietà del decreto ingiuntivo ai sensi dell’art. 654 c.p.c. comporta la nullità – deducibile con l’opposizione agli atti esecutivi – del precetto stesso, non potendo l’indicazione di tale provvedimento evincersi dalla menzione dell’apposizione della formula esecutiva (nella disciplina anteriore al 28 febbraio 2023), né potendosi sopperire a tale indicazione attraverso il ricorso ad…

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La vessatorietà della clausola compromissoria ne comporta sempre l’invalidità anche se non tempestivamente eccepita dal consumatore

Cass. civ., sez. I, 5 marzo 2024, n. 5936 – Pres. Scotti – Rel. Iofrida Parole chiave: Contratto tra consumatore e professionista – Clausola compromissoria – Assenza di trattativa individuale – Vessatorietà – Mancata eccezione in sede arbitrale – Annullabilità del lodo arbitrale – Sussistenza [1] Massima: “Il lodo rituale reso sulla base di una clausola arbitrale contenuta in un contratto concluso fra un consumatore e un professionista che non abbia formato oggetto di trattativa individuale, è annullabile anche se, nel corso del giudizio arbitrale, non ne sia stata eccepita la vessatorietà”. Disposizioni applicate: cod. civ., artt. 1341, 1342; d.lgs. 206/2005, art. 33 CASO A un’impresa veniva commissionata la ristrutturazione di un immobile: nel contratto d’appalto concluso con la committente…

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