PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

L’ìnefficacia del contratto concluso dal rappresentante senza poteri è rilevabile d’ufficio

Cass. Sez. Unite, 03 giugno 2015, n. 11377 (ord.) Scarica l’ordinanza Processo civile – Eccezione in genere – Falsus procurator – Inefficacia del contratto – Rilevabilità d’ufficio(C.p.c. artt. 112, 167, 345; C.c. artt. 1398, 1399, 2697) [1] Poiché la sussistenza del potere rappresentativo in capo a chi ha speso il nome altrui è elemento costitutivo della pretesa che l’altro contraente intenda far valere in giudizio sulla base del negozio concluso dal rappresentante, non costituisce eccezione in senso proprio, e pertanto non ricade nelle preclusioni previste dagli artt. 167 e 345 c.p.c., la deduzione della inefficacia del contratto concluso dal falsus procurator; ne consegue che, ove il difetto di rappresentanza risulti dagli atti, di esso il giudice deve tener conto anche in…

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L. 162/2014: il difficile passaggio dal rito ordinario al rito sommario di cognizione

Il D.L. 12 settembre 2014, n.132, convertito dalla L. 10 novembre 2014, n. 162 – la riforma sulla degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell’arretrato – ha introdotto nel codice di rito l’art. 183 bis, così ampliando le ipotesi di applicabilità del rito sommario di cognizione (art. 702 bis ss.). Esso attribuisce al giudice il potere discrezionale di disporre, nell’udienza di trattazione, il passaggio dal rito ordinario al rito sommario di cognizione, “valutata la complessità della lite e dell’istruzione probatoria”. Il coordinamento della novella disposizione con l’art. 183 c.p.c. e il sistema delle preclusioni operanti in primo grado fanno emergere significativi problemi interpretativi, opportunamente segnalati dalla dottrina ai quali, però, la giurisprudenza stenta a dare soluzione. L’art. 14 del…

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Principio dell’apparenza per l’individuazione del mezzo di impugnazione

Cass., sez. VI-3, 11 giugno 2015, n. 12142 Scarica la sentenza Impugnazioni – Opposizioni endoesecutive – Individuazione del mezzo di impugnazione – Principio dell’apparenza(C.p.c., artt. 615, 617; Cost., art. 111, co. 7) [1] L’individuazione del mezzo di impugnazione esperibile contro un provvedimento giurisdizionale in materia di opposizioni endoesecutive va effettuata facendo esclusiva applicazione del principio dell’apparenza. CASO[1] Due avvocati, in qualità di procuratori distrattari in virtù di sentenze emesse in favore dei loro assistiti agivano esecutivamente contro la società debitrice mediante atto di pignoramento presso terzi. Il terzo pignorato rendeva la dichiarazione positiva ai sensi dell’art. 547 c.p.c e il procedimento di espropriazione mobiliare presso terzi si concludeva con l’ordinanza di assegnazione del credito in favore dei procuratori procedenti. Quest’ultimi, sulla base…

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Questione di legittimità costituzionale della normativa sul compenso degli ausiliari del giudice

Cass., ord. 1 aprile 2015, n. 6652 Scarica l’ordinanza Procedimento civile – ausiliari del giudice – decreto di liquidazione del compenso – opposizione – mancanza di termine – illegittimità costituzionale(Cost., artt. 3, 24, 76, 111, comma 7; d.p.r. 30 maggio 2002, n. 115, art. 170; d. leg. 1 settembre 2011, n. 150, ai sensi dell’articolo 54 della legge 18 giugno 2009, n. 69, artt. 34, comma 17, e 15, comma 2) [1] Non è manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del combinato disposto degli artt. 34, comma 17, e 15, comma 2, del d.lgs. 1 settembre 2011, n. 150 nella parte in cui modificano l’art. 170 del D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, eliminando il termine di venti giorni dalla…

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Sospensione e/o caducazione del titolo esecutivo del creditore procedente, intervento dei creditori e sorte del processo esecutivo

Trib. Palermo; Sez. Esecuzioni Mobiliari; ord. 12 giugno 2015 Scarica l’ordinanza Esecuzione per obbligazioni pecuniarie – Sospensione  e/o caducazione del titolo esecutivo del creditore procedente – Intervento creditori – Prosecuzione del processo esecutivo – ammissibilità(Cod. Proc. Civ. artt. 499 e 500) [1] I creditori intervenienti muniti di titolo esecutivo possono compiere gli atti dell’esecuzione forzata e dare impulso alla procedura anche se il titolo esecutivo del creditore procedente è stato sospeso o è venuto meno. CASO[1 ] Il debitore proponeva apposizione all’esecuzione e chiedeva la sospensione dell’esecuzione. A sostengo della propria opposizione, il debitore deduceva che la sospensione dell’efficacia dell’originario titolo esecutivo – nello specifico un decreto ingiuntivo sospeso ai sensi dell’art. 649 c.p.c. – avrebbe determinato l’arresto della procedura, ritenendo del…

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Deposito dell’atto a mezzo posta: «irrituale» ma sanabile

Cass., Sez. I, 17 giugno 2015, n. 12509 Scarica la sentenza Procedimento civile – Costituzione in giudizio a mezzo del servizio postale – Nullità – Sanabile per raggiungimento dello scopo(C.p.c. 121, 156; Disp. Att. C.p.c. 134) [1] L’invio a mezzo posta dell’atto processuale destinato alla cancelleria – al di fuori delle ipotesi speciali relative al giudizio di cassazione, al giudizio tributario ed a quello di opposizione ad ordinanza ingiunzione – realizza un deposito dell’atto irrituale, in quanto non previsto dalla legge, ma che, riguardando un’attività materiale priva di requisito volitivo autonomo e che non deve necessariamente essere compiuta dal difensore, potendo essere realizzata anche da un nuncius, può essere idoneo a raggiungere lo scopo, con conseguente sanatoria del vizio ex art….

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Azioni di accertamento negativo: la ripartizione degli oneri probatori

La questione della ripartizione dell’onus probandi nelle azioni di accertamento negativo costituisce da sempre uno dei principali problemi su cui si sono confrontati gli studiosi di questo istituto. Da un lato vi è chi ha ritenuto che l’attore in accertamento negativo sia gravato dell’onere di provare l’esistenza dei fatti impeditivi, modificativi o estintivi del diritto dedotto in giudizio o l’inesistenza dei fatti costitutivi dello stesso, in virtù del noto brocardo “semper necessitas probandi incumbit illi qui agit”. Dall’altro lato, invece, è stato sostenuto che in capo all’attore incombe solo l’onere della prova dei fatti impeditivi, modificativi o estintivi, gravando sul convenuto la prova dei fatti costituitivi, in quanto “ei incumbit probatio qui dicit, non qui negat”. Nel caso di azione…

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Autosufficienza del ricorso per Cassazione e violazione dei canoni ermeneutici del contratto

Cass., Sez. V, 24 luglio 2015, n. 15647 Scarica la sentenza Ricorso per cassazione – interpretazione del contratto – limiti di ammissibilità – onere di autosufficienza(C.c., art. 1362, art. 1363; C.p.c., art. 360, co. 1, n. 3) [1] Poiché la ricostruzione della volontà contrattuale è indagine di merito preclusa al giudice di legittimità censurabile in Cassazione esclusivamente per violazione dei canoni legali di ermeneutica contrattuale, il motivo di ricorso che lamenti tale vizio deve contenere, a pena di inammissibilità, non solo la specificazione dei canoni in concreto violati e la precisazione del modo e delle considerazioni attraverso i quali il giudice se ne è discostato, ma la trascrizione integrale delle clausole contrattuali oggetto di interpretazione, in ossequio al principio di autosufficienza. …

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Appello e riforme processuali: le modifiche all’art. 342 c.p.c.

Si dà conto delle più recenti riforme che hanno interessato il giudizio di appello, muovendo innazitutto dalle modifiche all’art. 342 c.p.c. che disciplina il contenuto dell’atto di impugnazione. 1. Introduzione Di regola, nel giudizio di primo grado le facoltà delle parti in punto di allegazione e di prova sono per ovvie ragioni ampie (anche se risultano talvolta cadenzate da un sistema di preclusioni e decadenze). La loro restrizione ingiustificata determinerebbe infatti la violazione del diritto di azione e di difesa garantito dall’art. 24 Cost. Nel giudizio di cassazione, viceversa, le facoltà delle parti sono per definizione delimitate, in ragione innanzitutto (ma non solo) delle finalità del giudizio stesso, volto a verificare la sussistenza di casi di annullabilità della sentenza (giudizio…

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Liquidazione dei compensi per l’attività difensiva svolta

Trib. Lucca, ord. 3 luglio 2015 Scarica l’ordinanza Riduzione e semplificazione dei riti – Liquidazione degli onorari e diritti di avvocato – Procedimento sommario di cognizione – Mutamento del rito – Inammissibilità.(Cod. proc. civ., art. 702 bis; d. leg. 1° settembre 2011, n. 150, art. 15) [1] Nel procedimento di cui all’art. 14 d. leg. 150/2011, finalizzato a definire esclusivamente controversie sul quantum degli onorari di avvocato, la proposizione in via riconvenzionale di una domanda volta a contestare la fondatezza della pretesa, impone, in mancanza della possibilità di mutamento del rito e di separazione della causa, la chiusura in rito del processo per inammissibilità della domanda. CASO[1] Il provvedimento in epigrafe, relativo ad un procedimento instaurato ai sensi dell’art. 14 del d….

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