PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Sull’interpretazione del requisito dell’ ‘esposizione sommaria dei fatti di causa’ di cui all’art. 366, n. 3, c.p.c.

Il problema della “sommarietà”. Come è noto, l’art. 366, n. 3, c.p.c. prevede che il ricorso per cassazione contenga una «esposizione sommaria dei fatti di causa». Il nodo problematico della disposizione – il cui generico tenore letterale ha generato un’ampia letteratura (Carpi, La tecnica di formazione del ricorso per Cassazione, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2004, 1017 ss.; Chiarloni, Il diritto vivente di fronte alla valanga dei ricorsi per cassazione: l’inammissibilità per violazione del c.d. principio di autosufficienza, in www.judicium.it; Giusti, L’autosufficienza del ricorso per cassazione civile, in Giust. civ., 2013, I, 247 ss.;  Poli, Il giudizio di cassazione dopo la riforma, in Riv. dir. proc., 2007, I, 15; Ricci E.F., Sull’“autosufficienza” del ricorso per cassazione: il deposito dei…

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Regolamento di giurisdizione: termine di proponibilità e altre questioni

Cass., Sez. Un., 13 giugno 2017, n. 14650 – Pres. Rordorf – Rel. Di Virgilio Giurisdizione – Regolamento – Proponibilità – Termine ultimo – Udienza di precisazione delle conclusioni – Fattispecie (art. 41 c.p.c.; art. 15, R.D. 16 marzo 1942, n. 267) [1] Il regolamento di giurisdizione è ammissibile sino a quando non viene assunta la riserva sulla dichiarazione di fallimento (Nella specie il regolamento era stato proposto in una giudizio prefallimentare dopo l’udienza in cui la causa veniva trattenuta in decisione).  CASO [1] Con ricorso per regolamento di giurisdizione notificato in data 25.10.2016, il Sig. V.A., socio de La Picentina Alimentari s.r.l., prospettava alla Corte di Cassazione la carenza di giurisdizione del giudice italiano (segnatamente del Tribunale di Salerno)…

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E’ possibile partecipare al procedimento di mediazione mediante conferimento di procura speciale all’avvocato

Tribunale di Verona, ord., 11 maggio 2017 – Giudice Vaccari Mediazione – Partecipazione personale delle parti – Rapporti con il processo, condizione di procedibilità – Rappresentanza in giudizio – Procura alle liti (D.lgs. 4 marzo 2010, n 28, Attuazione dell’art. 60 della l. 18 giugno 2009, n. 69, in materia di mediazione finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali, art. 5, 8; cod. proc. civ., art. 83). [1] Le parti possono conferire procura speciale ad altri soggetti, compresi i loro difensori, per farsi rappresentare nel procedimento di mediazione, a condizione che sia espressamente conferito loro il potere di parteciparvi. CASO [1] La pronuncia si sofferma sulla possibilità per la parte di delegare il proprio difensore a partecipare alla procedura di mediazione nel…

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Garanzia del contraddittorio e applicazione del procedimento camerale di cui all’art. 380 bis.1 c.p.c. fuori dai casi previsti dalla legge

Cass. Sez. II 25 luglio 2017, n. 18278, ord., Pres. Matera, Rel. Besso Marcheis Ricorso per cassazione – Revocazione – Inammissibilità – Procedimento camerale – Applicazione. (Cod. proc. civ., art. 380 bis, 380 bis.1, 391 bis, comma 4). [1] Alla declaratoria di inammissibilità del ricorso per revocazione si applica il procedimento di cui all’art. 380 bis.1 c.p.c., poiché il rispetto del principio del contraddittorio consente di superare il dato letterale dell’art. 391 bis, comma 4 c.p.c. nella parte in cui rinvia al procedimento di cui all’art. 380 bis c.p.c.  IL CASO [1] Un decreto di rigetto emesso dalla Corte d’appello veniva impugnato in Cassazione per violazione dell’art. 4, L. n. 89/2001 ed il ricorso veniva respinto. La sentenza di rigetto…

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Violazione del consenso informato e onere della prova

Cass. civ., Sez. III, 5 luglio 2017, n. 16503 – Pres. Travaglino – Est. Di Stefano Prova civile – Lesione del diritto al consenso informato  – Risarcimento del danno – Ripartizione dell’onere probatorio (Cost. artt. 3, 32; Cod. civ. art. 2697; l. 23 dicembre 1978, n. 833, art. 33). [1] In caso di violazione del diritto al consenso informato, il paziente può essere risarcito per lesione del diritto al consenso informato anche se non dimostra che, ove correttamente informato, non si sarebbe sottoposto al trattamento medico .  IL CASO [1] Con atto di citazione notificato nel marzo del 2007, l’attore si rivolge al Tribunale per chiedere la condanna sia dell’Azienda ospedaliera, che del medico, al risarcimento del danno iatrogeno e…

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Querela di falso contro documenti di formazione pubblica. Condizioni e limiti d’impiego

1.L’effetto processuale dell’attestazione del pubblico ufficiale. L’art. 2699 c.c., definendo l’atto pubblico come “il documento redatto, con le richieste formalità, da un notaio o da altro pubblico ufficiale autorizzato ad attribuirgli pubblica fede nel luogo dove l’atto è formato”, prevede la necessità di tre elementi: quello oggettivo, inerente al rispetto di determinate formalità e individuato per relationem nelle prescrizioni contenute nella normativa speciale; quello soggettivo, attinente allo status del “notaio” ovvero dell’“altro pubblico ufficiale” che ha redatto il documento; e infine quello c.d. funzionale [in cui Carnelutti, voce “Documento (Teoria moderna)”, in Noviss. Dig. it., VI, Torino, 1960, 89 vedeva il segno che la legge non si accontenta che l’atto pubblico “sia formato da un pubblico ufficiale, ma dal pubblico…

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La mancanza del titolo esecutivo può essere rilevata di ufficio dal giudice dell’esecuzione: un giusto «salvagente» per il debitore dopo la modifica dell’art. 615 c.p.c.?

Cass. civ., sez. VI – 3, ordinanza 22 giugno 2017, n. 15605, Pres. Amendola – Rel. Tatangelo Esecuzione forzata – Titolo esecutivo – Potere del giudice dell’esecuzione di verificare di ufficio la sussistenza del titolo esecutivo – Sussistenza (cod. proc. civ., artt. 474, 484, 617). Esecuzione forzata – Titolo esecutivo – Provvedimento del giudice dell’esecuzione che rileva la carenza del titolo esecutivo – Rimedi – Opposizione agli atti esecutivi (cod. proc. civ., artt. 474, 617). [1] Il giudice dell’esecuzione ha il potere/dovere di verificare di ufficio, e a prescindere da una opposizione del debitore, l’esistenza del titolo esecutivo e la corrispondenza degli importi pretesi dal creditore con quelli dovuti in base al titolo stesso e, nel caso in cui risulti…

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La assegnazione forzata degli immobili pignorati: un istituto ancora poco utilizzato

Negli ultimi anni, le disposizioni che regolano l’istituto della assegnazione forzata degli immobili pignorati sono state modificate più volte: dal d.l. 14 marzo 2005, n. 35, convertito con modificazioni con l. 14 maggio 2005, n. 80; dalla l. 28 dicembre 2005, n. 263; dal d.l. 27 giugno 2015, n. 83, convertito con modificazioni con l. 6 agosto 2015, n. 132; dal d.l. 3 maggio 2016, n. 59, convertito con modificazioni con l. 30 giugno 2016, n. 119. Il legislatore vorrebbe incrementare l’utilizzo di questo istituto, come alternativa alla vendita forzata. Tuttavia la attuale disciplina scoraggia l’utilizzo di questo istituto. Questo articolo è diretto a individuare in quali casi il creditore, procedente o intervenuto, potrebbe avere un vantaggio dall’assegnazione del bene…

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Sulla tardività della notifica del decreto ingiuntivo

Trib. Torino, sent. 16 giugno 2017, rel. Ciccarelli. Procedimento per ingiunzione – Notificazione del decreto ingiuntivo – Tardività – Opposizione (Cod. proc. civ., artt. 644, 645; disp. att., art. 188) [1] Il termine di sessanta giorni per la notificazione del decreto ingiuntivo, previsto dall’art. 644 c.p.c., decorre non dalla data apposta dall’estensore del provvedimento, ma da quella del perfezionamento della sua pubblicazione. [2] La notifica del decreto ingiuntivo oltre il termine di sessanta giorni dalla pronuncia comporta, ai sensi dell’art. 644 c.p.c., l’inefficacia del provvedimento, ma non osta alla qualificazione dello stesso ricorso per ingiunzione come domanda giudiziale, sicché, ove su detta domanda si costituisca il rapporto processuale, il giudice adito ha il potere-dovere non soltanto di vagliare la consistenza…

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Il versamento dell’«ulteriore importo a titolo di contributo unificato» in caso di inammissibilità, improcedibilità o integrale infondatezza dell’impugnazione. Casi di esclusione

Cass. civ., sez. VI, 25 luglio 2017, n. 18348 – Pres. Petitti – Rel. Lombardo Impugnazioni – Impugnazione principale inammissibile – Impugnazione incidentale tardiva inefficace ex art. 334 c.p.c. – Raddoppio del contributo unificato, ex art. 13, co. 1-quater, d.P.R. 115/2002, anche per l’impugnante incidentale – Esclusione (Cod. proc. civ., art. 334; d.P.R. 30 maggio 2002, n. 155, art. 13, co. 1-quater) [1] Quando l’impugnazione incidentale tardiva diviene inefficace ai sensi dell’art. 334, co. 2, c.p.c., l’impugnante incidentale non è tenuto a versare l’ulteriore importo a titolo di contributo unificato previsto dall’art. 13, co. 1-quater, d.P.R. 115/2002.  CASO [1] Avverso una sentenza di appello venivano proposto ricorso per cassazione. La parte impugnata resisteva con controricorso e ricorso incidentale tardivo. Il…

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