PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

L’esecuzione processuale indiretta nel processo civile: stato dell’arte (e prevedibili tendenze evolutive)

  – Tra i molteplici (e, mi si passi il termine, sparpagliati) interventi che la legge 6 agosto 2015, n. 132 ha effettuato sul processo civile, particolare importanza pratica riveste quello compiuto sull’art. 614 bisp.c.: disposizione, quest’ultima, giustamente salutata con grande entusiasmo all’indomani della sua prima introduzione (con la legge 69/2009), ma la cui originaria formulazione non si può certo dire avesse meritato – sul versante strettamente operativo – l’attenzione spesso esagerata riservatagli dalla dottrina. Come noto, infatti, il testo inziale prevedeva – al di là delle altre limitazioni (v. infra, punto 3) – che il giudice potesse pronunciare la sanzione pecuniaria prevista solo ove condannasse il soccombente a tenere un comportamento di fare infungibile o di non fare. Ed…

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Disconoscimento della scrittura, produzione dell’originale ai fini della verificazione e divieto di nuove prove in appello

Cass., Sez. I, 26 gennaio 2016, n. 1366Scarica la sentenza  Impugnazioni civili – Appello – Giudizio di verificazione – Produzione dell’originale di copia disconosciuta in primo grado– Prova nuova – Esclusione (C.p.c., art. 345)  [1] Il giudizio di verificazione deve compiersi necessariamente sull’originale della scrittura, la cui produzione è ammissibile per la prima volta in appello, in quanto si tratta di regolarizzazione formale di una precedente produzione documentale. (massima non ufficiale) CASO[1] In primo grado il creditore fonda il proprio credito su copie di lettere di fideiussione sottoscritte dal debitore. Il debitore alla prima udienza non disconosce la conformità delle copie agli originali, ma ne disconosce comunque la sottoscrizione. Il creditore formula istanza di verificazione. Il Tribunale dichiara inammissibile l’istanza…

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La ragionevole durata del procedimenti regolati dalla Legge Pinto

Corte Cost., sentenza 19 febbraio 2016, n. 36 Scarica la sentenza Procedimento civile –  Giusto processo – Equa riparazione – Durata ragionevole del processo – Termini di durata – Compatibilità con la CEDU (Cost., art. 111, comma 2, art. 117, comma 1; Carta europea dei diritti dell’uomo, art. 6; l. 24 marzo 2001, n. 89, previsione di equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del processo e modifica dell’art. 375 del codice di procedura civile, art. 2;).  [1] È costituzionalmente illegittimo l’art. 2, comma 2 bis, della l. 24 marzo 2001, n. 89 (c.d. “Legge Pinto”), nella parte in cui considera ragionevole la durata di tre anni per il processo di primo grado previsto dalla medesima legge n….

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Il termine di decadenza per presentare istanze tardive trova applicazione anche per i crediti che formano oggetto di un giudizio di impugnazione

Cass. civ.; ordinanza 13 aprile 2015, n. 7426 Scarica l’ordinanza  Procedure concorsuali – crediti oggetto di accertamento nel giudizio di appello- ammissione al passivo – termine annuale decadenza ex art. 101 l. fall. – sussistenza (r.d. 16 marzo 1942 n. 267, disciplina del fallimento, art. 101, 96, secondo comma, n.3).  [1] Nel caso di credito sorto anteriormente alla dichiarazione di fallimento e oggetto di accertamento in appello, il creditore che intenda far valere il credito nel fallimento ha l’onere di chiedere l’ammissione al passivo con riserva non oltre il termine di 12 mesi dalla dichiarazione di esecutività dello stato passivo, a pena di decadenza.  CASO[1] Un ingegnere ha proposto istanza di ammissione al passivo oltre il termine di dodici mesi…

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Conversione del pignoramento e regime della relativa ordinanza

  – Nonostante i ripetuti interventi legislativi, l’art. 495 c.p.c. in tema di conversione del pignoramento continua a porre numerosi problemi. Quello più spinoso, considerato “vero e proprio nodo cruciale dell’istituto” (in questo senso Verde, voce Pignoramento in generale, in Enc. dir., XXXIII, Milano, 1983, 784), riguarda l’ambito della cognizione riservato al giudice dell’esecuzione nel determinare “la somma da sostituire al bene pignorato” e, di conseguenza, la stabilità della relativa ordinanza e i rimedi contro la stessa esperibili.Ovviamente, il problema non si pone (o comunque risulta fortemente ridimensionato) quando il debitore non ottemperi alla conversione e venga perciò dichiarato decaduto dall’invocato beneficio, essendo pacifico in tal caso che l’ordinanza ex art. 495, 3° co, c.p.c. non esplica alcuna efficacia vincolante…

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Quando l’avvocato dimentica di sottoscrivere l’atto di citazione…

Tribunale di Torino, 22 gennaio 2016 – Di Capua Scarica la sentenza  Procedimento civile – mancata sottoscrizione dell’atto – autentica della procura – sufficienza – nullità – non sussiste (C.p.c.  artt.163, u.c, 125, co 1, 156 co. 3)  La mancanza della sottoscrizione del difensore nella citazione o nel ricorso introduttivo del giudizio, a norma degli artt. 163, ult. comma e 125, 1° comma c.p.c., non determina la nullità dell’atto, quando la sua provenienza da un difensore provvisto di valido mandato sia desumibile da altri elementi indicati nell’atto stesso, come il conferimento della procura alle liti, perché in tal caso la sottoscrizione apposta dal difensore per certificare la firma di rilascio, redatta in calce o a margine dell’atto stesso, assolve al…

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Controversie proprietarie vs. catastali: «Regolamento di confini» tra giudice ordinario e tributario

Cass. 16 febbraio 2016 n. 2950 (sent. – rv. 638359) Pres. Rovelli  – Est. Biagio Scarica la brochure Giurisdizione – Giurisdizione ordinaria o tributaria – Controversia sulla proprietà – Contestazione dei dati catastali – Giurisdizione del giudice ordinario – Sussistenza – Limiti (C.p.c. artt. 1,37;   D. Lgs. 31 dicembre 1992, n. 546, art. 2)  [1]  Appartiene al giudice ordinario la giurisdizione sulle controversie tra privati, o tra privati e P.A., aventi ad oggetto l’esistenza ed estensione del diritto di proprietà, controversie nelle quali le risultanze catastali possono essere utilizzate a fini probatori; tuttavia, qualora tali risultanze siano contestate per ottenerne la variazione, anche al fine di adeguarle all’esito di un’azione di rivendica o regolamento di confini, la giurisdizione spetta al giudice tributario, ai…

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Sull’onere di riproposizione delle mere difese e delle questioni assorbite

  Cass. civ., Sez. II, Sent., 8 aprile 2016, n. 6933 Pres. Bucciante – Rel. Falabella Scarica la sentenza Appello civile – Contestazione del quantum – Mere difese – Onere di riproposizione – Esclusione. (Cod. proc. civ., art. 112, 346) [1] Appello civile – Rigetto della domanda – Questioni assorbite – Onere di riproposizione – Sussistenza. (Cod. proc. civ., art. 346) [2] [1] Le contestazioni svolte in primo grado sull’esistenza del fatto costitutivo della domanda o sull’ammontare della somma richiesta non sono soggette all’onere di riproposizione ex art. 346 c.p.c., in quanto si intendono riproposte implicitamente nella richiesta di rigetto dell’appello formulata dall’appellato vittorioso. Di conseguenza, nel caso in cui l’appellato si sia limitato a chiedere la conferma della sentenza…

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Decreto ingiuntivo, giurisdizione italiana nel contratto di compravendita internazionale e clausola “Ex Works”

 Trib. Trieste, decreto 16 febbraio 2016, decr. Scarica il provvedimento [1] Sussiste la giurisdizione del giudice italiano per l’emissione del decreto ingiuntivo avverso la società straniera, ai sensi dell’art. 7 Reg. UE 1215/2012, qualora, nel contratto dove sia inclusa la clausola “Ex Works”, questa preveda che la destinazione dei beni sia un luogo di fermo deposito in Italia.  CASO[1] Sul ricorso per decreto ingiuntivo presentato da una società italiana che ne domanda la concessione contro una società slovena, si pone il problema di determinare se sussista la giurisdizione del giudice italiano in base alla documentazione depositata, ed in particolare in base alle fatture e ai documenti di trasporto della merce.  SOLUZIONE[1] Il provvedimento che si riporta conclude per la sussistenza…

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L’arbitro bancario finanziario per le operazioni di pagamento non autorizzate o non correttamente eseguite

Le controversie relative ad operazioni di pagamento non autorizzate o non correttamente eseguite costituiscono uno dei principali motivi di ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario. La materia è disciplinata dal d.leg. 27 gennaio 2010, n. 11, attuativo della direttiva 2007/64/ce relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno. I Collegi dell’ABF, verificata la sussistenza delle condizioni di ammissibilità e procedibilità del ricorso, dispongono l’accoglimento se la banca ha violato gli obblighi di diligenza professionale connessi agli strumenti di pagamento o non ha dimostrato l’autenticazione, la corretta registrazione e la contabilizzazione delle operazioni di pagamento. Procedono al rigetto, invece, se il cliente ha violato con dolo o colpa grave gli obblighi di custodia degli strumenti di pagamento.  L’utilizzatore di uno strumento di pagamento…

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