PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Organismo di vigilanza: ruolo centrale ai fini della “tenuta” del Modello

Premessa L’art. 6 comma 1 del D.Lgs. 231/2001 (“Decreto”), stabilisce che “…l’ente non risponde del reato commesso se prova che: l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi; il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli ed il compito di curare il loro aggiornamento è stato affidato a un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo; le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione; non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell’organismo di cui alla lettera b…” Da quanto emerge dall’impianto normativo, il legislatore ha…

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La forza “cogente” del regolamento di condominio

La recente pronuncia della Corte di Cassazione, Sezione 2^, numero 10272 del 18.5.2016, consente di affrontare un argomento che si presenta ancora “spinoso” nella materia condominiale riguardante la cogenza del regolamento di condominio. La materia condominiale è governata da regole precise le cui fonti possono sinteticamente ricondursi a: la legge, il regolamento di condominio, le delibere dell’assemblea. Secondo le previsioni di legge, articolo 1138 c.c., il regolamento di condominio risulta obbligatorio in presenza di un numero di condomini superiori a dieci. La norma rappresenta anche quale debba essere il contenuto del regolamento, individuandolo: “norme circa l’uso delle cose comuni e la ripartizione delle spese…, nonché le norme per la tutela del decoro dell’edificio e quelle relative all’amministrazione”. Peraltro, la legge…

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Azione contro compagnia aerea e giurisdizione italiana – I cinque criteri previsti dalla Convenzione di Montreal prevalgono sul Reg. UE Bruxelles I bis e possono consentire al passeggero di radicare l’azione nel proprio Stato di residenza

Trib. Biella, 16 giugno 2016 – G.U. Silvia Vaghi Giurisdizione – Trasporto aereo di persone – Convenzione di Montreal – Reg. UE 1215/2012 – prevalenza della norma convenzionale su quella comunitaria (art. 71, Reg. UE 1215/2012) Giurisdizione – Trasporto aereo di persone – Convenzione di Montreal – sinistro occorso a passeggero residente in Italia – giurisdizione italiana – sussiste (art. 33, comma 2°, Conv. Montreal, art. 2059 c.c.) [1] I criteri di cui all’art. 33 della Convenzione di Montreal prevalgono su quelli individuati dal Reg. UE 1215/2012 (c.d. Bruxelles I bis) in forza del principio di specialità previsto dall’art. 71, comma 2°, lett. a) del predetto Regolamento.  [2] In caso di controversia tra compagnia aerea straniera e passeggero relativa all’accertamento…

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Sul contrasto insanabile fra motivazione e dispositivo nel rito del lavoro

Cass., Sez. VI, 15 settembre 2016, n. 18134 Impugnazioni civili – condizioni dell’impugnazione – interesse ad impugnare – soccombenza sulla sola base del dispositivo in materia di lavoro – sussistenza (C.p.c.: art. 100; 429; 430) Impugnazioni civili – ricorso per cassazione – contrasto insanabile fra motivazione e dispositivo – errore materiale sentenza – esclusione – nullità della sentenza ex art. 360 n. 4 c.p.c. – sussistenza (C.p.c.: art. 156, 161, 287, 360) [1] Il soggetto interessato ad impugnare la decisione è esclusivamente colui che, sulla base del dispositivo, risulta formalmente soccombente (fattispecie in cui si lamentava un contrasto insanabile fra motivazione e dispositivo). [2] Il contrasto fra motivazione e dispositivo, quando è tale da non rendere identificabile la reale portata…

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Ancora sulla mediazione nei giudizi di opposizione a decreto ingiuntivo: il Tribunale di Vasto si allinea alla Suprema Corte

Trib Vasto, sent. 30 maggio 2016, est. Pasquale Conciliazione in genere – Mediazione obbligatoria – Opposizione a decreto ingiuntivo – Onere di instaurazione del procedimento di mediazione – Debitore opponente (Cod. proc. civ., art. 645; art. 5, d.leg. 4 marzo 2010, n. 28) [1] L’onere di attivare la procedura di mediazione, sanzionato a pena di improcedibilità, deve gravare sulla parte processuale che con la propria iniziativa ha provocato l’instaurazione del processo assoggettato alle regole del rito ordinario di cognizione, dunque sulla parte opponente. CASO [1] Il Tribunale di Vasto torna, con una sentenza ricca di riferimenti, sulla dibattuta questione della individuazione della parte tenuta ad avviare il procedimento di mediazione nella fase di opposizione a decreto ingiuntivo. Sul punto era…

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La costituzione in giudizio dell’appellante mediante deposito della c.d. velina: conseguenze ed effetti secondo la giurisprudenza di legittimità

Le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione (Cass., sez. un., 5 agosto 2016, 16598), in seguito all’ordinanza di remissione delle sezioni semplici (Cass., ord. 18 dicembre 2015, n. 25529), prendendo in esame i profili problematici relativi alla costituzione in giudizio dell’appellante con la cd. velina, hanno sanato il contrasto giurisprudenziale esistente in proposito. Il presente commento intende prendere in esame i limiti delle conseguenze delle irregolarità e/o nullità della costituzione dell’appellante, alla luce degli orientamenti giurisprudenziali formatisi sul punto ed, in particolare, del decisum della Suprema Corte di Cassazione. La costituzione in giudizio dell’appellante: inquadramento normativo e la prassi della costituzione con la cd. velina Come è noto, la costituzione in giudizio dell’appellante (art. 347 c.p.c.) deve avvenire nelle…

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Sospensione dell’esecuzione e querela di falso

Trib. Benevento, 22 giugno 2016 Querela di falso – nullità della notifica del precetto – verbale di pignoramento – sospensione dell’esecuzione – inammissibilità Il debitore deve contestare le asserte nullità della notifica del precetto nelle forme e nei termini di cui all’art. 617 c.p.c. Pertanto, davanti al giudice dell’esecuzione è inammissibile – e non dà luogo a sospensione ex art. 624 c.p.c. – la querela di falso proposta dal debitore per impugnare l’atto di precetto ed il verbale di pignoramento. Scarica il provvedimento CASO Il debitore propone reclamo avverso l’ordinanza di rigetto, per insussistenza dei gravi motivi di cui all’art. 624 c.p.c., dell’istanza di sospensione formulata all’atto di proposizione della querela di falso, chiedendo al Collegio la revoca della suddetta…

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Produzione del documento e perfezionamento del contratto

La conclusione del contratto a formazione progressiva La formazione dei contratti conclusi tramite scrittura privata – a differenza di quanto avviene per gli accordi stipulati in forma di atto pubblico, atteso che l’art. 2700 c.c. limita il valore di piena prova alle sole dichiarazioni e ai soli fatti che il pubblico ufficiale attesti essere avvenuti in sua presenza – non richiede la simultanea presenza di tutte le parti al momento dell’apposizione delle sottoscrizioni. Può dunque accadere e nella prassi commerciale sempre più spesso avviene che la scrittura privata contenente il regolamento contrattuale sia materialmente redatta dalla parte predisponente, la quale procede altresì alla sua sottoscrizione in attesa che l’accordo sia formalmente concluso con l’apposizione del segno nominale ad opera dell’altro…

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Appello generico e successivo ricorso per cassazione: i poteri della Suprema Corte sul c.d. fatto processuale

Cass., Sez. V, 27 maggio 2016, n. 11001 Impugnazioni civili – Appello in materia tributaria – Rigetto ex art. 53, d. lgs. 546/1992, per genericità dei motivi – Ricorso per cassazione – Censurabilità della questione ex art. 360 n. 4 c.p.c. – Esclusione (Cod. proc. civ., artt. 342, 360; D.lgs. 546/1992, art. 53, co. 1) [1] La questione relativa alla specificità dei motivi di appello ex art. 53, d.lgs. 546/1992, ai fini della sua ammissibilità, costituisce apprezzamento di fatto censurabile dinanzi alla Corte di cassazione solo per vizio di motivazione (al caso di specie era applicabile l’art. 360, n. 5, c.p.c., ante riforma l. 134/2012). CASO [1] Contro un provvedimento di diniego di condono fiscale il contribuente adiva la Commissione…

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Ragionevole durata del processo: la manifesta infondatezza della domanda non esclude l’indennizzo

Cass., Sez. VI, 27 luglio 2016 n. 15643 Procedimento civile – Irragionevole durata – Equa riparazione – Giudizio presupposto – Manifesta infondatezza della domanda – Rilevanza – Limiti (l. 24 marzo 2001, n. 89, art. 2) [1] In tema di equa riparazione per durata irragionevole del processo, la manifesta infondatezza della domanda nel giudizio presupposto, ove non qualificata dal requisito soggettivo della temerarietà o abusività della lite, non rientra tra le cause di esclusione dell’indennizzo. CASO [1] Adita con ricorso per la condanna al pagamento dei danni morali derivanti dalla irragionevole durata del processo, la Corte d’appello respingeva la domanda, ritenendo che il giudizio presupposto fosse stato proposto dal ricorrente nella consapevolezza della sua infondatezza. Il soccombente ricorreva in Cassazione…

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