PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Le locazioni turistiche: aspetti civilistici e clausole specifiche

Il cosiddetto Codice del Turismo (D.Lgs. 79/2011) stabilisce, all’articolo 53, che “Gli alloggi locati esclusivamente per finalità turistiche, in qualsiasi luogo ubicati, sono regolati dalle disposizioni del Codice civile in tema di locazione“. Il medesimo provvedimento rinvia poi, per l’inquadramento delle specifiche fattispecie contrattuali ed operative, alle disposizioni delle leggi regionali. Secondo quanto previsto dal richiamato Codice del Turismo, quindi, l’attività di locazione turistica può essere svolta, oltre che con l’esercizio di affittacamere e di bed and breakfast, anche mediante l’utilizzo di unità abitative ammobiliate ad uso turistico che, ai sensi dell’articolo 12 comma 5, vanno definite come “strutture case o appartamenti, arredati e dotati di servizi igienici e di cucina autonomi, dati in locazione ai turisti, nel corso di una o più stagioni, con contratti aventi validità non inferiore a sette giorni e non superiore a…

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Locazioni brevi: regole chiare e 21% per tutti

Con l’articolo 4 D.L. 50/2017 il legislatore ha apportato alcune modifiche in relazione ai contratti di locazione di breve durata, riguardanti in particolar modo il settore turistico. In particolare, viene stabilito che “si intendono per locazioni brevi i contratti di locazione di immobili ad uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni ivi inclusi quelli che prevedono la prestazione dei servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, stipulati da persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, direttamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, anche attraverso la gestione di portali online”. L’elemento più importante che emerge dalla lettura della norma è, finalmente, una chiara definizione di “locazione breve”, includendo in tale concetto anche quelle locazioni con fornitura di servizi aggiuntivi, individuati in modo…

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L’interpretazione del titolo esecutivo e la sua incensurabilità in cassazione

Cass., Sez. VI-3°, 7 febbraio 2017, n. 3159, Pres. Travaglino; Est. Scoditti  Esecuzione forzata – Opposizioni – All’esecuzione – Sentenza passata in giudicato costituente titolo esecutivo – Interpretazione del giudice dell’opposizione all’esecuzione – Censurabilità in sede di legittimità – Esclusione – Limiti – Fondamento (C.p.c. artt. 360, 615) [1] L’interpretazione del titolo esecutivo consistente in una sentenza passata in giudicato compiuta dal giudice dell’esecuzione si risolve nell’apprezzamento di un “fatto”, come tale incensurabile in sede di legittimità se esente da vizi logici o giuridici, senza che possa diversamente opinarsi alla luce dei poteri di rilievo officioso e di diretta interpretazione del giudicato esterno da parte del giudice di legittimità, atteso che, in sede di esecuzione, la sentenza passata in giudicato,…

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La «autoliquidazione» del credito nell’atto di precetto

Il creditore prima di iniziare l’espropriazione forzata deve notificare al debitore l’atto di precetto, che consiste nell’intimazione di adempiere l’obbligo risultante dal titolo esecutivo. Nella prassi le questioni collegate ai requisiti dell’atto di precetto ed alla sua notificazione sono innumerevoli; in questo scritto saranno esaminate le soluzioni offerte dalla giurisprudenza a frequenti contenziosi collegati alla c.d. autoliquidazione del credito nell’atto di precetto per importi maturati dal creditore dopo l’emanazione del titolo esecutivo. Premessa. Ai sensi dell’art. 479 c.p.c. salve le (rare) eccezioni previste dalla legge (ad esempio, nel caso di conversione del sequestro conservativo in pignoramento), l’esecuzione forzata deve essere preceduta dalla notificazione del precetto. Il precetto consiste nell’intimazione al debitore di adempiere l’obbligo risultante dal titolo esecutivo entro un…

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La tutela del richiedente asilo nel procedimento di proroga del trattenimento presso il CIE (d’ora in poi CPR)

Cass. 8 febbraio 2017, n. 3298 Straniero – Espulsione dal territorio dello Stato – Esecuzione dell’espulsione – Trattenimento – Proroga – Principio del contradditorio – Violazione (D.leg. 25 luglio 1998, n. 286, Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, art. 14, 5° comma; d.leg. 28 gennaio 2008, n. 25, Attuazione della direttiva 2005/85/CE recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato, artt. 21, 2° comma, 28, 2° comma). [1] Il procedimento giurisdizionale di proroga del trattenimento presso il CIE del cittadino straniero richiedente asilo deve svolgersi nel rispetto delle garanzie del contraddittorio consistenti nella partecipazione necessaria del difensore e nell’audizione…

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Improcedibilità del ricorso privo della copia notificata della sentenza e specificità dei motivi di gravame al vaglio del principio di proporzionalità

Cass., 5 Aprile 2017, n. 8845 – Pres. Travaglino – est. De Stefano (ord.) Impugnazioni civili – Appello – Requisito della specificità dei motivi – Interpretazione (Cod. proc. civ., art. 342) [1] Sono rimessi gli atti al Primo Presidente per l’eventuale assegnazione alle Sezioni Unite, essendosi riscontrato un contrasto nella giurisprudenza di legittimità e di merito circa l’interpretazione del requisito della specificità dei motivi di gravame. IL CASO [1] Avverso una dichiarazione di inammissibilità dell’appello per carenza di specificità dei motivi di impugnazione, il soccombente ricorreva per cassazione, denunciando la nullità della sentenza. Le censure proposte con l’atto di appello, infatti, sembravano sufficientemente specifiche con riferimento alle parti della sentenza impugnate nonché idonee a guidare il giudice verso una decisione…

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Termini processuali: se il dies a quo è indicato dal giudice, il giorno iniziale si conteggia ?

Trib. Padova, 26 gennaio 2017  Termini – Decorrenza – Giorno iniziale – Esclusione – Udienza di prima comparizione (C.p.c. artt. 155, 183) Qualora il termine iniziale per l’espletamento dell’attività processuale sia fissato con specifico provvedimento del giudice che autonomamente individua il primo giorno di decorrenza, non si applica l’art. 155, comma 1 c.p.c. nella parte in cui dispone che, nel computo dei termini a giorni o ad ore, si escludono il giorno o l’ora iniziali. IL CASO In prima udienza, il giudice assegna i termini di cui all’art. 183, comma 6 c.p.c. “con decorrenza dal 31.10.16”. L’attore deposita la seconda memoria il 30 dicembre dello stesso anno e la terza memoria il 19 gennaio 2017. LA SOLUZIONE Il giudice ritiene…

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Domanda riconvenzionale e mediazione obbligatoria

Trib. Bari, ord., 28 novembre 2016  Domanda riconvenzionale – Mediazione obbligatoria – Sussistenza [1] Il tentativo di mediazione deve essere esperito (anche) per la domanda riconvenzionale proposta dal convenuto in relazione a materie per le quali esso è obbligatorio, sia perché il termine «convenuto» è riferibile anche all’attore rispetto alla riconvenzionale, sia perché bisogna garantire parità di trattamento dell’attore posto che, ai fini della valutazione sulla necessaria attivazione del tentativo, occorre tener conto del contenuto della domanda e non della parte da cui essa proviene, sia – infine – perché la norma non esclude l’esperibilità del procedimento per le domande cumulate. (Cod. proc. civ., art. 36; d.leg. 4 marzo 2010, n. 28, attuazione dell’art. 60 della l. 18 giugno 2009,…

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La nuova condizione di procedibilità ex art. 696 bis c.p.c. nelle controversie in materia di responsabilità medico-sanitaria

La legge n. 24 del 2017, mediante l’introduzione della condizione di procedibilità ex art. 696 bis c.p.c. in alternativa alla mediazione, rappresenta un tentativo, non del tutto convincente, di promuovere il c.d. case management delle controversie di responsabilità medico-sanitaria. Infatti, sebbene la riforma intenda valorizzare l’anima conciliativa dell’istituto, non offre un articolato che aggiunga al mero ostacolo della procedibilità una più accorta strutturazione del procedimento. Occorrerà, comunque, attendere le prime applicazioni giurisprudenziali per valutare gli effetti del potenziamento di questo strumento. Il 1° aprile 2017 è entrata in vigore la legge di riforma della responsabilità medico-sanitaria (l. n. 24 del 2017) che all’art. 8 introduce, per l’azione civile di risarcimento danni, l’ulteriore condizione di procedibilità della consulenza tecnica preventiva ai…

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L’errore materiale nelle decisioni della Corte di Cassazione ed il suo rilievo d’ufficio

Cass., sez. VI, 21 febbraio 2017, n. 4498 Impugnazioni civili – decisione Corte di Cassazione – erronea indicazione componenti Collegio Giudicante – vizio di inesistenza – esclusione – errore materiale – sussistenza (Cod. proc. civ., artt. 158; 161; artt. 287; 391bis)  Impugnazioni civili – decisione Corte di Cassazione – errore materiale – procedimento di correzione d’ufficio – modalità (Cod. proc. civ., artt. 380bis; 384; 391bis) [1] Non costituisce vizio di inesistenza giuridica della decisione giurisdizionale, bensì ipotesi di errore materiale, l’erronea indicazione, nell’intestazione della pronuncia emanata, dei componenti del Collegio. [2] La correzione dell’errore materiale rilevato d’ufficio dalla Corte di Cassazione ex art. 391bis, co. 1, c.p.c., non può prescindere da un previo atto formale di impulso da parte del…

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