PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Mediazione volontaria, mancata cooperazione e risarcimento del maggior danno

Trib. Milano, Sez. XI, 21 luglio 2016, n. 9205 Mediazione volontaria – Mancata cooperazione – Soccombenza nel giudizio successivamente instaurato – Inerenza delle spese della mediazione al recupero del credito – Risarcimento del maggior danno – Sussiste (Cod. civ., art. 1218, 1224, comma 2; d.leg. 4 marzo 2010, n. 28, art. 2) [1] La mancanza di cooperazione nella procedura di mediazione volontaria, preventivamente esperita dal creditore al fine di evitare l’instaurazione della causa, comporta la condanna del debitore soccombente al pagamento delle spese della mediazione a titolo di maggior danno. CASO [1] Prima di instaurare un giudizio per il pagamento dei corrispettivi dovuti in virtù di un contratto di somministrazione, «allo scopo di non gravare il Condominio di troppe spese…

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Obbligazioni contratte dall’amministratore giudiziario nel procedimento per misure di prevenzione: quale tutela per i creditori?

Tribunale di Reggio Calabria; ordinanza 7 luglio 2015 dott.ssa Drago [1] Misure di prevenzione patrimoniali – obbligazioni contratte dall’amministratore giudiziario – azione esecutiva del creditore sui beni oggetto di sequestro – ammissibilità. (Cod. civ., art. 2910; d.leg. 6 settembre 2011, n. 159, Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, art. 30, 45, 55, 56). [1] Il divieto di azioni esecutive sui beni oggetto di sequestro per misure di prevenzione non trova applicazione nel caso di debiti contratti dall’amministratore giudiziario per l’esercizio dell’impresa. CASO [1] Un amministratore giudiziario prosegue l’esercizio dell’impresa oggetto di sequestro per misure di prevenzione, ma non paga i canoni di locazione di un immobile. Il locatore ottiene un decreto ingiuntivo esecutivo e notifica il titolo…

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Eccezioni nuove ammissibili in appello

Cass., sez. II, 16 maggio 2016, n. 9965 Impugnazioni civili – Appello – Eccezione di pagamento – Novità – Rilevabilità d’ufficio – Ammissibilità (C.p.c., artt. 112, 345) L’eccezione di pagamento è rilevabile d’ufficio e può essere sollevata per la prima volta in appello ex art. 345 c.p.c., in quanto il giudice può accertare l’estinzione del debito, se provata, anche in assenza di espressa istanza del debitore. CASO In sede di opposizione a decreto ingiuntivo, il debitore eccepiva il pagamento del credito. Il Tribunale rigettava l’opposizione e l’opponente ricorreva in appello, specificando che il creditore opposto non aveva provato l’infondatezza dell’eccezione di pagamento. Il giudice di secondo grado accertava l’avvenuta estinzione del debito ed accoglieva il ricorso. Il creditore soccombente ricorreva…

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No al cumulo tra negoziazione assistita obbligatoria e mediazione obbligatoria

Tribunale di Verona, sez. III, ordinanza 12 maggio 2016 Procedimento civile – Negoziazione assistita – Mediazione – Cumulo casi obbligatori – Esclusione (D.L. 12 settembre 2014, n. 132, art. 3, comma 1 e 5; D. Lgs. 4 marzo 2010, n. 28, art. 5, comma 1-bis) [1] L’art. 3, comma 5, D.L. n. 132/2014 – che consente il cumulo tra negoziazione assistita obbligatoria e altre condizioni di procedibilità – si applica solo ai casi in cui la medesima domanda o una pluralità di domande distinte siano soggette a condizioni di procedibilità diverse Il caso [1] Il caso in esame trae origine da una domanda di risarcimento del danno, quantificato in misura inferiore ad euro cinquantamila, fondata su una condotta integrante, da…

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Rifiuto di atto giudiziario depositato telematicamente ed errore “forzabile”: il Tribunale di Milano concede la rimessione in termini

Trib. Milano, Sez. Lav., ord. 10 maggio 2016 – Giud. Cassia Processo civile telematico – costituzione in giudizio – deposito telematico – errore apparentemente “forzabile” dalla cancelleria – comunicazione di rifiuto dell’atto successiva alla scadenza – rimessione in termini (D.L. 18.10.2012, n. 179 [conv. dalla L. 17.12.2012, n. 221], artt. 16-bis, commi 1-bis e 7 – C.p.c. artt. 416, 153, comma 2, e 294 – D.M. 21.2.2011, n. 44, artt. 13 e 34 – Provvedimento D.G.S.I.A. 16.4.2014, art. 14, comma 7) MASSIMA [1] Deve essere rimessa in termini la parte che, dopo aver presentato telematicamente la propria memoria di costituzione ed aver ricevuto un esito negativo – per errore apparentemente “forzabile” dall’ufficio – dei controlli automatici (cd. terza PEC), si…

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Le linee guida Confindustria per la Compliance Antitrust delle imprese

La Confindustria ha pubblicato nello scorso mese di Aprile le “Linee Guida per la Compliance Antitrust delle Imprese”, di cui è possibile scaricare il pdf dalla sezione “Documenti” del sito della Confindustria. Che nelle aziende Italiane sia necessaria una maggior consapevolezza dei limiti all’autonomia negoziale posti dalle normative in tema di concorrenza sembra fuori di dubbio, visto che periodicamente si verificano casi di aziende, anche non piccole, che vengono sanzionate per aver posto in essere pratiche palesemente anticoncorrenziali.  Compulsando il Bollettino pubblicato periodicamente dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato si ritrovano spesso casi sanzionati dall’AGCM che sembrano dimostrare l’indifferenza o proprio la non consapevolezza di tante imprese non banali che hanno posto in essere comportamenti anti concorrenziali. Basti pensare…

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Le regole per una corretta proposizione del giudizio d’appello

Nel presente approfondimento si intende dare sistematicamente conto delle principali norme, legislativamente previste nonché ulteriormente ricavate in via interpretativa, per introdurre in maniera corretta il giudizio di secondo grado sotto il profilo dell’ammissibilità e della procedibilità. Nel corso della trattazione, inoltre, verranno indicati i più importanti orientamenti di legittimità intervenuti sul tema. Rilievi introduttivi sul piano generale. Come noto, nel nostro sistema processuale è prevista la possibilità di appellare la decisione di primo grado, al fine di ottenerne l’invalidazione nonché la riforma (sul tema, tutt’ora valevoli le considerazioni di Calamandrei P., Sopravvivenza della querela di nullità nel processo civile vigente, in Riv. Dir. Proc., 1951, p. 112 ss.). Tuttavia, la parte, al fine di raggiungere tale risultato, è onerata di…

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L’ordinanza ex art. 612 che risolve una questione circa il diritto della parte istante di procedere ad esecuzione forzata non ha (più) natura di sentenza, ma di provvedimento conclusivo della fase sommaria di un’opposizione all’esecuzione

Cass., Sez. III, 21 luglio 2016, n. 15015 – Pres. Vivaldi – Est. De Stefano – P.M- Cardino (diff.) Esecuzione forzata – Esecuzione degli obblighi di fare o di non fare – Ordinanza ex art. 612 c.p.c. – Risoluzione in concreto di controversia insorta tra le parti sulla portata sostanziale del titolo – Natura di ordinanza conclusiva della fase sommaria del giudizio di opposizione – Conseguenze (c.p.c. artt. 612, 616; c.p.c. disp. att., art. 185) [1] L’ordinanza emessa ai sensi dell’art. 612 che abbia illegittimamente risolto una questione in ordine alla portata sostanziale del titolo esecutivo e all’inammissibilità dell’azione esecutiva intrapresa (e dunque abbia esorbitato dalla funzione che la legge le assegna) non è mai considerabile come una sentenza in…

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Il “nuovo” ordine di liberazione dell’immobile pignorato, alla luce del d.l. n. 59 del 2016 convertito con legge n. 119 del 2016

La custodia e la liberazione dell’immobile pignorato Già la “maxi-riforma” attuata con la legge n. 263 del 2005 aveva fissato due principi essenziali, stabilendo, per un verso, che perlomeno coevamente alla pronuncia dell’ordinanza di vendita del compendio pignorato, la custodia del bene dovesse essere affidata ad un terzo (ai sensi del comma 4 dell’art. 559 c.p.c., il professionista delegato alle operazioni di vendita o l’istituto vendite giudiziarie); per altro verso, che l’ordine di rilascio del bene dovesse essere emesso al più tardi al momento della sua aggiudicazione. La nomina di un custode “professionale” in luogo del soggetto che subisce l’esecuzione si è legata, nel contesto riformatore del 2005, a chiari obiettivi di efficienza, trasparenza e apertura al mercato: la maggiore…

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L’art. 18 Statuto dei Lavoratori tra impiego pubblico e privato

Cass., sez. Lav., 9 giugno 2016, n. 11868 Lavoro e previdenza (controversie in tema di) – Licenziamento nel pubblico impiego – Reintegrazione nel posto di lavoro – Applicabilità (L. 28 giugno 2012, n. 92, Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita, art. 1; l. 20 maggio 1970, n. 300, Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale, nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento, art. 18). [1] Ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni non si applica l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, come modificato dalla l. n. 28 giugno 2012, n. 92 (c.d. legge Fornero), sicché, in caso di licenziamento illegittimo, si applica la formulazione della…

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