PROCEDURA E DIRITTO CIVILE
Decreto ingiuntivo, giurisdizione italiana nel contratto di compravendita internazionale e clausola “Ex Works”
Trib. Trieste, decreto 16 febbraio 2016, decr. Scarica il provvedimento [1] Sussiste la giurisdizione del giudice italiano per l’emissione del decreto ingiuntivo avverso la società straniera, ai sensi dell’art. 7 Reg. UE 1215/2012, qualora, nel contratto dove sia inclusa la clausola “Ex Works”, questa preveda che la destinazione dei beni sia un luogo di fermo deposito in Italia. CASO[1] Sul ricorso per decreto ingiuntivo presentato da una società italiana che ne domanda la concessione contro una società slovena, si pone il problema di determinare se sussista la giurisdizione del giudice italiano in base alla documentazione depositata, ed in particolare in base alle fatture e ai documenti di trasporto della merce. SOLUZIONE[1] Il provvedimento che si riporta conclude per la sussistenza…
Continua a leggere...L’arbitro bancario finanziario per le operazioni di pagamento non autorizzate o non correttamente eseguite
Le controversie relative ad operazioni di pagamento non autorizzate o non correttamente eseguite costituiscono uno dei principali motivi di ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario. La materia è disciplinata dal d.leg. 27 gennaio 2010, n. 11, attuativo della direttiva 2007/64/ce relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno. I Collegi dell’ABF, verificata la sussistenza delle condizioni di ammissibilità e procedibilità del ricorso, dispongono l’accoglimento se la banca ha violato gli obblighi di diligenza professionale connessi agli strumenti di pagamento o non ha dimostrato l’autenticazione, la corretta registrazione e la contabilizzazione delle operazioni di pagamento. Procedono al rigetto, invece, se il cliente ha violato con dolo o colpa grave gli obblighi di custodia degli strumenti di pagamento. L’utilizzatore di uno strumento di pagamento…
Continua a leggere...Offerta minima e legittimità dell’aggiudicazione
Tribunale di Savona, ordinanza 28 aprile 2016 Giudice dell’esecuzione dott. Cristina Tabacchi Scarica l’ordinanza Espropriazione forzata – tentativi di vendita successivi al primo – offerta minima – aggiudicazione – ingiustizia del prezzo – sospensione della vendita ex art. 586 c.p.c. – conferma dell’aggiudicazione (cod. proc. civ., art. 568, 572, 586) L’aggiudicazione dell’immobile pignorato per un importo pari all’offerta minima è legittima anche nel caso di tentativi di vendita successivi al primo e il giudice dell’esecuzione non può di sospendere la vendita ex art. 586 c.p.c. CASODopo 4 tentativi di vendita inesitati, l’immobile pignorato veniva nuovamente posto in vendita, previa regolare attuazione della pubblicità. Nelle prime due vendite andate deserte (6 maggio 2014 – 6 giugno 2014) il bene aveva un…
Continua a leggere...Per le Sezioni Unite il difetto di rappresentanza processuale è (quasi) sempre rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado di giudizio e sempre sanabile ex tunc
Cass., Sez. un., 4 marzo 2016, n. 4248 – Pres. Rovelli – Rel. D’Ascola Scarica la sentenza Capacità processuale – rappresentanza sostanziale – coesistenza – necessità (C.p.c. art. 77) Difetto di rappresentanza processuale – non contestazione nei precedenti gradi di merito – giudicato implicito – esclusione – rilevabilità del vizio in ogni stato e grado del giudizio (C.p.c. artt. 77, 329) Difetto di rappresentanza processuale– rilievo – assegnazione di un termine per la sanatoria – necessità (C.p.c. artt. 77, 182) Difetto di rappresentanza processuale – sanatoria – retroattività (C.p.c. artt. 77, 182) MASSIME[1] Il potere di rappresentanza processuale, da conferire per iscritto, presuppone un corrispondente potere di rappresentanza di diritto sostanziale e non può quindi attribuirsi a un soggetto sfornito…
Continua a leggere...Sulla domanda di risarcimento del danno ex art. 96 c.p.c. proposta per la prima volta nel giudizio di appello
Cass. 21 aprile 2016 n. 1115 Pres. Finocchiaro – Est. Vivaldi Scarica la sentenza Spese e danni derivanti dal processo – Responsabilità processuale aggravata ex art. 96 c.p.c. – Domanda ex art. 96 c.p.c. proposta per la prima volta nel giudizio di appello – Ammissibilità (c.p.c. artt. 96, 345) [1] La domanda di risarcimento danni per responsabilità aggravata ex art. 96 c.p.c. può essere proposta per la prima volta nella fase di gravame solo con riferimento a comportamenti della controparte posti in atto in tale grado del giudizio, quali la colpevole reiterazione di tesi giuridiche già reputate manifestamente infondate dal primo giudice ovvero la proposizione di censure la cui inconsistenza giuridica avrebbe potuto essere apprezzata in modo da evitare…
Continua a leggere...Autosufficienza del ricorso per cassazione: rassegna giurisprudenziale 2016 (gennaio-maggio)
Il presente lavoro dà conto di alcune, fra le molte, pronunce di legittimità – rese nei primi mesi del 2016 – in materia di autosufficienza del ricorso per cassazione. Premessa «Il problemino del componimento letterario del ricorso per cassazione», per dirla ironicamente con le parole del Redenti (v. Id., Diritto processuale civile, II, Milano, 1957, 449), è senza ombra di dubbio una delle attività più complesse della vita professionale dell’avvocato. Ad acuire tale difficoltà – oramai da qualche decennio a questa parte – concorre l’onere di adeguarsi al requisito dell’autosufficienza, la cui violazione è sanzionata, come è noto, con l’inammissibilità dell’impugnazione. Questo breve contributo intende indicare le principali linee evolutive del principio di autosufficienza, sviluppatesi nel corso degli…
Continua a leggere...Mediazione «delegata» e obbligo anche per la Pubblica Amministrazione di partecipazione al procedimento
Trib. Roma 29 febbraio 2016 Conciliazione in genere – Mediazione obbligatoria – Mediazione delegata – Partecipazione della P.A. – Obbligo – Sussistenza (d.leg. 4 marzo 2010, n. 28, art. 5). [1] Anche rispetto alla Pubblica Amministrazione parte di una controversia, la partecipazione al procedimento di mediazione delegata, ai sensi dell’art. 5, 2° comma, d. leg. 28/2010, è obbligatoria per legge e proprio in considerazione di ciò non è giustificabile, neanche con il timore di incorrere in responsabilità per danno erariale, una negativa e generalizzata scelta aprioristica di rifiuto di partecipazione al procedimento di mediazione. CASO [1] Il Tribunale di Roma, nel corso del giudizio, dispone che le parti (delle quali una è un ente pubblico) esperiscano la mediazione delegata ai…
Continua a leggere...Obbligatorietà del rito «fornero» e rilievo d’ufficio del giudice del requisito dimensionale
Cass. civ., sez. lav, 11 novembre 2015, n. 23073Scarica la sentenza Lavoro e previdenza (controversie) – Licenziamento – Rito speciale – Obbligatorietà del rito. (Cod. proc. civ. 125, 156, 420, 421; L. 20 maggio 1970, n. 300, art. 18; l. 28 giugno 2012, n. 92, art. 1). [1] Il lavoratore licenziato non può rinunziare al procedimento specifico introdotto dall’art. 1, 47º comma e seguenti, l. n. 92 del 2012, che ha carattere obbligatorio, non essendo prevista la specialità nel suo esclusivo interesse ma anche per finalità di carattere pubblicistico, sicché rientra nei poteri esclusivi del giudice qualificare la domanda e individuare il rito applicabile, mentre non incombe sul lavoratore, attesa la natura sommaria della prima fase, l’onere della specifica allegazione…
Continua a leggere...«Piccola Rassegna» di giurisprudenza sul processo di cognizione
La cadenza settimanale del Notiziario consente di dare visibilità a molti provvedimenti, ma ovviamente non a tutti e non a tutti quelli che si vorrebbero segnalare. Da qui l’idea di raccogliere in questo Focus i provvedimenti pubblicati nei primi mesi del 2016 che non hanno trovato spazio nei numeri precedenti – o di prossima uscita – ma ritenuti di particolare interesse per l’area «Processi di cognizione». Cass. pen., ord., 20 gennaio 2016, n. 2259Giusto processo – art. 6 CEDU – Violazione – Rilevabilità d’ufficio – Rimessione alle Sezioni unite La Cassazione penale, rilevando il contrasto di giurisprudenza, ha rimesso alle Sezioni unite la seguente questione: se l’inosservanza della CEDU da parte del giudice sia rilevabile d’ufficio dal giudice ad quem…
Continua a leggere...Sulla specificità del motivo d’appello nel processo tributario
Cass., Sez. VI-5, 11 gennaio 2016, n. 227 Scarica la sentenza Impugnazioni civili – Appello in materia tributaria – condizioni di ammissibilità – motivo specifico (C.p.c. artt. 342; D.lgs. 546/1992: art. 53) [1] Il motivo specifico d’appello ex art. 53, d.lgs. 546/1992, può essere ricavato anche per implicito dall’atto di impugnazione nel suo complesso, purché sia chiara la richiesta rivolta al giudice del gravame e le ragioni della doglianza, la quale può coincidere con quella già prospettata in primo grado. CASO[1] La competente Commissione Tributaria Provinciale rigettava l’impugnazione del contribuente avverso alcuni avvisi di accertamento notificatigli dall’Agenzia delle Entrate. Il contribuente proponeva quindi appello contro le sentenze di primo grado; eppure, gli appelli venivano dichiarati inammissibili dalla Commissione Tributaria Regionale…
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